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Alimentazione

Coloranti e conservanti a volontà: ma sono dannosi?

30/10/2007

Se leggiamo le etichette dei prodotti alimentari, potremo facilmente imbatterci in numerose categorie di ingredienti, tra le quali si distinguono anche i cosiddetti additivi, che spaziano dai coloranti ai conservanti, dagli antiossidanti, addensanti, ai correttori di acidità. Ce ne sono molti e non di tutti si conosce la funzione e, soprattutto, se fanno male al nostro organismo. Abbiamo chiesto il parere della dott.ssa Sabrina Oggionni, dietista di Humanitas Gavazzeni.
Conservanti, coloranti, antiossidanti, sono solo alcuni dei tanti additivi che vengono aggiunti agli alimenti che mangiamo quotidianamente. Molti sono di origine naturale e assolutamente innocui, come l’acido citrico o l’anidride carbonica, altri, anche meno conosciuti, come la pectina o i sorbati, sono sostanze anch’esse naturali presenti già nell’alimento, per esempio in molti frutti. Gli additivi sono di diversi tipi e vengono utilizzati per conservare gli alimenti, per dar loro colore o sapore; alcuni, però, in particolare i coloranti usati per la preparazione di bibite e merendine, sono sotto accusa, perché considerati nocivi per la salute.

La denuncia nasce dopo la segnalazione di una ricerca britannica dell’università di Southampton commissionata dalla FSA (Food Standard Agency) britannica: secondo lo studio “alcuni coloranti e additivi per alimenti possono peggiorare le condizioni di quei bimbi, tra i 3 e i 9 anni, che presentano comportamenti riconducibili a iperattività”. Le conclusioni dell’Università sono il frutto di test condotti su oltre 300 bambini “che mostravano significativi cambiamenti di comportamento quando bevevano succhi di frutta aromatizzati o colorati”.
In attesa che le istituzioni europee, impegnante nella revisione della normativa sugli additivi, forniscano un elenco definitivo delle sostanze considerate innocue, cerchiamo di fare chiarezza su due additivi in particolare: coloranti e conservanti.

Dott.ssa Oggionni, potrebbe spiegare in breve le finalità dell’utilizzo, rispettivamente, dei conservanti e dei coloranti?
“I coloranti per definizione sono sostanze che conferiscono o restituiscono colore ad un alimento; non alterano il sapore e il valore nutritivo, ma contribuiscono a rendere un alimento più appetibile alla vista del consumatore. Possono essere: composti naturali o elementi di origine naturale normalmente non usati come alimenti o ingredienti; composti di sintesi chimica o biosintesi, che sono identici a quelli naturali; composti artificiali sintetici.
I conservanti invece sono sostanze che prolungano il periodo di conservazione degli alimenti, proteggendoli dal deterioramento provocato dai microrganismi, che sono presenti o si introducono nel cibo. Vengono utilizzati nei prodotti da forno, nel vino, nei formaggi, nelle carni salate, nei succhi di frutta e nelle margarine. La Comunità Europea ha adottato una direttiva che stabilisce i criteri di valutazione degli additivi, prevedendo linee guida che stabiliscono quali possono essere utilizzati (con l’esclusione di tutti gli altri), gli alimenti in cui possono essere impiegati e i livelli massimi consentiti”.

Perché gli additivi non sarebbero salutari per il nostro organismo?
“Dopo l’articolo apparso su The Lancet, la EFSA (Agenzia per la Sicurezza Alimentare Europea) sta esaminando se queste sostanze possono avere effetti negativi sulla salute, indipendentemente dalle reazioni allergiche. Sicuramente esiste una diversa sensibilità fra la popolazione (soprattutto considerando certe categorie come i bambini, i malati e gli anziani) e soprattutto sarebbe utile verificare la somma di diversi additivi. Quindi per ora – in attesa di ulteriori conferme – mi limiterei a dire che più che non salutari, gli additivi non sono utili all’organismo, ma sono necessari per la moderna produzione alimentare, in quanto aumentano la disponibilità delle derrate alimentari”.

Se allora coloranti e conservanti non sono indispensabili per il mantenimento salutare del nostro organismo e nonostante ciò, tutti, ma soprattutto i bambini, ne fanno incetta mangiando merendine, caramelle, gomme da masticare, pensa sia importante limitarne l’uso o è sufficiente, per esempio, leggere l’etichetta del prodotto, che si sceglie di acquistare?
“Sicuramente è utile leggere le etichette per capire anche il numero di additivi presenti e fare l’esclusione di quei prodotti in caso di allergie specifiche. L’esclusione dei prodotti confezionati nei bambini non è la soluzione, ma la limitazione dei prodotti contenenti coloranti e conservanti è sicuramente l’ideale”.

Esiste una soglia giornaliera d’assunzione di conservanti e coloranti, che è meglio non superare?
“La valutazione della sicurezza si basa sull’analisi dei dati tossicologici pertinenti l’additivo stesso, osservazioni sugli esseri umani e test obbligatori sugli animali.
Viene così definita una DGA (Dose Giornaliera Accettabile), che è solitamente la centesima parte del ‘livello effetto zero’ (ovvero, la dose dietetica massima di un additivo per cui non sono stati osservati effetti nocivi negli studi sugli animali). Questo garantisce un ampio margine di sicurezza, che dovrebbe coprire il diverso grado di sensibilità di alcuni gruppi della popolazione (come i più sensibili: anziani, bambini, malati). Solo in rari casi è stato dimostrato che tali sostanze provochino una vera risposta allergica (immunologia): sembra che accentuino una condizione preesistente piuttosto che scatenarla”.

La soluzione ed il consiglio, da nutrizionista, quale potrebbe essere?
“Limitare il consumo soprattutto di quei prodotti ricchi in additivi e sospenderli in caso di allergia o per verificare un’iperattività infantile in corso. Per i bambini, eviterei di esagerare con dolciumi, merendine, bibite confezionate, imparando a proporre anche alternative come pane e marmellata, toast al prosciutto, spremute o macedonia di frutta fresca”.

A cura di Cristina Florio

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