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Alimentazione

Contro i chili di troppo… valgono le scorciatoie?

14/04/2006

L’ora X è vicinissima. L’inverno se ne è ormai andato, il caldo sta per tornare. Via il cappotto, ecco gli abiti leggeri e, presto o tardi, riecco il bikini. Assieme, ahimé, al panico per quei chili in più che stanno – letteralmente – per …venire allo scoperto. Quando sono molti, grande diventa l’impegno per smaltirli. Ma anche se sono giusto quei due-tre presi durante le feste natalizie e le giornate sedentarie della brutta stagione riuscirci è durissimo. La tentazione di riconquistare una linea perfetta senza rinunciare a brioche e cappuccini ben zuccherati è forte. E i programmi dimagranti per così dire “facilitati” sono innumerevoli. Ne parliamo con la dott.ssa Manuela Pastore, dietista di Humanitas.

Modificare lo stile di vita
Di alimenti ipocalorici, i cosiddetti integratori dietetici alimentari (non più chiamati dimagranti per paura della scure del Giurì della pubblicità ingannevole sempre pronta a calare), oggi la scelta è vastissima. Dott.ssa Pastore, che ne pensa di questi prodotti in generale? “Sovrappeso ed obesità rappresentano un problema talmente diffuso che, accanto all’approccio scientifico, fioriscono sul mercato soluzioni alternative che spesso promettono troppo rispetto a quanto in realtà offrono.
La causa principale dei chili di troppo è rappresentata da uno scorretto stile di vita che comprende errori dietetici e sedentarietà. Pertanto l’approccio più corretto consiste nel modificare i comportamenti errati attraverso un percorso di educazione alimentare associato ad un programma di attività fisica diverso a seconda delle caratteristiche soggettive. Quando si decide di perdere peso, anche pochi chili, l’obiettivo fin dall’inizio deve essere il mantenimento del peso perso. La via che permette di riuscire in questo intento consiste proprio nell’agire sullo stile di vita (binomio dieta + attività fisica). Questa premessa per affermare che i numerosi prodotti che invadono banconi di farmacie e supermercati, se anche possono aiutare a perdere qualche chilo, non rappresentano una soluzione efficace e stabile”. In effetti, lo stesso Istituto Nazionale della Nutrizione ha dichiarato di recente che “la grande popolarità dei trattamenti non tradizionali per la perdita di peso non corrisponde ad una loro reale efficacia”.

Barrette e pillole dimagranti
Aiutarsi con barrette rompidigiuno (ce ne sono di ottime al cioccolato), pasti sostitutivi (possono essere di sole 200 kcal!) o i succedanei dei famosi “beveroni” degli anni 80 può essere considerato un peccato veniale? “Posso ammettere l’utilizzo delle barrette sostitutive occasionalmente, magari per risolvere un pranzo che altrimenti salterebbe per mancanza di tempo, cioè barretta o beverone in alternativa al panino del bar”. risponde la dott.ssa Pastore. “Ma non sono d’accordo sul ricorrervi abitualmente. Questo perché rappresenta una scelta diseducativa e perché non impedisce di evitare numerosi errori dietetici nel resto della giornata”.
Gli aspiranti “magri più in fretta che si può” dispongono anche di pillole che promettono di inibire il senso della fame, di farli sentire sazi prima di mettersi a tavola, di non fare assimilare i grassi oppure di neutralizzare gli zuccheri. Sono spesso in farmacia ma strizzano l’occhiolino anche dagli scaffali di qualsiasi supermarket. Tra le sostanze più gettonate ultimamente il chitosano (ricavato dal guscio di certi granchi cattura il grasso e lo riduce a scoria) e la faseolamina (principio attivo di un fagiolo che invece limita principalmente l’assorbimento degli zuccheri). Con queste sostanze “naturali” si può stare tranquilli? Sono efficaci o almeno innocue? Anche in questo caso, pollice verso da parte della dott.ssa Pastore: “E’ stato più volte dimostrato che molti di questi prodotti non sono in grado di determinare una perdita di peso se non sono associati ad una dieta ipocalorica. Inoltre, tali sostanze non sono prive di controindicazioni. Per esempio, il chitosano non può essere assunto dai soggetti allergici ai crostacei, durante la gravidanza e l’allattamento ed un uso prolungato può determinare una riduzione dell’assorbimento di minerali, acidi grassi essenziali e vitamine liposolubili. Il baccello di fagiolo che contiene faseolamina può causare facilmente stipsi o aerofagia. Da non sottovalutare, infine, il costo molto elevato di alcuni di questi prodotti a fronte degli esigui risultati”.
Ultima scorciatoia, l’erborista. Che offre tisane (o pillole) che assicurano pure loro un effetto snellente veloce.come, per esempio, quelle a base di alghe, di ananas, di linfa di betulla o di tarassaco. Anche in questo caso però il fai-da-te può non essere innocuo. Le alghe sono sconsigliabili a chi soffre di ipertiroidismo per il contenuto di iodio (che dovrebbe accelerare il metabolismo e quindi fare assimilare di meno). Le virtù snellenti del gambo dell’ananas (molti si illudono di dimagrire consumando il frutto) legate al contenuto di bromelina non sono veritiere. Questa sostanza non brucia i grassi ma eventualmente facilita la digestione delle proteine. Il tarassaco è noto per le proprietà diuretiche quindi fa perdere liquidi e non grasso e fa bene solo se si soffre di ritenzione idrica (stessa efficacia di betulla, ippocastano e uva ursina). Il parere della dietista? “Mi sento di raccomandare un utilizzo limitato di tisane dimagranti, in quanto spesso alcuni mix hanno effetti lassativi e diuretici tali da portare alla perdita di minerali, vitamine e nutrienti che a lungo andare possono essere dannosi per la salute”.
Insomma, se si vuole dimagrire meglio mettersi l’animo in pace. Si devono ridurre porzioni e cibi ipercalorici e fare un po’ di movimento. Il dimagrimento sano, infatti, si ottiene introducendo meno calorie rispetto a quelle che si consumano nella giornata. E certi “aiutini”, ahimé, sono poco efficaci e, a volte, oltre ad essere costosi, sono addirittura dannosi per la salute.

Di M. Cristina Sparaciari

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