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Alimentazione

Buono in tutte le salse

25/03/2002

Viene dall’America e più precisamente dal Journal of the National Cancer Institute un interessante studio dedicato alle abitudini alimentari di 47.000 uomini. Più in particolare, lo scopo dello studio era di esaminare il rapporto tra consumo di pomodoro e insorgenza di cancro alla prostata. I risultati, danno ulteriore valore alla dieta mediterranea e confermano precedenti indagini che già avevano evidenziato le benefiche caratteristiche di questo frutto dell’orto. Il dottor Armando Santoro, responsabile dell’Unità Operativa di Oncologia di Humanitas, sottolinea l’autorevolezza della rivista che ha pubblicato la ricerca. L’ennesima conferma della relazione positiva fra alimentazione e prevenzione.

Le qualità del pomodoro
Il pomodoro è un elemento base della cucina, e non solo di quella italiana. Crudo in insalata, rosolato, ripieno, secco, sott’olio e come ingrediente base di un gran numero di sughi, primo fra tutti quello per la pasta. Una ricerca ha evidenziato che gli uomini che consumano prodotti a base di pomodoro due o più volte alla settimana hanno minori probabilità di ammalarsi di cancro alla prostata. L’ortaggio si dimostra particolarmente ricco di benefici se consumato cotto, come evidenziato dal fatto che in coloro i quali utilizzano regolarmente sugo o ketchup o altri derivati cucinati del pomodoro, si è notato un abbassamento della percentuale di rischio di sviluppare il cancro alla prostata del 36 %. Queste proprietà sono conferite al pomodoro dal suo alto contenuto in lycopene, un potente antiossidante posseduto anche da altre verdure e frutta, ma di cui il rosso ortaggio rappresenta la maggior fonte bio-disponibile. Attivi in questo senso si sono dimostrati anche altre frutta e verdure e il consumo di olio d’oliva.

Lo studio
I ricercatori impegnati nello studio hanno esaminato le scelte alimentari e lo stato di salute di più di 47.000 uomini di età compresa tra i quaranta e i settantacinque anni in un arco di tempo tra il 1986 e il 1998. Le informazioni al riguardo sono state raccolte tramite un questionario relativo all’alimentazione. Questo, grazie a singole voci mirate, ha permesso di individuare tutte le forme possibili di pomodoro e dei suoi derivati consumate dai volontari partecipanti allo studio. I dati, “corretti” con metodi statistici capaci di tenere conto di altre variabili dovute alle abitudini di vita, hanno evidenziato le virtù del pomodoro, soprattutto se cotto, probabilmente perché con la cottura viene rotta la parete cellulare e il lycopene si rende disponibile per l’assorbimento. Ecco quindi un ulteriore esempio di quanto l’alimentazione sia importante in un discorso a lungo raggio riguardante la prevenzione dei tumori.

A cura di Giorgia Diana

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