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Benessere

Smog, quando la trombosi è nell’aria

07/02/2014

Attenzione allo smog. L’appello è stato lanciato dalla comunità scientifica internazionale riunita a Milano in Assolombarda insieme ad associazioni, pazienti e cittadini.

Nel corso della tavola rotonda “Trombosi… nell’aria”, organizzata dall’Associazione per la Lotta alla Trombosi (ALT), sono state messe in luce le malattie causate dallo smog che non riguardano soltanto quelle respiratorie ma comprendono anche trombosi, infarto, ictus ed embolia polmonare.

Tutti siamo a rischio, ma in particolare anziani e bambini. Un problema che ci tocca da vicino: nella classifica delle aree più inquinate d’Europa la Lombardia ha un triste primato, con una riduzione dell’aspettativa di vita di 2-3 anni rispetto alla media e Milano risulta, al pari di Torino, la capitale dello smog in Italia.

Un ambiente sano, per persone sane

Il lavoro di ALT è fondamentale perché informa sui sintomi della trombosi in modo che tutti possano conoscerli ed evitarli, promuove iniziative a sostegno di chi è sano, di chi ha avuto un incontro ravvicinato con la trombosi e da oggi anche di chi assiste le persone in terapia anticoagulante con il nuovo strumento del forum Mi curo di te. Senza mai dimenticare il sostegno alla ricerca. Questa iniziativa vuole essere un punto di partenza per incentivare la sensibilità della cittadinanza e l’intervento delle istituzioni sullo stato di salute dell’ambiente e, di conseguenza, delle persone.

I dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, discussi durante l’incontro moderato da Nicoletta Carbone di Radio24, sono allarmanti: su 53 milioni di morti in tutto il pianeta, ogni anno, 3,3 milioni sono causati dall’inquinamento dell’aria nell’ambiente esterno e la prima causa scatenante l’infarto acuto è proprio lo smog.

Questo è responsabile anche dell’ictus, con una relazione che solo negli ultimi tempi è stata accertata dai ricercatori: «Tra gli inquinanti certamente responsabili ci sono le polveri ultrasottili generate dai tubi di scappamento delle auto – ha spiegato Paola Santalucia, neurologa e vicepresidente ALT –. È proprio la loro capacità di depositarsi a livello polmonare e di provocare uno stato infiammatorio che provoca un aumento di ictus di tipo ischemico».

La riduzione del traffico, primo obiettivo da perseguire

Alle istituzioni, sia locali, sia nazionali, gli scienziati hanno lanciato un appello perché si intervenga al più presto nel migliorare le condizioni ambientali in cui viviamo, a cominciare dalla riduzione del traffico.

Anche i cittadini possono fare molto, cambiando il loro stile di vita, come da tempo sostengono i “Genitori Anti Smog” di Milano, che promuovono iniziative sul territorio per sensibilizzare le istituzioni ma anche le famiglie.

Un ruolo di grande responsabilità lo riveste l’Europa. «All’Unione Europea – sottolinea Roberto Bertollini, direttore del Programma per la salute e l’ambiente dell’Oms presso l’Unione europea – la comunità scientifica e le associazioni chiedono una politica più decisa e aggressiva per contrastare l’inquinamento dell’aria, che produce un grave danno di salute e in termini economici. La presidenza di turno italiana deve essere l’occasione per fissare efficaci strategie di lotta all’inquinamento».

 

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