Stai leggendo Cannabis e droghe leggere, quali rischi si corrono?

Benessere

Cannabis e droghe leggere, quali rischi si corrono?

28/11/2012

 

‘Leggere’ o ‘pesanti’ sono pur sempre droghe ed i loro effetti sull’organismo sono devastanti. Danneggiano irreparabilmente il sistema nervoso centrale, sono causa di numerose patologie gravi, e portano spesso alla tossicodipendenza. Si tratta di un problema culturale, ben radicato nella società, che necessita di maggior informazione per essere compreso ed arginato.

Le recenti liberalizzazioni che agevolano il consumo di droghe ‘leggere’, approvate in America e in Europa, sembrano infatti non tenere conto di questi rischi e della possibilità che l’individuo sviluppi nel tempo una dipendenza da queste sostanze. In Colorado e nello stato di Washington è divenuto così legale l’uso di droghe ‘leggere’ per scopi ricreativi. In Europa, il governo olandese ha deciso di rinunciare alla legge che aveva introdotto all’inizio di quest’anno per impedire la vendita di cannabis e altre droghe ‘leggere’ ai turisti stranieri, incoraggiando così nuovamente la vendita e l’utilizzo in tutta libertà di queste sostanze.

Le droghe tuttavia, ‘leggere’ o ‘pesanti’ che siano, sono in grado di dare effetti psicotropi e neuronali con conseguenze disastrose per l’organismo.

“Questa classificazione assai diffusa fra la popolazione, che distingue le droghe in ‘leggere’ e ‘pesanti’, ovvero in meno dannose e più dannose – spiega il dott. Michele Lagioia – è di fatto scorretta dal punto di vista scientifico, poiché si basa esclusivamente sul concetto di pericolosità. Le droghe cosiddette ‘leggere’, in realtà, sono pericolose e nocive tanto quanto quelle ‘pesanti’, sebbene la loro azione sia più lenta e sia necessario assumerne una quantità maggiore per sviluppare dipendenza e andare incontro a rischi per la salute. Non per questo, però, devono essere sottovalutate. La definizione di droghe ‘leggere’, nella quale sono comprese la canapa indiana, in primis, e i suoi derivati, marijuana e hashish, è dunque fuorviante e frutto di un retaggio culturale sul quale bisognerebbe lavorare affinché ci fosse una reale comprensione dei rischi che comporta l’uso di queste sostanze”.

Droghe leggere: una definizione

La definizione di droga ‘leggera’ nasce negli anni’30 quando la cannabis inizia a diffondersi e ad essere riconosciuta dalla popolazione come sostanza di fatto non così pericolosa per la vita, come era sempre stata descritta fino ad allora. Da questo momento, la canapa indiana è considerata una sostanza innocua per mezzo della quale non si può morire, sebbene abbia la caratteristica subdola di portare, col passare del tempo, chi ne fa uso a ricorrere a sostanze ben più pericolose, in molti casi addirittura letali, quali l’eroina e la cocaina, considerate dunque droghe ‘pesanti’. Da qui nasce la ‘teoria del passaggio’, che tuttavia non ha ancora trovato piena dimostrazione scientifica essendo basata su argomentazioni di psicodinamica.

“In realtà – precisa il dott. Lagioia – le droghe vengono scientificamente classificate in tre gruppi, distinti sulla base degli effetti che queste sostanze producono sull’organismo. Possiamo così suddividerle in:

  1. droghe deprimenti: agiscono sul sistema nervoso centrale deprimendo gli impulsi nervosi e rallentando le funzioni cerebrali dell’individuo. Fanno parte di questa categoria gli oppiacei che comprendono sia sostanze di origine vegetale come l’oppio, sia sostanze raffinate chimicamente come morfina ed eroina, sia molecole di sintesi come metadone e pentazocina. A questi stupefacenti si aggiungono anche tranquillanti, barbiturici e anestetici usati naturalmente non a scopi chirurgici. Pericolosissimo è inoltre l’uso di queste sostanze per contrastare gli effetti delle droghe eccitanti. Molti ragazzi, non consapevoli del pericolo a cui vanno incontro, spesso, durante i rave party mischiano queste sostanze antagoniste (eccitanti e deprimenti) creando dei cocktail che possono diventare letali. Da ultimo, anche l’alcool può rientrare in questa categoria.
  2. droghe stimolanti: in questo caso agiscono come eccitanti sul sistema nervoso centrale producendo stati di euforia, potenziamento delle attività mentali, diminuzione del senso di fatica e, di conseguenza, aumento dell’attività muscolare. I rischi sono molteplici anche per l’apparato cardiorespiratorio, poiché l’assunzione di questi stupefacenti aumenta la frequenza cardiaca e la pressione arteriosa. Le sostanze più diffuse di questo tipo sono la cocaina, le amfetamine, di cui l’ecstasy è il derivato maggiormente conosciuto e diffuso.
    In questa categoria andrebbero incluse anche altre sostanze eccitanti, quali il caffè e la nicotina, non considerate in genere alla stregua delle droghe, ma di fatto anche esse in grado di dare questi effetti, anche se in misura minore e differente, e di generare dipendenza.
  3. droghe allucinogene: comprendono sostanze naturali, quali la mescalina e i funghi allucinogeni, ma anche di sintesi come la ketamina, uno degli stupefacenti più conosciuti. A questa categoria si associano poi le droghe definite ‘leggere’, ovvero la canapa indiana e i suoi derivati, LSD e l’ecstasy stessa, che può dare a sua volta effetti di tipo allucinogeno: dalla percezione alterata della realtà, alla perdita temporanea del senso di realtà e pericolo.
    A questo gruppo si uniscono poi tutte quelle droghe di ‘nuova generazione’, ottenute con variazioni chimiche, che possono essere pericolosissime per la salute. Per fare qualche nome citiamo DMT, STP, PCP, note anche come ‘droghe ricreazionali’ o ‘del divertimento’ ”.

L’uso di marijuana, così come di altre sostanze stupefacenti, può determinare danni al sistema nervoso centrale, produrre sindromi amotivazionali e in alcuni casi sindromi respiratorie e cardiache. Può inoltre aumentare il rischio di contrarre malattie infettive, perché indebolisce il sistema immunitario. Questi pericoli possono aumentare a causa dell’interazione data dall’assunzione di droghe in concomitanza a farmaci e/o alcool.

Il consumo di droghe leggere

Il consumo di droghe è ancora molto diffuso in tutto il mondo, secondo il World Drug Report del 2012 sono infatti circa 230 milioni le persone adulte che hanno fatto uso di droga almeno una volta nel 2010. La cannabis è la droga più diffusa al mondo e il suo consumo è in netta crescita soprattutto nei paesi in via di sviluppo. L’8 % della popolazione adulta fa uso regolare di erba anche nei paesi sviluppati come l’Italia, la Francia, la Spagna, gli Usa e il Canada, senza che si generi un effettivo allarme legato agli effetti fisici e psichici che derivano dall’uso di questa sostanza, ritenuta meno tossica rispetto a quelle droghe che hanno invece effetti devastanti ed immediati sull’organismo, anche se assunte in quantità inferiori.

“Ma tutte le droghe – prosegue il dott. Lagioa – ‘leggere’ o ‘ pesanti’ che siano, secondo la distinzione comunemente diffusa fra la popolazione, sono infatti in grado di dare dipendenza fisica e pisichica, motivo per cui non va mai sottovalutata la loro assunzione, anche se sporadica.

La dipendenza da droghe leggere

La dipendenza fisiologica comporta la necessità di assumere stupefacenti nel momento in cui la loro presenza nell’organismo viene meno. L’individuo è spinto così a ricercare nuovamente la sostanza, con un grado di intensità che varia a seconda della quantità e della frequenza con cui è abituato ad assumere droga. Da questo tipo di dipendenza si può uscire, ma il rischio vero risiede nella dipendenza psicologica che spesso si associa a quella fisica. In questo caso, molto spesso, l’individuo non è più in grado di liberarsi di questa schiavitù, poiché la droga compromette le funzioni cerebrali. Naturalmente, maggiori sono le quantità assunte e più alta è la frequenza con cui la si consuma e più è probabile che si sviluppi la tossicodipendenza”.

Il tema delle droghe è dunque un problema di carattere culturale, anche se l’approccio legislativo in molti casi tende al proibizionismo nei confronti degli usi ‘ricreativi’ delle droghe. Un’apertura maggiore si  registra oggi, invece, a livello internazionale verso l’uso terapeutico di alcune sostanze stupefacenti per contrastare il dolore in particolare nel paziente oncologico.

“Tuttavia, la strada da fare è ancora lunga – conclude il dottor Lagioia – va fatta ancora molta chiarezza sulle droghe ed i loro effetti, senza dimenticare che, anche prodotti come l’alcool o il tabacco, sebbene non considerati al pari delle droghe, possono avere effetti altrettanto devastanti. Lo vediamo, per esempio, proprio con i ragazzi, che in età sempre più giovane iniziano a consumare alcool e sostanze stupefacenti, assumendone spesso col passare del tempo quantità sempre più elevate. Lo stesso vale per il fumo, nonostante i costi aumentati e le compagne di prevenzione e informazione, tante persone continuano a fumare e comportamenti quali, consumare due/tre pacchetti di sigarette al giorno possono essere nocivi, per motivi diversi, tanto quanto la marijuana. Ciò che voglio dire è che occorre un radicale cambiamento culturale che porti la comunità a comprendere che non solo le droghe, ma anche sostanze come il tabacco e l’alcool danno dipendenza e sono tossiche, soprattutto se consumate senza alcuna moderazione.”

A cura di Irene Zucchetti

Articoli che potrebbero interessarti

Non perderti i nostri consigli sulla tua salute

Registrati per la newsletter settimanale di Humanitas Salute e ricevi aggiornamenti su prevenzione, nutrizione, lifestyle e consigli per migliorare il tuo stile di vita