La partita dei calcoli, la cui frequenza aumenta fisiologicamente nella stagione calda, si gioca nei mesi invernali. A tavola.
La frequenza dei calcoli renali d’estate aumenta. E’ un dato di fatto, complice la disidratazione tipica della stagione. Ma le cose peggiorano, se durante l’inverno l’alimentazione seguita è stata scorretta o si hanno accumulato chili di troppo, come accade ormai in tutti i Paesi occidentali dove, infatti, l’incidenza dei calcoli è in costante crescita. Ed è inutile puntare il dito contro il calcio, ritenuto ancora e falsamente il responsabile numero uno. Sotto accusa, invece, cloruro di sodio (sale) e proteine. Ne parliamo con Guido Giusti, responsabile dello Stone Center in Humanitas.
Dottor Giusti, l’alimentazione invernale può essere responsabile dei calcoli renali che si formano in estate?
Il calcio, invece, è stato assolto?
Qual è la dieta indicata?
“La dieta mediterranea. E, poi, bere tanto per idratarsi. Sia d’estate sia d’inverno sia quando si svolge attività fisica. La sudorazione estiva e tipica dell’attività fisica, infatti, fa perdere liquidi che devono essere reintegrati adeguatamente. In questo modo le sostanze presenti nelle urine e responsabili della formazione dei calcoli vengono maggiormente diluite e sono minori le possibilità che precipitino e si aggreghino formando il calcolo. Un trucco per capire se si è sufficientemente idratati è osservare le proprie urine: se sono giallo pallido sono perfette, se sono giallo scuro o marroni è meglio bere di più”. Continua a leggere
A cura di Lucrezia Zaccaria