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Benessere

Un rimedio chirurgico per l’incontinenza

25/06/2002

L’Incontinenza Urinaria da Sforzo è un disturbo frequente che colpisce soprattutto le giovani donne. Esistono soluzioni definitive alternative all’utilizzo dei pannolini, in grado di risolvere definitivamente il problema e restituire alle pazienti una vita normale. Ne parliamo con gli specialisti dell’Unità Operativa di Ginecologia dell’Istituto Clinico Humanitas.

Cos’è l’Incontinenza Urinaria?
L’Incontinenza Urinaria (IU) è la perdita involontaria di urina tale da rappresentare un problema igienico e sociale. Le dimensioni di questo problema sono significative: anche se la reale prevalenza del disturbo non è ufficialmente nota, nel 1991 è stato stimato che in Inghilterra da 4 a 10 milioni di donne ne soffrissero. Anche in Italia non si conosce con precisione la prevalenza e l’incidenza dell’IU femminile, ma si stima che il circa 25% delle donne ne sia affetta e che circa un terzo di queste abbia una regolare perdita di urina. Esistono tipi differente di IU, che differiscono tra loro per le cause che provocano il disturbo: uno di questi, l’Incontinenza Urinaria da Sforzo (IUS) è una forma frequente di Incontinenza Urinaria che colpisce le giovani donne di età compresa tra 30 e 50 anni, con conseguenti ovvi disagi nella vita lavorativa, sociale e privata.

L’Incontinenza Urinaria da Sforzo, di cosa si tratta?
Consiste nella involontaria perdita di urine conseguente ad improvvisi aumenti della pressione endoaddominale che si possono verificare durante attività fisiche quotidiane come sollevare pesi, salire e scendere le scale, tossire, starnutire, praticare sport.

Quali sono le cause?
Due sono le possibili cause: la prima è la denervazione del pavimento pelvico, spesso legata al momento del parto; il danno si verifica se il momento dell’espulsione del bambino è lungo o se lo stesso è di dimensioni maggiori rispetto alla norma. Un danno ai nervi provoca un deficit al sistema muscolare che non è più in grado di sostenere i visceri pelvici con successivo possibile difetto di supporto dell’uretra e conseguente incontinenza urinaria. La seconda causa è la qualità del tessuto che circonda la vescica, che può essere, per costituzione, più fragile, non fornendo all’uretra e alla vescica un adeguato supporto meccanico.

Come viene diagnosticata l’Incontinenza Urinaria da Sforzo?
La diagnosi viene posta sulla scorta dei sintomi riferiti dalla paziente, ovvero la perdita di urine che si verifica durante gli sforzi, la tosse, lo starnuto, la corsa, la deambulazione, i rapporti sessuali.
Per dimostrare oggettivamente la presenza della IUS si utilizza lo “stress test”, che consiste nel far tossire la paziente in posizione supina ed eretta ad un vescica della vescica con 300 cc di acqua, e nel valutare, in questa situazione, l’entità del problema.

L’unica soluzione è l’utilizzo di pannolini?
No. Soprattutto nel caso delle giovani donne, per questo tipo di Incontinenza Urinaria si utilizza una tecnica chirurgica molto avanzata che elimina radicalmente il problema. Si tratta della “Tension Free Vaginal Tape”.

In cosa consiste?
La tecnica risolve il problema della IUS, incontinenza urinaria da sforzo, alla quasi totalità dei pazienti. Si tratta di un intervento mininvasivo che consiste nel posizionare un nastro di tessuto che non si riassorbe (prolene) a livello dell’uretra. Questo tessuto consente l’adeguato sostegno ai tessuti che, per fragilità o denervazione, avevano perso la loro funzione meccanica. Questa nuova tecnica ha il vantaggio di poter essere praticata in anestesia locale assistita e quindi può essere estesa anche alle pazienti con rischio anestesiologico aumentato. Il vantaggio di avere la paziente sveglia ci consente, inoltre, di eseguire in sede intraperatoria lo “stress test”, modulando la tensione della piccola banda di tessuto così da raggiungere la continenza senza aver successive problematiche di svuotamento della vescica. Infine, il decorso post operatorio è caratterizzato dalla assenza del dolore e dal veloce ritorno alle normali attività lavorative.

A cura di Federica Rosazza

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