Staphylococcus hominis. È questo il nome del “responsabile” del cattivo odore emanato dalle ascelle quando si suda. È un batterio che si nutre delle molecole di sudore secreto per produrre in un secondo momento i tioli, composti organici dal caratteristico odore sgradevole. La scoperta è stata fatta da due ricercatori dell’università inglese di York.
I tioli sono composti solforati, contengono cioè degli atomi di zolfo. Se concentrati, infatti, hanno un odore che ricorda proprio quello dell’elemento chimico o, per richiamare odori più “familiari”, quello della cipolla o della carne, come riportano i ricercatori. Questi composti sono prodotti a seguito dell’interazione tra le molecole del sudore e i batteri Staphylococcus hominis. Nelle cavità delle ascelle dimorano milioni e milioni di batteri, più di sette miliardi, il numero degli abitanti sul Pianeta.
Lavarsi sempre con sostanze non irritanti
Lo studio apre la strada alla messa a punto di nuovi deodoranti in grado di disinnescare questo processo. I prodotti oggi in uso riescono a inibire la sudorazione o a coprire il cattivo odore, ma non – come vorrebbero gli autori di questo lavoro – di impedire ai batteri la produzione di tioli. Secondo i due ricercatori sarebbe inutile provare a eliminare tutti i batteri.
Il principale componente dei prodotti anti-odori è il cloruro di alluminio, una sostanza anche antisettica, battericida. Invece, sarebbe importante mantenere il microbioma delle cavità ascellari il più intatto possibile per salvaguardare la sua capacità di produrre difese immunitarie e di contrastare l’azione dei microorganismi patogeni.
«In attesa di questi nuovi prodotti – conclude lo specialista – possiamo continuare a usare gli astringenti a base di cloruro d’alluminio e seguire alcune buone norme di igiene, dal lavaggio con sostanze non irritanti per allontanare i batteri alla rasatura che è raccomandata perché i peli trattengono l’umidità e fanno proliferare i batteri».
