Le donne sono certamente più colpite dall’esigenza di far conciliare il mondo domestico con quello del lavoro perché, come ci spiegano i professionisti di Humanitas, spesso sono investite di un carico maggiore nell’organizzazione familiare.

Questo conflitto può interessare in modo particolare quelle donne che svolgono una professione che richiede loro una grande responsabilità e un investimento di tempo notevole o quelle persone che per situazioni lavorative particolari non sono nelle condizioni di dire di no o di assentarsi o di non essere sempre disponibili, pena la perdita del posto.

In queste occasioni diventa necessario, e dunque complesso, organizzarsi: al primo posto c’è il lavoro o la famiglia?

1. Avere chiare le priorità. Ciascuno ha una propria scala di valori, una serie di obiettivi da raggiungere e di progetti da realizzare. In genere, in termini assoluti la famiglia occupa il primo posto, eppure possono esservi momenti nella vita in cui le priorità temporaneamente vengono messe in discussione. Ecco perché è importante capire in quel momento preciso quali sono le priorità: i valori ai massimi livelli possono rimanere invariati, ma in quella situazione cosa è opportuno prediligere? Dare precedenza al lavoro in un dato periodo non significa trascurare la propria famiglia in assoluto, ma solo dedicare le proprie energie al lavoro in un momento in cui è fondamentale farlo.
2. Trovare risorse che possano venire in aiuto. Una volta stabilite le priorità e appurato che non abbiamo il dono dell’ubiquità è importante capire come organizzarsi. Questa è certamente una delle difficoltà maggiori per le famiglie italiane. L’ideale è non improvvisare e non vivere alla giornata, ma cercare di avere un’organizzazione precisa e anche un “piano B”, nel caso qualcosa vada storto. È importante poi provare a costruire una rete intorno a sé, cui fare riferimento nei momenti di emergenza: familiari, babysitter, vicini di casa, famiglie dei compagni dei propri figli. Anche sul lavoro, qualora possibile, è consigliabile organizzarsi: se so che per un dato periodo o in un giorno preciso sarò assente, posso portarmi avanti con le mie mansioni in modo da non sovraccaricare eventualmente i miei colleghi e non ritrovarmi con tanto lavoro arretrato al rientro.
3. Dedicare tempo di qualità ai propri affetti. La quantità di tempo che si trascorre con le persone che si amano è certamente importante; in un’ottica di organizzazione complessa casa-lavoro è però ancora più prezioso dedicare tempo di qualità alla propria famiglia. Le ore libere insieme come le trascorriamo? Talvolta vale di più un tempo limitato e significativo che non viceversa.
4. Il lavoro al lavoro, le questioni familiari a casa. È di uso comune l’espressione “non portarsi il lavoro a casa” e in un certo senso è un’attenzione importante: occorre infatti cercare di separare a livello mentale gli spazi. Non vuol dire però che in famiglia sia vietato parlare di lavoro, anzi: raccontare al proprio compagno e ai propri figli dove si lavora, di che cosa ci si occupa, concentrandosi sugli aspetti positivi della propria professione è una condivisione preziosa che aiuta anche ad avere un sostegno nei momenti delicati sul lavoro. Lo stesso discorso vale con i colleghi: instaurare con qualcuno un rapporto più profondo consente anche di poter confidare se si hanno difficoltà a casa e chiedere un aiuto, se occorre.
5.  Difendere le occasioni importanti. Se ci sono  occasioni importanti in famiglia che si desiderano proteggere, diventa davvero fondamentale organizzarsi: una recita di un figlio a scuola, il compleanno di una mamma anziana, una delicata visita medica di un familiare sono solo alcuni esempi di situazioni in cui può essere importante la nostra presenza. Sapendolo per tempo e organizzandosi con gli impegni di lavoro è possibile prendere qualche ora di permesso senza la preoccupazione di aver lasciato lavori in sospeso.