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Benessere

Una cattiva compagna di viaggio

11/05/2004

Mal d’aria e mal d’auto: la cinetosi colpisce giovani e adulti e spesso condiziona la scelta del mezzo di trasporto per andare in vacanza. I consigli per combatterla del dottor Arturo Poletti

Mal di mare, mal d’auto, mal d’aria: sgradevoli compagni di viaggio, il cui nome scientifico è cinetosi. Si avvicina il tempo delle vacanze e con esso, per molti, il momento di affrontarle. A volte sono tanto ingombranti da condizionare drasticamente la scelta del mezzo di trasporto e, di conseguenza, del tipo di vacanza. Perché se ne soffre, e perché, per alcuni, questo disturbo è tanto rilevante? Il dottor Arturo Poletti, responsabile dell’Unità Operativa di Otorinolaringoiatria in Humanitas, ce ne rivela i meccanismi. Oltre ai farmaci, anche l’abitudine e un buon autocontrollo aiutano a ridurne significativamente gli effetti.

Un conflitto interno
Il corpo umano è “programmato” per sopportare senza conseguenze solo certe velocità e accelerazioni, che non sono certo quelle della macchina, o meno ancora quelle di un aereo. Allo stesso modo è fatto per camminare sulla terraferma, dove la stabilità del suolo e la presenza di punti fissi cui riferirsi sono fondamentali per non mandare in tilt il suo senso dell’equilibrio. Per questo, nelle situazioni di accelerazione troppo intensa o discontinua, a sbalzi, che si subiscono passivamente quando si è trasportati, si soffre di cinetosi. Non solo. Anche osservare un’immagine in movimento può bastare a evocarla. Questo disturbo è infatti una sorta di “conflitto” tra quello che gli occhi vedono e le informazioni che l’organo dell’equilibrio manda al cervello. Per fare un esempio, quando si sta fermi l’organo dell’equilibrio si “tara” su una certa posizione particolare, e gli occhi raccolgono immagini in “armonia” con quello stato del corpo. Se però si osserva un’immagine in forte movimento, nel cervello si crea un conflitto tra le due sensazioni che, in coloro che hanno una bassa soglia per i disturbi vertiginosi, induce la ben nota e fastidiosa sintomatologia.

I momenti critici
Il mal d’auto, che si prova a leggere o anche semplicemente a stare in macchina, compare quando ci sono curve e si va incontro a continui cambi di velocità e direzione, ma non quando la strada è dritta e la velocità è costante. In aereo si soffre nelle fasi di decollo e atterraggio e non durante la fase di crociera, a meno che non ci siano dei cambi repentini di quota. Questo avviene perché il sistema vestibolare percepisce una velocità diversa da quella che gli occhi, e, nel caso della lettura, il foglio davanti agli occhi, suggeriscono. Il disturbo si fa maggiormente sentire durante i viaggi in nave, specie se c’è onda lunga, perché in quel caso il sistema è sottoposto a stimoli continui. Può essere annoverata tra le cinetosi anche la sensazione di disorientamento che si può provare durante un’immersione, quando il malessere è indotto dalla mancanza di un punto di riferimento.

L’importanza di un punto fisso
Per stabilizzare il circuito cervello-sistema vestibolare-occhi bisogna avere un punto di riferimento che permetta l’instaurarsi di un nuovo equilibrio. In nave, per esempio, quando si sta male bisogna andare sul ponte o dove si possa guardare l’orizzonte ed avere un punto di riferimento. Chi guida in genere non soffre, sia perché segue diversi punti di riferimento, ma, soprattutto, perché è concentrato e tende, inconsciamente, a scartare le altre informazioni. I bambini sono soggetti alle cinetosi più degli adulti perché il loro sistema di controllo dell’equilibrio non è ancora maturo.

Combatterla naturalmente…
Un sistema per superarla “naturalmente”, certo non alla portata di tutti, è quello di cercare di abituarsi ai cambiamenti di velocità e di posizione verso i quali non saremmo naturalmente predisposti. Con l’abitudine, infatti, si riesce a deprimere l’attività del sistema vestibolare, aumentando il controllo su tutti gli stimoli raccolti sulla posizione del corpo e sul suo equilibrio. È quello che fanno in addestramento i piloti militari, che in volo sono sottoposti ad accelerazioni molto forti. Per i bambini, nei quali è minore la capacità di autocontrollo e di gestione delle sensazioni ricevute, il processo è più difficile.

…e con un aiuto
I farmaci a base di scopolamina eliminano la nausea e il vomito e hanno solo lievi effetti collaterali. Sono disponibili anche in cerotto che si può mettere dietro l’orecchio prima di iniziare il viaggio. Gli antistaminici sono una valida alternativa: la formulazione masticabile può favorire inoltre la compensazione nei viaggi aerei.
Nelle donne in età fertile soggette al mal di testa, la cinetosi, probabilmente per una correlazione ancora non chiara con l’assetto ormonale, si manifesta con maggiore intensità.

Qualche consiglio
Prima di affrontare la macchina, la nave o l’aereo, sarebbe meglio aspettare di aver digerito o, quanto meno, mangiare leggero. In caso di malessere, infatti, il primo organo a risentirne è lo stomaco: dal pallore si passa alla nausea e quindi al vomito. Mangiare alimenti secchi, come gallette o crakers, non è consigliabile perché fa aumentare comunque la produzione di succhi gastrici. La componente psichica gioca un ruolo importante tanto che il disturbo, a volte, può essere indotto dalla paura che se ne ha. Bisogna allora cercare di controllarlo e controllarsi. In tutti i casi di debilitazione fisica o psicologica si è più vulnerabili perché si è meno in grado di gestire le proprie sensazioni: dopo una lunga degenza si perde completamente l’abitudine per certe accelerazioni e anche stare in piedi può dare la nausea e la cinetosi.

Un caso particolare
Dopo un viaggio in nave resta “fisiologicamente”, per un certo lasso di tempo, la sensazione di essere ancora in navigazione. In casi molto rari succede che si continuino a percepire i movimenti oscillatori della nave anche per un anno e più, una volta che si è raggiunta la terra ferma. Questa cinetosi “estrema” è chiamata mal dello sbarco. Non c’è una causa reale, ma è il conflitto di stimoli di cui si è detto sopra, che, in soggetti particolari, si instaura per un lungo periodo.

A cura di Giorgia Diana

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