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Benessere

Troppo sport può far male al cuore?

12/02/2014

Evitare gli sport estremi e gli eccessi, ricordarsi che a ogni età corrisponde un carico di allenamento diverso, far riferimento al medico di base e al cardiologo per non correre rischi. Per godere appieno dei benefici dell’attività fisica sul cuore e sulla circolazione sanguigna bisogna procedere con prudenza.

«Prima di tutto dobbiamo distinguere le persone ‘completamente sane’, per le quali, fatta eccezione per gli sport estremi, l’attività fisica non può che fare bene dalle ‘persone in salute’. Per queste ultime, nel fare sport, occorre essere cauti perché potrebbero nascondere qualche problema, anche modesto, di tipo valvolare», avverte Maurizio Gasparini, responsabile dell’Unità Operativa di Elettrofisiologia ed Elettrostimolazione di Humanitas.

 

A ogni età il suo sport

Non bisogna sottovalutare benefici e rischi dell’attività sportiva. A tutte le età. «Un po’ di footing– dice il dottor Gasparini –, la classica corsetta giornaliera al parco e una pedalata in bicicletta vanno bene, ma quando ci si improvvisa maratoneti e si vuole strafare possono esserci delle conseguenze».

E il cuore, soprattutto dopo una certa età, ne risente. «Dobbiamo immaginare che quando una persona si sottopone a un’attività  intensa – dice il medico –, con allenamenti plurisettimanali e sforzi protratti, il muscolo cardiaco modifica la propria struttura per sopportare lo sforzo: la frequenza cardiaca si abbassa, ma a questo fenomeno corrisponde la necessità di una maggiore gittata cardiaca».

A questo punto le camere cardiache si dilatano e il cuore si ingrossa. «Quello che è un adattamento inizialmente fisiologico del muscolo cardiaco allo sforzo – sottolinea il cardiologo – può trasformarsi in qualcosa di patologico: c’è il pericolo che alla bradicardia, l’abbassamento delle frequenza cardiaca sotto la normale soglia, si associ la dilatazione delle camere cardiache, con il rischio di innescare pericolose aritmie».

Sono noti i casi di campioni dello sport per i quali le aritmie sono risultate fatali. La certificazione per l’attività non agonistica è utile alla prevenzione di questi eventi e in ogni caso è importante sottoporsi a una visita cardiologica completa e valutare con il medico il programma di allenamento più adatto all’età e alle condizioni fisiche.

 

                                                                          Pillola a cura del dottor Maurizio Gasparini

Responsabile UO Elettrofisiologia ed Elettrostimolazione di Humanitas

 

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