La castagna, quando e perché fa bene

Tra i frutti tipici dell’autunno una posizione regina spetta di sicuro alla castagna. Questo frutto, originario dell’Asia Minore ma da secoli legato alla cucina tradizionale italiana, si fa apprezzare per il suo caratteristico sapore e per la duttilità con cui può essere consumato: lesso, arrostito, secco, sotto forma di marmellata o di farina.

Quali sono le caratteristiche nutrizionali della castagna?

Lo chiediamo a Sabrina Oggionni, dietista di Humanitas Gavazzeni.

«Le castagne fanno parte del gruppo della frutta e alcuni le classificano come frutta secca, ma rispetto alla frutta a guscio (noci, nocciole, mandorle, ecc…) ha un basso contenuto in grassi. La castagna per certi versi ha caratteristiche nutrizionali simili ai cereali: pur non contenendo glutine ha un elevato contenuto di zuccheri e soprattutto di amido. È ricca di di fibre, oltre che di sali minerali come il potassio, il fosforo e contiene ferro, anche se in piccole quantità. Ha infine un buon contenuto di vitamine B2 ed E. È importante ricordare che le caratteristiche energetico-nutrizionali della castagna sono differenti dal restante gruppo della frutta fresca».

Quali differenze sostanziali ci sono tra le castagne lesse e quelle arrostite, le cosiddette caldarroste?

«Le castagne lesse sono più digeribili ed erroneamente si crede siano meno caloriche: a parità di peso hanno meno calorie rispetto a quelle arrostite – si parla di circa 120 calorie ogni 100 grammi per quelle lessate contro 190 calorie per quelle arrostite – ma il tutto dipende dalla quantità di acqua persa o acquistata in base al tipo di cottura».

Ci sono persone per cui può essere sconsigliato mangiare castagne?

«Le situazioni vanno viste caso per caso con il proprio medico, ma in generale ci sono alcune patologie o disturbi che sconsigliano il consumo di questo frutto, come il diabete, per via del loro contenuto in zuccheri».

 

Autunno a tavola, articoli correlati

Dott.ssa Sabrina Oggionni: