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Alimentazione

Sotto un ramo di vischio…

22/12/2003

Ecco il Natale e tra le tante tradizioni che lo accompagnano quella del bacio sotto il vischio è una delle più simpatiche e originali. Ma a che cosa è dovuta questa tradizione? E perché si pensa che il vischio sia simbolo di buon auspicio per l’anno che verrà e che tenga lontano dalle malattie?

Buon auspicio
Anticamente il vischio era considerato una pianta sacra: i druidi lo usavano per i sacrifici ai loro dei e conoscevano bene anche le sue proprietà terapeutiche ritenendo che avesse miracolosi poteri di guarigione, rendesse inoffensivi i veleni, tenesse al sicuro dagli incantesimi e proteggesse la casa dai fantasmi.
Per tutte queste proprietà e per la sua particolarità di crescere abbracciato agli alberi (attribuita al timore della pianta stessa di “toccare terra” e di perdere, così, i suoi preziosi poteri) si pensava che simbolicamente indicasse il superare di ogni dolore e calamità e, quindi, portasse buona fortuna a chiunque lo avesse. Non a caso si usava e si usa tuttora regalarlo tra la fine e l’inizio dell’anno. Ma attenzione, né allora, né oggi deve essere messo per terra, perché la tradizione ritiene che così perda i suoi poteri miracolosi. Da qui, la consuetudine, viva ancora oggi, di attaccarlo sopra le porte come simbolo di buon auspicio e fortuna.

Tiene ancora lontano dalle malattie?
Un tempo si pensava che essendo una pianta sacra tenesse lontano dalle calamità e dalle malattie per il solo fatto di appenderlo alle porte o, addirittura, di portarlo al collo. Certamente oggi non si crede più a questa storia, ma si studiano ancora le sue proprietà medicamentose. Nonostante, però, il vischio sia sempre stato conosciuto nella medicina popolare del Nord come bevanda medicinale, venne iscritto nelle farmacopee, in particolare in quella germanica, non prima della seconda metà del secolo scorso, in cui vennero conosciuti e sperimentati i suoi principi attivi, che da sempre interessano i ricercatori, anche se i risultati non sono ancora chiari. I suoi principi attivi, infatti, sembra siano in grado, tra le altre cose, di stimolare i linfociti T (quindi le difese dell’organismo) e di aumentare l’attività del timo e il numero degli eritrociti. I meccanismi d’azione, però, sono ancora tutti da chiarire. I dosaggi, però, devono sempre essere sotto controllo medico perché le bacche contengono dei principi tossici per il corpo umano.

E la leggenda del bacio? Arriva dalla Scandinavia.
La storia racconta che il vischio era la pianta sacra di Frigga, dea dell’amore, moglie di Odino e madre di Balder, il dio del sole.
Balder era un giovane forte e buono e per questo era amato da tutti. Frigga aveva anche un altro figlio, Loki, il dio del male, che era molto geloso e invidioso dell’amore che il popolo aveva per suo fratello e per questo motivo lo voleva morto. Una notte Balder sognò che sarebbe stato ucciso. Quando Frigga seppe del sogno di morte del figlio si spaventò moltissimo e per evitare che divenisse realtà andò dall’Aria, dal Fuoco, dall’Acqua, dalla Terra e da tutti gli animali e le piante chiedendo la promessa che nulla di male sarebbe capitato a suo figlio. Ma Loki sapeva che c’era una pianta alla quale Frigga aveva dimenticato di rivolgersi. Questa pianta non viveva né sulla terra né sotto terra, ma su un albero di quercia. Era il vischio. Così Loki fece una freccia di vischio e colpì Balder che morì. Il cielo si oscurò e tutte le cose sulla terra e in cielo piansero per la morte del dio. Per tre giorni tutti gli elementi cercarono di riportare Balder in vita, ma invano.
Frigga disperata per la morte di Balder iniziò a piangere sul suo corpo. Le lacrime che la dea versò a contatto con il vischio si trasformarono nelle bianche perle del vischio, Balder si rianimò e per la contentezza di aver riavuto suo figlio, Frigga baciò chiunque passasse sotto l’albero su cui cresceva il vischio.
Da quel giorno, la dea fece sì che non potesse capitare nulla di male a chiunque stesse sotto il vischio e che si dovesse dare un bacio.

A cura di Lucrezia Zaccaria

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