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Benessere

Ora il mal di montagna può essere previsto

26/02/2014

Quello del mal di montagna è un problema che non deve essere sottovalutato, soprattutto da alcune categorie di persone tra le quali sono ricompresi gli anziani e coloro che sono affetti da patologie legate ai polmoni, al cuore o alle vie coronariche.

Per tutti loro, una buona notizia giunge da uno studio che ha visto ricercatori italiani e francesi lavorare gomito a gomito e mettere a punto due semplici test con cui hanno misurato le reazioni alle alte quote di 24 volontari, scelti tra persone sane e persone che avevano già manifestato episodi di mal di montagna grave.

I risultati del progetto, presentati a Istanbul nel corso dell’ultimo congresso dell’European Society of Cardiology, rivelano che oggi, dopo quattro ore dall’arrivo in quota, è possibile capire se la persona sottoposta ai test manifesterà, nelle ore successive, problemi di mal di montagna. Una valutazione fatta tenendo conto di due parametri: quello relativo alla saturazione di ossigeno nel sangue e quello riferito alla funzione ventricolare destra.

Ma che cos’è il mal di montagna e come si manifesta? Ne parliamo con il dottor Stefano Ottolini, aiuto in Medicina d’Urgenza e medico di Pronto Soccorso in Humanitas.

Dottor Ottolini, che cosa s’intende, di preciso, con “mal di montagna”? A partire da quali altezze tende a manifestarsi?

«Il mal di montagna è una patologia dovuta al mancato adattamento dell’organismo alle elevate altitudini. Nei soggetti predisposti, i primi sintomi iniziano a manifestarsi in genere ad altezze intorno ai 3.500 metri, sebbene non siano rari i casi di manifestazioni cliniche ad altitudini meno elevate, a partire dai 2.500 metri, talvolta meno. Tuttavia è importante ricordare che non è tanto l’altitudine raggiunta a essere determinante per la comparsa delle prime manifestazioni di questa patologia, quanto piuttosto e soprattutto la velocità con cui tale altitudine è stata raggiunta. Si tratta di una patologia che nei casi più gravi, se non adeguatamente e tempestivamente trattata può essere letale».

Quali sono i sintomi più evidenti del mal di montagna?

«In genere il primo e più comune sintomo manifestato è la cefalea. La cefalea si associa poi a uno o più di questi sintomi: fatica, vertigini o senso di stordimento, insonnia, irritabilità, perdita di appetito, nausea o vomito. Nei casi più severi compare una respirazione superficiale e affannosa. I casi gravi possono manifestarsi invece drammaticamente, con un quadro di edema polmonare o cerebrale».

Quali sono i soggetti che ne sono più esposti? Quali rischi corrono?

«Soggetti diversi hanno differente suscettibilità al mal di montagna. Non esistono fattori specifici che indichino una particolare suscettibilità o meno dei soggetti, quali sesso, età o condizioni fisiche. Sono piuttosto l’altitudine raggiunta, la velocità di ascensione, il tipo di attività fisica svolta in alta quota associati alla suscettibilità individuale a essere considerati fattori che contribuiscono alla possibilità che il mal di montagna si manifesti».

Come si può curare il mal di montagna, una volta che ne siamo colpiti? Può essere prevenuto?

«Il miglior trattamento consiste proprio nella prevenzione. Il che significa pianificare un’ascensione in modo lento e graduale, lasciare tempo all’organismo di adattarsi, non esagerare con gli sforzi fisici. L’unica cura efficace, una volta che si manifestano i sintomi, è quella di portare il malato ad altitudini più basse, in genere poche centinaia di metri possono essere sufficienti. Esistono farmaci che vengono utilizzati per ridurre o alleviare i sintomi (acetazolamide, desametasone, ibuprofene, nifedipina, furosemide, per citarne alcuni), ma vanno utilizzati con cautela e solo dopo valutazione e prescrizione medica. Alleviare i sintomi non significa curare la malattia! I casi gravi devono essere gestiti e trattati in ambito ospedaliero».

Quanto può essere utile sapere con anticipo se potremmo essere soggetti a questo particolare malessere?

«Se un soggetto sapesse di essere particolarmente suscettibile a sviluppare il mal di montagna, avrebbe tutto l’interesse a mettere in atto con particolare attenzione tutte le azioni preventive sopra descritte (accorta pianificazione, adattamento, ascensione lenta e graduale) utili a prevenire l’insorgenza di questa patologia. Le attività più impegnative dovrebbero poi essere svolte solo dopo valutazione medica».

 

a cura di Luca Palestra

 

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