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Benessere

Cosa succede se non si prende l’antibiotico secondo gli intervalli indicati?

07/11/2016

Se non si prende l’antibiotico secondo gli orari indicati, che possono variare da intervalli di otto, dodici oppure ventiquattro ore tra le somministrazioni di antibiotico, può accadere che la cura con l’antibiotico perda efficacia. Gli intervalli del tempo di somministrazione indicati dal medico sono stabiliti sulla base dalle caratteristiche dell’antibiotico stesso – spiega il dottor spiega il dottor Antonio Voza, responsabile di Pronto Soccorso dell’ospedale Humanitas. – Ogni farmaco, e quindi ogni antibiotico, ha un suo tempo di emivita, cioè il tempo in cui viene assorbito e poi eliminato dall’organismo, e un tempo di concentrazione minima del farmaco nel sangue chiamato anche MIC (Minima Concentrazione Inibente) ovvero un sorta di linea del tempo che definisce la presenza nel sangue della minima concentrazione di antibiotico necessaria a impedire la crescita di un microorganismo.

 

Quando prendere gli antibiotici?

La stragrande maggioranza degli antibiotici è tempo-dipendente cioè la maggior efficacia non dipende dall’aumentare della dose ma dalla concentrazione minima del farmaco che non deve mai scendere sotto la soglia della MIC per non perdere di efficacia.

Quando si parla di questi antibiotici, come per esempio penicilline e le cefalosporine, farmaci ormai di largo uso, il fattore tempo è molto importante: rispettare gli intervalli di tempo di somministrazione permette di mantenere la concentrazione dell’antibiotico sopra la MIC per più del 70% del tempo, come riportato in letteratura. Per semplificare, significa che se si dimentica di prendere l’antibiotico alle 18.00 e lo si prende alle 20.00, la successiva somministrazione di antibiotico dovrà tenere conto sempre dell’intervallo di tempo che, se di dodici ore, porterà la successiva somministrazione alle ore 8.00 e non alle ore 6.00 come sarebbe dovuta essere se ci fossimo ricordati l’antibiotico delle 18.00. Discorso differente per altri antibiotici come gli amminoglicosidici, che sono concentrazione-dipendente, la cui efficacia non dipende dal tempo nel quale la concentrazione minima del farmaco è superiore alla MIC, ma dipende dal picco, cioè dalla quantità di concentrazione dell’antibiotico nel sangue che deve essere superiore 8-10 volte la concentrazione minima (MIC). Per questo tipo di antibiotici non sono importanti gli intervalli di tempo tra una dose e l’altra, perché hanno un effetto anche dopo la fine della cura, detto effetto post antibiotico. Esistono infine antibiotici come i fluorochinoloni ad attività mista, e cioè tempo-dipendenti per quanto riguarda la loro azione battericida nei confronti di alcuni microorganismi (stafilococchi, per esempio), e concentrazione-dipendenti per altri batteri responsabili di infezioni multi-resistenti.

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