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Alimentazione

“Happy Hour” e aperitivi: nuove tendenze

16/04/2002

Negli ultimi anni, soprattutto nelle grandi città, è aumentato il numero di winebar, enoteche, “boutique del vino” appositamente dedicati alla degustazione di aperitivi perlopiù alcolici . Principali clienti? Giovani e under 40. Ma cosa comporta, per il nostro organismo (apparato digerente, fegato, reni) ingerire questo tipo di bevande prima dei pasti principali? Lo abbiamo chiesto al professor Giorgio Calabrese, docente di Scienza dell’Alimentazione all’Università Cattolica di Piacenza, uno dei massimi esperti italiani sui problemi della nutrizione.

Mai a stomaco vuoto esagerando
“Il problema principale è che bere alcol a digiuno e in eccesso fa sempre male – esordisce il professor Calabrese – anche se le occasioni per farlo, gli “Happy Hour”, oggi, non mancano davvero. Ovunque si vada, bar o vineria, ristorante o chiosco troviamo sempre una bottiglia di buon spumante o champagne aperta e si beve e magari brinda. Prosit! Ma fa tutto bene? In genere, brindare con persone amiche o che comunque fa piacere incontrare fa bene alla salute e al morale, ma quando assumiamo sostanze alcoliche, è bene prestare attenzione a quanto se ne beve e a come si beve”.

Perché?
“L’alcol, anche se introdotto in quantità minime, come nel caso degli spumanti o del moscato, ma anche se bevuto in eccesso o, peggio, a digiuno, può provocare danni. Bisogna tenere presente, infatti, che ognuno di noi ha un problema di tolleranza all’alcol e i fattori che la influenzano sono vari. Ci sono, ad esempio, coloro che per predisposizione genetica non lo sopportano proprio e debbono evitare assolutamente di bere qualunque tipo di alcolico”.

Quali meccanismi scattano nel nostro organismo ingerendo alcol a stomaco vuoto?
“E’ assolutamente essenziale – conferma il prof. Calabrese – bere il vino a stomaco pieno perché si ha un tempo di assorbimento dell’alcol molto più lungo del solito, infatti può variare da due a sei ore, a seconda del grado di riempimento dello stomaco. In questo modo, l’alcol viene metabolizzato con gradualità e non raggiunge mai picchi elevati nel sangue. A digiuno, invece, l’alcol inizia ad essere assorbito già cinque minuti dopo l’assunzione e in dieci minuti, quasi la metà viene assorbita e metabolizzata, per cui si può diventare euforici in eccesso costringendo il fegato a lavorare molto e faticosamente”.

E per chi dimostra una buona abitudine all’alcol?
“Per loro va fatto un discorso diverso. Chi sopporta bene l’alcol, proprio per questo,
ne ha magari abusato un po’ prima, durante gli anni: sarà meglio, anche per loro, ricordare di limitarne molto la quantità e diminuirne la frequenza di assunzione. I danni epatici, infatti, si consolidano nel tempo e possono insorgere in maniera subdola”.

Ma c’è una differenza fra aperitivi alcolici e analcolici?
“I primi sono certamente i più dannosi, se ingeriti a stomaco vuoto. I secondi possiamo berli con problemi minori, ma dobbiamo prestare attenzione alla qualità del prodotto. E’ preferibile perciò affidarsi a marche sicure e non a bevande di incerta origine. Sono da scartare, poi, quegli aperitivi troppo ricchi di coloranti che, a lungo andare, possono risultare dannosi per il fegato”.

Del rito “happy hour” fa parte anche mangiare stuzzichini diversi, perlopiù salati: come concederseli ogni tanto senza appesantire l’organismo?
“Se si associano pizzette o, meglio ancora, le classiche olive, si trasforma un buon alimento in un concentrato di calorie. D’altra parte, non dobbiamo colpevolizzare eccessivamente i cosiddetti “stuzzichini”. Mangiarli accompagnando le bevande, da una parte ammortizza i danni dell’alcol da aperitivo, ma dall’altra fa aumentare il peso e fa introdurre molti grassi, specie di tipo saturo, apportando un numero esagerato di calorie. Se aggiungiamo pizzette e panini vari, pieni di companatico e intingoli d’incerta origine, si può arrivare a triplicare le calorie”.

Quale consiglio dare, allora?
“E’ meglio – conclude Calabrese – assumere pane tostato con sottaceti o verdure e comunque sempre lontano dai pasti, come le “tapas” spagnole, per fare cioè da “rompi fame”. Ma se poi non si riesce a sfuggire alla tentazione, partecipando ad un party, di cominciare subito a bere uno spumante, trascurando di accompagnarlo proprio gli “stuzzichini”, allora il rito dell’aperitivo da gradevole diventa dannoso”.

A cura di Umberto Gambino

Alcol e calorie
Per chi pensa che si possa bere un aperitivo ogni tanto, senza troppi problemi, sappiate che ingerite sempre alcol e calorie in quantità. Non tutti gli aperitivi sono uguali. Ecco una scheda sintetica per orientarsi nella scelta.

PER 1 BICCHIERE MEDIO:
Vino a 12°: alcol 11.7 gr = 82 kcal
Spumante Brut: 13 alcol = 91 kcal
Vermut: 5.6 gr (x 40 gr)= 55 kcal
Amaro: 7.2 gr ( x 30 gr)= 55 kcal
Liquore a 40°: 9,6 gr (x 30 gr)= 170 kcal
Brandy: 13 gr (x 40 gr) = 91 kcal
Grappa: 13.2 (x 40 gr)= 92 kcal

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