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Rio 2016, paura del jet lag? Prima di partire, a letto un po’ più tardi

02/08/2016

Chi ha fatto le valigie alla volta di Rio de Janeiro per le Olimpiadi e ha paura del jet lag può stare un po’ più tranquillo. Il recupero dal jet lag, quel malessere generale dovuto allo sfasamento dei cicli sonno/veglia dopo aver attraversato tanti fusi orari, è più difficile viaggiando verso est che verso ovest. Andare da Milano a Tokyo è dunque più ostico che volare da Milano a Rio.

È noto che il jet lag sia più sopportabile se si viaggia verso ovest, meno noto il motivo. Dei ricercatori della University of Maryland (Stati Uniti) hanno cercato di indagarlo. I risultati della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista Chaos. Dietro questa asimmetria ci sarebbe l’oscillazione di alcuni tipi di cellule cerebrali coinvolte nella regolazione dei ritmi circadiani, l’insieme dei meccanismi che definiscono i cicli sonno/veglia e le funzioni biochimiche e fisiologiche dell’organismo.

(Per approfondire leggi qui: Sonno, come cambiano le abitudini nel mondo? Italiani fra più dormiglioni)

È l’ipotalamo la regione del cervello che governa i ritmi circadiani. Migliaia di cellule eseguono cicli di attività quotidiani ma, a seguito di un rapido spostamento spaziale, le cellule non riescono ad adattarsi rapidamente al nuovo orario. Alcuni studi hanno dimostrato che senza variazioni della luce solare che agiscano come controllori del “traffico cellulare”, il ciclo cellulare si completa in un tempo leggermente superiore alle 24 ore, circa 30 minuti in più.

Prendere i ritmi locali il segreto contro il jet lag

Grazie a modelli matematici i ricercatori hanno visto come questa differenza tra le 24 ore e il tempo in cui si compie il ciclo cellulare potrebbe spiegare l’asimmetria nel recupero dal jet lag tra est e ovest. In altre parole viaggiare verso ovest fa allungare le nostre giornate esasperando una caratteristica che in qualche modo è propria dell’organismo.

Tra i sintomi del jet lag ci sono mal di testa, insonnia, affaticamento, irritabilità, difficoltà di concentrazione, perdita di appetito, costipazione. Ma come controllare queste condizioni? L’abbiamo chiesto al dottor Stefano Ottolini, dell’Unità Operativa di Medicina d’urgenza dell’ospedale Humanitas. «È importante adattarsi subito ai nuovi orari e ai nuovi ritmi – risponde – seguendo le abitudini locali. È fondamentale mantenere una buona idratazione: la disidratazione esaspera i sintomi del jet lag».

Quali consigli dare a una persona che vola verso ovest, ad esempio a Rio de Janeiro?

«Nei giorni prima del viaggio può cercare di adattarsi ai ritmi ai quali andrà incontro andando a dormire un po’ più tardi del solito, 1-2 ore. In volo è bene invece limitare il consumo di sostanze eccitanti contenenti caffeina e di alcolici e di riposare. Se arriva quando è ancora giorno farebbe bene a esporsi il più possibile alla luce del sole e andare a letto solo dopo il tramonto. Se ha sonno durante il giorno, si può riposare una ventina di minuti per non pregiudicare il riposo notturno, ma non subito dopo l’arrivo».

(Per approfondire leggi qui: Sonno, meglio dormire poco che “a singhiozzo”)

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