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Benessere

Couperose, è tutta colpa del freddo

06/02/2015

Nelle giornate più fredde dell’anno la pelle – il nostro organo più esposto alle influenze provenienti dall’ambiente esterno – viene sottoposta a sbalzi di temperatura tali da generare l’insorgenza della couperose, la malattia epidermica che si manifesta attraverso il crearsi di numerose venuzze sul viso.

A che cosa è dovuta la couperose, come la si può prevenire o curare? L’abbiamo chiesto alla dottoressa Marzia Baldi, dermatologa, responsabile degli Ambulatori di Dermatologia di Humanitas Gavazzeni.

Che cos’è la couperose e quali sono le sue origini?

«La couperose colpisce in particolare il volto e dipende dalla presenza di capillari che risultano dilatati rispetto al normale a causa delle variazioni della temperatura: quando aumenta il freddo i vasi tendono a restringersi, con il caldo a dilatarsi. Questa continua variazione del calibro dei vasi superficiali della pelle porta a uno sfiancamento degli stessi, che si manifesta esteriormente con le antiestetiche venuzze».

La couperose è solo un problema estetico o può comportare conseguenze più fastidiose dal punto di vista della salute?

«Nella fase più avanzata della dilatazione dei vasi sanguigni, propria della couperose, può verificarsi un afflusso di sangue tale da provocare la comparsa di ipertrofia del tessuto cutaneo o di acne rosacea, caratterizzata da pustole che richiedono terapie mirate, a base di trattamenti farmacologici sistemici».

È possibile prevenire la couperose?

«Sì, la couperose può essere prevenuta evitando di sottoporre la pelle del nostro viso a eccessivi sbalzi di temperatura. Quando si è all’esterno bisogna proteggerla con una sciarpa alta sul viso e quando si entra in un ambiente caldo bisogna gestire il passaggio a temperature più alte scaldando le guance con le mani protette dai guanti».

E se i capillari dilatati sono già visibili sul viso, che cosa si può fare?

«Nella prima fase di visibilità dei capillari dilatati, è possibile intervenire alla loro eliminazione con creme, se la fase è lieve, o con trattamenti con laser. Negli stadi più avanzati, invece, le terapie sono di natura farmacologica o, nei casi più gravi, anche chirurgica».

 

Risposte della dottoressa Marzia Baldi

responsabile Ambulatorio Dermatologia Humanitas Gavazzeni

 

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