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Alimentazione

Combattere l’obesità con un click

03/04/2007

Sconfiggere l’obesità, anche a colpi di mouse. Con queste finalità è nata l’Associazione Insieme, un sodalizio di persone che hanno fatto i conti (o che ancora devono farli) con l’obesità.
Così racconta la sua esperienza personale Patrizia Faccilongo, ex grande obesa e oggi presidente dell’associazione: “La molla che mi ha spinto ad operarmi – ha raccontato – è stata la paura di diventare non più autosufficiente. Inizialmente non riuscivo a dire la parola ‘obesità’ e a riconoscermi come una persona malata. Mi autoconvincevo che tutto si sarebbe risolto prima o poi.
Man mano però, col passare del tempo, ti rendi conto che la vita non è semplice e nel frattempo devi fare i conti con la discriminazione delle persone che ti stanno attorno”.
A questo punto, quando i rapporti interpersonali diventano più difficili proprio a causa dell’aumento di peso, Internet diventa uno strumento prezioso. “Proprio via Internet – spiega Patrizia Faccilongo – ho conosciuto il chirurgo che per la prima volta mi ha trattato come una vera e propria paziente e non semplicemente come una persona che potrebbe mangiare un po’ meno. Sempre sul web una persona, ora divenuta mia amica, mi ha aiutato a capire come potevo accedere ad informazioni importanti e condividere il mio percorso chirurgico di cui avevo tanta paura all’inizio. L’idea vincente è stato poi quella di aprire un sito e pubblicarvi tutte le informazioni necessarie per chi, come me, soffre di problemi legati all’obesità, ma stenta a riconoscerne l’esistenza o a cercare soluzioni”.

Da lì è nato un forum per persone obese o ex obese, uno strumento ideale perché meno diretto e più discreto di una chat, ma nel contempo più completo. Attraverso il forum infatti non si perde nulla di ciò che viene scritto: il sito www.amiciobesi.it è una sorta di bacheca dove una comunità può andare a vedere ciò che viene scritto dagli altri. “Siamo ormai oltre 3.300 iscritti – afferma la presidente – anche se non tutti sono attivi allo stesso modo. Alcuni leggono solamente ma non partecipano attivamente alla discussione, ma questo è giusto, perché non è facile mettersi in gioco da subito”.
Per permettere a tutti gli associati di conoscere le problematiche legate alla malattia l’associazione organizza anche incontri con medici e psicologi come quello avvenuto a Bergamo, nel dicembre scorso a cui erano presenti alcuni membri del Centro di Chirurgia dell’Obesità di Humanitas Gavazzeni: il dott. Antonio Corapi, chirurgo estetico, il dott. Alessandro Giovanelli, chirurgo bariatrico, e la dott.ssa Agnese Rossi, psicologa. “L’obesità – ha affermato la dott.ssa Rossi – dipende da moltissimi aspetti, non solo dal cibo e dallo stomaco. Subentrano fattori affettivi, fattori relazionali e sociali. Bisogna rendersi conto della complessità della situazione: in famiglia si tende a non chiamare l’obesità con il suo nome. Si tende a considerare l’obesità come un problema passeggero, specie se tutta la famiglia è colpita, perché per cambiare davvero occorre cambiare lo stile di vita di tutta la famiglia”.

Le fa eco Ilaria Servida, altra ex obesa che collabora nel coordinamento dell’associazione: “Molte volte si sottovaluta il problema o lo si considera soltanto un problema estetico. Invece l’obeso è una persona che non si vuole molto bene, che pensa di essere l’unico al mondo ad avere certi problemi. Sono capitata sul sito dell’associazione digitando la parola obesità su un motore di ricerca. Quando ho trovato la forza di scrivere nel forum ho scoperto che c’erano moltissime altre persone che capivano perfettamente quello che stavo vivendo senza giudicarmi. Da allora è cambiata moltissimo la mia vita: ho conosciuto il percorso chirurgico dopo aver provato ogni dieta possibile senza risultati. Ma quel che più conta è che non ero da sola e questo mi ha aiutato ad affrontare meglio la sfida all’obesità. L’esempio di altri che ce l’hanno fatta, il dire ‘ce la si può fare’ è il migliore stimolo per vincere questa battaglia”.

Humanitas Gavazzeni, che si appresta ad ospitare il XV° Convegno Nazionale della Società Italiana di Chirurgia dell’Obesità, è da anni impegnata per affrontare questa malattia “moderna” non solo in sala operatoria: “La convinzione e la forza di volontà del paziente – spiega il dott. Giovanelli, responsabile del Centro di Chirurgia dell’Obesità di Humanitas Gavazzeni – sono fattori necessari per la cura dell’obesità, la chirurgia non è sempre l’unica soluzione. Tuttavia, quando l’indice di massa corporea oltrepassa certi valori l’unica soluzione è affrontare la malattia con un approccio chirurgico dopo un’accurata valutazione psicologica e fisica. In alcuni casi l’intervento chirurgico è risolutivo, ma talora è necessario procedere con un approccio multidisciplinare di supporto alla chirurgia. Quando si perde molto peso in poco tempo, infatti, avviene una repentina trasformazione della propria immagine corporea e quindi bisogna fare i conti quasi con una nuova persona e con una nuova condizione. Il percorso psicologico spesso non va di pari passo con quello organico-nutrizionale, sono due strade che vanno armonizzate con cura e passo dopo passo”.

A cura di Marco Parisi

Nella foto, Alessandro Giovanelli, Lilia Bertolani, Roberto Sacco, Gisella Zana e Antonio Corapi del Centro Chirurgia dell’Obesità di Humanitas Gavazzeni

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Obesità e Sindrome di Pickwick

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