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Alimentazione

Cuore: difendiamolo anche a tavola

05/11/2002

Le patologie cardiache sono legate a numerosi e noti fattori: ipercolesterolemia, ipertensione arteriosa, diabete mellito, fumo, obesità, scarsa attività fisica, stress. Cause strettamente legate ad errate abitudini alimentari o comportamentali. La dietoterapia gioca un ruolo fondamentale nella prevenzione dei problemi cardiovascolari ischemici ed ha un ruolo coadiuvante nel trattamento delle malattie cardiovascolari. Per avere buoni risultati è molto importante l’approccio con il paziente che deve avere una grande disponibilità a rivedere il suo stile di vita, una migliore attenzione a recepire e ad applicare le norme di educazione alimentare e una discreta disponibilità ad eseguire un moderato, graduale e costante esercizio fisico. Abbiamo rivolto alcune domande al cardiologo di Humanitas Gavazzeni Bruno Passaretti, e all’équipe di dietisti dell’ospedale bergamasco.

Quali sono i fattori di rischio che possono contribuire a causare le malattie cardiovascolari?
Il diabete, se mal controllato, a lungo termine porta ad una patologia sia delle arterie principali che delle arterie più piccole, creando danni al sistema coronarico diffusamente, tanto più associato ad un alterato metabolismo lipidico. L’ipertensione non controllata aumenta l’incidenza delle malattie aterosclerotiche in quanto può usurare la parete dei vasi e causare la rottura di una placca aterosclerotica o aggravarla notevolmente. I valori di pressione consigliati variano a seconda dell’età del paziente; è in ogni caso consigliabile non superare i 150/85 mmHg. Un altro fattore di rischio di notevole importanza è il fumo che agisce sulle pareti dei vasi lesionandole, per effetto della nicotina e della scarsa concentrazione di ossigeno. L’obesità non è tra i fattori di rischio più rilevanti ma il fatto che, talvolta, sia associata a diabete, ipertensione e ipercolesterolemia, fa sì che acquisti anch’essa un ruolo importante. Negli ultimi anni è stato notato come più che l’obesità di per sé sia importante il rapporto tra la circonferenza addominale e circonferenza dei fianchi: l’obesità cosiddetta “maschile” (cioè viscerale o addominale) è infatti quella più rischiosa.

E l’ipercolesterolemia?
L’ipercolesterolemia (eccesso di colesterolo nel sangue) è sicuramente uno dei fattori di rischio più rilevanti nelle patologie cardiache, perché il colesterolo è la principale causa della formazione della placca aterosclerotica, pur essendo fondamentale per la vita delle cellule. Il nostro fegato produce colesterolo regolarmente e lo mette in circolazione nel sangue, a disposizione delle cellule.
Attraverso particolari meccanismi, una piccola quantità di colesterolo si trasforma in LDL (lipoproteine a bassa densità) che dovrebbero, in condizioni normali, essere riassorbite dal fegato.
Se però il fegato ha a disposizione molto colesterolo, dato dalla sua produzione e da un eccessivo apporto determinato dalla dieta, lascia in circolo le LDL che, in eccesso, tendono a depositarsi nelle arterie, formando la placca aterosclerotica. Bisogna tener presente che un organismo predisposto ad avere un livello di colesterolo elevato nel sangue tenderà a compensare un ridotto apporto dietetico con un aumentata produzione, in modo tale da ristabilirne il valore originario. Pertanto spesso alla dieta occorrerà associare farmaci atti a ridurre i livelli di colesterolo. Tali farmaci (ipolipemizzanti) hanno dimostrato in recenti studi di ridurre la mortalità per malattie cardiovascolari anche in soggetti con valori di colesterolo normali lievemente aumentati, se in presenza di altri fattori di rischio.
L’obiettivo della dieta e della terapia ipolipemizzante è quello di mantenere i valori di colesterolo totale minori di 200 mg/dl, anche se è importante oltre al valore totale il supporto tra le due frazioni di colesterolo: quella cosiddetta “buona” (HDL) e quella “cattiva” (LDL). Un’attività fisica regolare, oltre a portare benefici su altri fattori di rischio, come ipertensione e obesità, comporta un innalzamento delle HDL a spese delle LDL, quindi un miglioramento del profilo lipidico pur lasciando inalterata la colesterolemia totale.

Quali consigli dare allora a chi ha il colesterolo alto?
“Le norme generali, dal punto di vista alimentare, che i pazienti con colesterolo alto devono seguire sono:
1) assicurare una razione giornaliera di cibi che sia sufficiente a coprire il fabbisogno calorico, che varia da individua a individuo (tranne per brevi periodi nei quali può risultare necessaria una restrizione calorica per non affaticare eccessivamente il cuore)
2) consumare pasti nutrienti, preferendo piatti non elaborati e di facile digestione per non produrre un sovraccarico funzionale del cuore
3) ridurre la quantità di liquidi e di sale da cucina, poiché il ricambio idrico e salino, assieme al ricambio azotato è quello che maggiormente subisce le conseguenze del rallentamento del circolo arterioso

E quando si soffre di ipertensione?
In caso di ipertensione si consiglia l’uso di grissini, fette biscottate e pane senza sale (tipo toscano).
Per ridurre la quantità di sale assorbita dalla pasta, durante la cottura, è opportuno salarla solo gli ultimi due minuti. Preferire i formaggi meno ricchi di sodio quali: mozzarella , ricotta, crescenza, emmenthal, caciotta di pecora e caciotta toscana. Limitare il più possibile i salumi ad eccezione del prosciutto cotto. Escludere alimenti conservati sotto sale, in salamoia, dadi, brodi di dado ed estratti di carne.

Quali, allora, gli alimenti consigliati per prevenire le malattie cardiovascolari?
Cereali
E’ possibile consumare pasta, riso, semolino, farina di mais, pane bianco e integrale, fette biscottate integrali o comuni, grissini confezionati senza grassi.

Carne e pesce
Si possono utilizzare manzo, cavallo, coniglio, tacchino, pollo, vitello, maiale, agnello scelti nelle loro parti più magre ed accuratamente sgrassate, pesce magro sia fresco che surgelato. Limitare il più possibile i salumi ad eccezione del prosciutto cotto, crudo, bresaola, che devono essere accuratamente sgrassati.

Latte e formaggio
Il latte deve essere scremato o parzialmente scremato. I formaggi devono essere scelti tra quelli più magri: ricotta di mucca, mozzarella, crescenza, fior di latte, taleggio magro, quartirolo. Le uova sono da consumare solo raramente.

Frutta e verdura
La frutta e la verdura possono essere consumate liberamente, con la sola esclusione di frutta secca e sciroppata. Fare un uso moderato di spinaci, finocchi, carciofi, sedano e barbabietole, che hanno un maggior contenuto di sodio.

Come effettuare la cottura degli alimenti e il condimento?
È necessario cuocere senza grassi ed aggiungerli eventualmente a fine cottura, preferire sempre l’olio extravergine di oliva ai grassi animali. Per ridurre la quantità di sale assorbita dalla pasta, durante la cottura, è opportuno salarla solo gli ultimi due minuti.
Per condire escludere burro, margarina, lardo, strutto, grassi animali in genere, alimenti conservati sott’olio, maionese, salse grasse. Sì invece a olio extra vergine di oliva, aceto e limone.

E per i piccoli peccati di gola?
Dovrebbe essere evitato il consumo di panna, gelati, creme, cioccolato, bevande gassate, zuccherine ed alcoliche. E’ concesso l’uso moderato di tè, caffè, di spezie ed erbe aromatiche per insaporire i cibi. È dimostrato che un bicchiere di vino a tavola fa bene.

Quali gli errori da evitare?
Si consiglia di non usare pasta all’uovo, e pasta ripiena
Non esagerare con il sale. In farmacia è possibile acquistare sali dietetici (con apporto di sodio ridotto) Meglio evitare di consumare le frattaglie, il pesce grasso (anguilla, capitone, sgombro e tonno). Fare un consumo limitato di formaggi grassi.

A cura di Francesca Di Fronzo

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