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Creatività, si ottiene grazie alle onde cerebrali alfa

11/02/2019

Grazie alle onde cerebrali alfa riusciamo pensare fuori dagli schemi. Insomma, ad essere creativi, immaginando soluzioni lontane dall’ovvio. E proprio le idee ovvie sono quelle che il cervello sopprime automaticamente quando il cervello umano lavora con la creatività. Lo rileva una ricerca della Queen Mary University di Londra e della Goldsmiths University of London, pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences. La ricerca mostra che le onde cerebrali svolgono un ruolo cruciale nell’inibire le modalità di pensiero abituale per aprire la strada all’accesso alle idee più remote.

La ricerca

Livelli più elevati di onde cerebrali alfa consentono alle persone di elaborare idee che sono più lontane dagli usi ovvi o noti. Il team di studiosi ha scoperto che queste onde cerebrali, che sono oscillazioni alfa nell’area temporale destra del cervello, aumentano quando si ha bisogno di sopprimere le associazioni fuorvianti per compiti creativi. Stimolando la parte temporale destra del cervello nella frequenza alfa aumenta la capacità di inibire collegamenti ovvi in entrambi i tipi di pensiero creativo, quello convergente (ovvero trovare una soluzione “pronta all’uso”) e divergente (quando si devono inventare cioè diverse idee creative).

Come funziona la creatività?

I ricercatori si sono chiesti come funziona la creatività e hanno dimostrato il meccanismo neurale responsabile di questa modalità di pensiero e attitudine umana, monitorando l’attività elettrica del cervello attraverso un elettroencefalogramma. L’uso di una tecnica non invasiva denominata stimolazione cerebrale transcranica alternata ha anche permesso loro di sondare il ruolo delle onde. Gli esperimenti condotti hanno esaminato il modo in cui il cervello affronta una serie di compiti creativi come trovare parole che si colleghino tra loro. Ad esempio, ogni volta che cerchiamo concetti associati a una parola, partiamo da associazioni più forti per spostarci verso quelle più remote.

“Prendere una strada meno percorsa – evidenzia Joydeep Bhattacharya, coautore dello studio – è necessario per pensare in modo creativo, e le nostre scoperte forniscono alcune prove su come questo venga fatto nel cervello”.

La parola dello psicoterapeuta

“Quando facciamo riferimento a persone creative ci riferiamo in realtà a persone che hanno una grande capacità di mettersi in gioco, aperte all’esperienza, non rigide. Sono individui in grado di affermare la propria individualità senza cedere al conformismo.

Le persone creative sono quindi dotate di grandi risorse, sia di ragionamento sia emotive. Ricordiamoci anche che l’attività artistica è solo una delle tante modalità attraverso le quali essa può manifestarsi: esistono sì gli hobby, ma esiste anche il desiderio di esplorare nuove modalità di essere e di fare, con lo sport, il viaggio e la cultura, il proprio modo di vestirsi o pettinarsi o anche di cambiare la disposizione dei mobili in casa o di abbellirla; in generale attraverso tutto ciò che può essere utile per esprimere sé stessi attraverso la sperimentazione.

La creatività è inoltre una “funzione” innata all’essere umano. Se l’ambiente è sufficientemente sereno il bambino lo fa già in autonomia attraverso il gioco, con il quale comincia a farsi conoscere e a parlare di sé. Come ogni altra abilità anche la creatività può e deve essere sviluppata, a partire appunto dall’infanzia, per esempio dando ai ragazzi. La possibilità e gli stimoli per essere curiosi del mondo che li circonda. L’esplorazione dello spazio, attraverso nuove vie, porta sempre a scoperte che riguardano sé, gli altri e l’ambiente e il ruolo dell’adulto deve essere quello di facilitare il lavoro: protegge dai pericoli ma allo stesso tempo aiuta a dare un senso alle nuove esperienze.

Ma non dimentichiamoci l’importanza, anche da adulti, di uscire ogni tanto dalla nostra “comfort zone”, dai vincoli e dalle regole, per lasciare spazio alla fantasia, al piacere del gioco e alla ricerca di stimoli nuovi, fattori protettivi anche in età anziana”.

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