Le mamme italiane sono le più vecchie d’Europa

È stato recentemente reso pubblico il Secondo Rapporto sulla Salute Perinatale in Europa, che riporta l’analisi comparativa, per 29 Paesi europei, di trenta indicatori chiave raggruppati in quattro aree principali: salute feto-neonatale e del bambino, salute materna, caratteristiche delle popolazioni e distribuzione dei fattori di rischio, assistenza sanitaria.

 

Come ci spiega il Prof. Paolo Levi Setti, Responsabile del Dipartimento di Ginecologia e Medicina della Riproduzione di Humanitas, il rapporto si riferisce all’anno 2010. Il dato che emerge in maniera significativa è che in Italia vi è la più alta percentuale di donne gravide in età più avanzata: il 34,7% delle italiane infatti rimane incinta superati i 34 anni. La percentuale degli altri Paesi europei è più bassa.

 

Età più avanzata, maggiori complicanze in gravidanza

L’età più avanzata delle donne è un’importante chiave di lettura: risulta così comprensibile l’aumento delle complicanze correlate ad alcune situazioni della gravidanza, più frequenti proprio nelle donne non più giovanissime. Spiega inoltre, almeno in parte, come il livello dei cesari in Italia sia sceso, ma in maniera meno significativa rispetto ad altri Paesi simili al nostro (Francia, Spagna). Le donne meno giovani vanno più facilmente incontro a complicanze, che spesso si affrontano con un parto cesareo.

 

Va però sottolineato che dal rapporto emerge come l’Italia sia uno dei Paesi con ottimi livelli di assistenza in gravidanza e al neonato. Le complicanze sono una delle condizioni di maggior rischio per la salute della donna e persiste tuttora, nonostante gli ottimi livelli di assistenza, il rischio di morire per una di queste complicazioni.

 

La riproduzione assistita

Il 5-6% delle nascite in Europa avviene grazie alla riproduzione assistita, si tratta di una percentuale piuttosto alta. In Italia il dato è sottostimato, molte gravidanze con riproduzione assistita non vengono denunciate: molte donne preferiscono non comunicare queste scelta e molte procedure vengono scelte all’estero. Il registro nazionale della procreazione medicalmente assistita obbliga le strutture a denunciare queste procedure, ma poi non c’è contatto tra i dati di questo registro e quelli del registro nascite.

 

Il fertility rate italiano

In tutta Europa, seppur in modo diverso, il tasso di mantenimento del livello di natalità è supportato dalla nascita di bimbi di coppie straniere; in Italia la percentuale è intorno al 19%. Il livello di fertilità italiano è uno dei più bassi in Europa, questo ci pone a serio rischio: l’”italianità” potrebbe quasi estinguersi in un cinquantennio. Il livello di mantenimento della popolazione dovrebbe avere il fertility rate (il tasso di fecondità totale) a 2, attualmente siamo all’1,41.

 

Perché si diventa mamme tardi?

Non si può addossare la colpa di una tardiva maternità alle donne, la situazione è complessa e comprende diverse dinamiche. La riflessione può essere fatta su due livelli: da un lato occorre ricordare che la fertilità ha un tempo e che più una coppia aspetta nel concepire un figlio, più il suo arrivo è difficoltoso. Dall’altro però ci vorrebbe una forte politica di supporto alla maternità, le coppie devono essere poste nelle condizioni di fare un figlio serenamente. La medicina della riproduzione è di grande aiuto per le coppie che faticano a concepire, ma da sola non basta.

 

Segui lo streaming con gli specialisti di Humanitas

Domenica 23 giugno, a partire dalle ore 9.30, segui lo streaming di “Passo dopo passo”. Un’occasione per conoscere tutti i passi del percorso della Medicina della Riproduzione, con un’attenzione particolare agli aspetti della qualità di vita della coppia, grazie anche alla presenza di testimonianze di pazienti che sono riusciti a realizzare il loro sogno.

Medici e biologi saranno a disposizione per rispondere a tutte le domande raccolte attraverso il sito www.humanitas.it/fertility, e su twitter (#passodopopasso).

 

A cura di Valeria Leone

Redazione Humanitas Salute: