Si chiamano Omega 3, sono acidi grassi poliinsaturi, ed è da alcuni anni noto il loro effetto benefico sull’apparato cardiovascolare. Recentemente è stato sottolineato anche l’effetto anti aritmico di questi composti, dovuto alla loro capacità di modificare l’elettrofisiologia delle cellule cardiache. Questo effetto si traduce in una significativa riduzione dei disturbi del ritmo cardiaco, in particolare delle aritmie ventricolari fatali, anche conseguenti all’infarto miocardico acuto, causa di morte cardiaca improvvisa.

Quali sono gli effetti benefici degli Omega 3?
Il ruolo protettivo degli OMEGA 3 sull’apparato cardiovascolare è noto sin dai primi studi epidemiologici risalenti all’inizio degli anni ’70, che avevano documentato una bassissima incidenza di malattie cardiovascolari nella popolazione eschimese, le cui abitudini alimentari prevedono una dieta con un alto contenuto di acidi grassi poliinsaturi di origine ittica (gli Eschimesi mangiano circa 146 kg l’anno a testa di pesce rispetto ai 10 Kg consumati in Italia).
Gli effetti sull’apparato cardiovascolare, già noti da tempo, sono molteplici: gli Omega 3 hanno effetto antiaterosclerotico (puliscono il sangue dai trigliceridi), antitromboticio (prevengono l’eccessiva aggregazione piastrinica) e antidislipidemico (regolano il metabolismo dei grassi), con evidenti benefici per tutto il sistema cardiovascolare. Oltre a questi appena descritti si aggiunge l’effetto anti aritmico di più recente scoperta.
L’effetto protettivo sul sistema cardiovascolare è importante: basti pensare che le malattie cardiovascolari nel loro insieme sono il principale motivo di decesso del mondo civilizzato.

Il pesce come elemento importante per la dieta
La fonte principale di questi composti è il pesce: perché mantenga inalterate le sue proprietà benefiche, può essere cucinato al forno, lessato, alla griglia e in umido, ma non fritto in quanto la frittura riduce di molto il beneficio di questi acidi grassi. Per risentire di questi effetti benefici sarebbe utile mangiarne due porzioni alla settimana, di pesce scelto tra sgombro, sardina, aringa, trota, tonno, salmone, merluzzo, pesce spada, platessa, ostriche o granchi, specie, queste ad alto contenuto di Omega 3.
Gli Omega 3 rientrano tra i grassi “essenziali”: come anche altre sostanze, il nostro organismo non è in grado di produrle ed è non ha nessun altro modo di assumerli se non con la dieta.

Cibi arricchiti
Sempre più prodotti in vendita nei supermercati, come il latte o lo yogurt, sono arricchiti con gli Omega 3. Sulla confezione è riportata la scritta che permette di riconoscere il prodotto.

Cosa significa acidi grassi poliinsaturi?
Acidi grassi è il termine tecnico per indicare quelli che noi normalmente chiamiamo grassi. Poliinsaturi significa che l’acido grasso, formato dal legame di atomi diversi, presenta ancora legami liberi, non saturi, cioè disponibili a legarsi a altri composti: è proprio questa proprietà chimica a renderli composti molto reattivi all’interno dell’organismo

A cura di Federica Rosazza

Acidi grassi polinsaturi a catena lunga
Sono tre tipi: docosaexaenoico (DHA) e l’eicosapentaenoico (EPA) sono presenti nelle specie marine, soprattutto nei pesci grassi (salmone, trota, aringa etc); il linoleico è presente invece negli olii vegetali (soprattutto di oliva, di noci e di semi)
Alcuni studiosi hanno evidenziato che il DHA e l’EPA sono in grado di impedire l’insorgenza di disturbi del ritmo cardiaco. In caso di stress fisiologico grave, le membrane cellulari rilasciano una certa quantità di DHA e di EPA. Questi sembrano capaci di creare un isolamento intorno alle cellule cardiache impedendo loro di diffondere la tachicardia ventricolare che può provocare l’arresto al cuore. In sostanza questi acidi grassi sembrano essere in grado di stabilizzare dal punto di vista elettrico le cellule del muscolo cardiaco, e quindi proteggere l’organo dalla morte per aritmia.
(Scheda a cura di ALT Associazione per la Lotta contro la Trombosi).