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Benessere

Dormi male? Il tuo cuore è a rischio

19/06/2013

Dormire poco potrebbe far male alla salute cardiovascolare delle donne perché comporterebbe il rischio di aumentato livello di infiammazione dell’organismo.

Come ci spiegano i professionisti di Humanitas, lo studio ha coinvolto una popolazione di pazienti abbastanza vasta affetti da malattie cardiovascolari.

I soggetti erano di entrambi i sessi e una parte di essi ha riportato una facilità a svegliarsi precocemente con successiva fatica alla ripresa del riposo. I volontari sono stati sottoposti al prelievo di sangue per la determinazione di alcuni biomarcatori come la proteina C reattiva e il fibrinogeno a inizio e fine osservazione per verificare se la qualità e la quantità del sonno comportassero una maggiore alterazione di questi fattori.

Che cosa è emerso dallo studio?

Dai dati è emerso che i disturbi del sonno si associano ad aumentati livelli dei biomarcatori solo nelle donne. Non c’è dunque una correlazione diretta con eventi cardiovascolari, ma i disturbi del sonno possono aumentare l’infiammazione e così suscitare una più vivace coagulazione con probabile innalzato rischio cardiovascolare.

Le malattie cardiovascolari nel sesso femminile

Si tratta di uno studio osservazionale interessante che ci consente di entrare un po’ di più in alcuni meccanismi come l’aterosclerosi, che colpisce in modo rilevante le donne soprattutto dopo l’età fertile, magari in concomitanza con uno stato infiammatorio che comporta anche un aumentato rischio trombotico. Ci permette anche di focalizzare l’attenzione su tutta la ricerca clinica ed epidemiologica relativa alle malattie cardiovascolari, nel contesto della quale la rappresentatività maschile è nettamente superiore a quella femminile. Lo stesso si osserva anche nell’identificazione e nel trattamento della cardiopatia ischemica nella pratica clinica quotidiana, ormai consapevoli che negli uomini vengano più facilmente impiegati, rispetto alle donne, percorsi di diagnosi e cura in linea con le indicazioni delle società scientifiche cardiologiche.

Accanto al problema della sottostima dei disturbi cardiovascolari e della loro atipicità, che spesso si manifestano nel genere femminile, esiste anche una minore partecipazione delle donne agli studi clinici di intervento e una tendenza da parte degli operatori sanitari a ritardare il processo diagnostico, scegliendo spesso un approccio terapeutico meno aggressivo. Osservare di più le donne anche dal punto di vista scientifico aiuterebbe invece a individuare similitudini e differenze di evoluzione della malattia cardiovascolare rispetto agli uomini e contribuirebbe all’ottimizzazione della terapia e della prognosi.

 

A cura di Valeria Leone

 

 

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