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Benessere

La salute nelle piante di casa

07/10/2003

Spesso le piante, quelle dei giardini dietro casa come quelle d’appartamento, nascondono dei pericoli. Sono tossiche, a volte letali e non sempre è noto.
Lesioni e intossicazioni di tipo domestico. Allergie insospettate e insospettabili scoperte dopo vent’anni di convivenza apparentemente innocua con una profumata Coleus blumei. Congiuntiviti contratte in ufficio perché sul davanzale della finestra c’è da sempre a scopo ornamentale un Ficus benjamin. Le piante nascondono “segreti”. Vale però ricordare anche per le sostanze nascoste nelle piante presenti nelle abitazioni il principio sostenuto da Paracelso (1439-1541): “Ogni sostanza è veleno e nessuna è innocua; soltanto la dose ne determina la velenosità”.

Quindi, le piante o parti di esse non sono, di per sé, velenose, ma lo possono diventare se consumate in quantità eccessiva o concentrata e provocare disturbi di una certa gravità a carico di certi organi o apparati. Se non addirittura la morte. Inoltre non tutti i soggetti presentano lo stresso grado di tolleranza nei confronti delle sostanze tossiche di origine vegetale.
Si va dalle dermatiti da contatto (eruzioni cutanee di tipo orticariforme, eruzioni bollose ed ulcerazioni) con ortiche o edera, alle allergie da pollini (che si manifestano sotto forma di rinite, congiuntivite e asma) sviluppate con periodicità stagionale per colpa in particolare delle graminacee. Fino alle vere e proprie intossicazioni da ingestione di pianta, responsabili del 4% di tutti gli avvelenamenti da ingestione accidentale, specie nei bambini, oppure dovuti a “terapie” casalinge, fai da te.

ANEMONE (o fiore del vento)
Di colore blu, rosso o bianco, l’estratto alcolico della pianta è impiegato per applicazioni locali nei dolori reumatici. Ma la sostanza tossica contenuta, il glicoside, in dosi eccessive provoca danni all’apparato digerente, ai reni e ulcere cutanee. L’estratto di 30 piante è letale per l’uomo

AGRIFOGLIO (o Leccio)
Albero perenne, con foglie sempre verdi lucide, a margine ondulato o dentellato e fiori bianchi e bacche rosse. La parte nociva è costituita dalle bacche e dalle foglie: ingerite provocano nausea, vomito, diarrea, crampi addominali e disidratazione. Il decotto di corteccia è però febbrifugo e antireumatico.

CICLAMINO
La medicina popolare usa la polvere del tubero come purgante e vermifugo, però tutta la pianta è nociva. La saponina contenuta agisce sull’apparato digerente e sul sistema nercoso centrale, provocando crampi allo stomaco, nausea, vomito, disidratazione, emolisi dei globuli rossi e paralisi dei centri respiratori.

EDERA
Il rampicante sempreverde oltre a produrre irritazione cutanea da contatto, se ingerita provoca nausea, vomito fino alla depressione cardiorespiratoria. La pianta ha però anche delle proprietà farmacologiche: l’estratto dalle foglie è espettorante e fluidificante, il cataplasma di foglie bollite è callifugo, viene utilizzato nelle scottature e come ravvivante il colore dei capelli. Inoltre, le foglie trovano impiego per la preparazione di prodotti fotocosmetici contro la cellulite.

GINESTRA
Arbusto con fiori gialli. Fornisce fibre per tessuti, corde e spaghi, ma anche un ottimo nettare per le api. La ginestra dei carbonai (deve questo nome all’uso che ne facevano i carbonai per radunare il carbone) contiene un glicoside cardioattivo (sparteina) dalle proprietà terapeutiche o tossiche.

MUGHETTO (o giglio delle convalli)
Le foglie essiccate sono utilizzate a scopo diuretico, l’infuso nelle palpitazioni e nella cefalea, l’olio essenziale nella preparazione di profumi, ma, se ingerita, la pianta può provocare oltre che nausea e diarrea, anche il collasso cardiorespiratorio.

NARCISO (o giunchiglia grande)
Narcotico in piccole dosi, in dosi più alte diventa emetico. Un’indigestione di narcisi provoca un’irritazione della mucosa gastrica, dolori addominali, bradicardia, ipertensione. Si ammette anche un’azione tossica per inalazione del profumo.

OLEANDRO
Per ingestione le foglie di oleandro possono provocare vomito, diarrea, ipotensione, disidratazione, aritmia, arresto cardiaco. Possono rivelarsi tossici alimenti grigliati su fuoco di legno di oleandro.

RODODENDRO
Tutte le parti del rododendro sono tossiche. I sintomi dell’intossicazione sono scialorrea, vomito sudorazione algida, difficoltà di parola, bradicardia, insufficienza respiratoria.

ROSA DI NATALE (elleboro)
Velenoso, la parte nociva è la radice, ha pure delle proprietà farmacologiche nella cura dei reumatismi, della gotta e delle malattie mentali. Ingerita, la rosa di Natale, provoca scialorrea, nausea, diarrea, convulsioni, aritmia, collasso.

STELLA DI NATALE
Offerta in occasione delle festività natalizie, il lattice della pianta contiene anidride dell’acido euforbinico, euforbone e caucciù. Applicato, come rimedio popolare, su calli e verruche determina gravi ulcerazioni. Inferito pre risolvere processi catarrali dell’apparato respiratorio può provocare disturbi anche gravi all’apparato gastroenterico.

TULIPANO
Per contatto il fiore “olandese” (in verità è arrivato dall’Asia Centrale nel XVI secolo) può causare eritema e prurito. Se ingerito, invece, può determinare complicanze epatorenali e depressione cardio-respiratorie.

Inoltre alcune parti di piante che trovano numerosi impieghi in cucina possono risultare tossiche e, pertanto, è bene porre attenzione nella loro utilizzazione. Ad esempio sono tossici il germoglio della patata, la radice del pomodoro, il lattice bianco e irritante del fico che fuoriesce quando si stacca il frutto dal ramo.
Sono infine tossiche: l’agave, la peonia, la diefenbachia, il filodendro, il lauroceraso, la peonia, la primula, il ranuncolo, il ricino, l’albero della vita (thuja), il Ficus Benjamin, l’iris, l’azalea, la robinia, la camelia , i fiori di garofano, le bacche di pungitopo

Fonte: Le piante Ornamentali Pericolo Misconosciuto per la Salute, a cusa dell’ISPESL (Istituto Superiore per la Prevenzione e la sicurezza sul Lavoro)

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