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Benessere

Il viagra? Attenzione, non è un gioco!

06/07/2004

Quando arrivò sul mercato, il Viagra fece scalpore. Non si parlava d’altro: intere pagine sui giornali, ampi servizi all’interno dei telegiornali. Si intuiva che il farmaco avrebbe potuto diventare oltre che una terapia specifica un fenomeno di costume, nel bene e nel male. Perché facile da gestire e senza particolari controindicazioni. Nel giro di pochi anni al Viagra si sono affiancati Levitra e Cialis. “Il problema oggi è che da farmaci veri e propri – spiega il prof. Pierpaolo Graziotti, responsabile dell’unità operativa di Urologia in Humanitas – le tre pillole sono divenute una stregua di “leisure drugs”, sostanze da divertimento. Certo, farmaci lo sono ancora perché utili a chi ne ha davvero bisogno. Per contro esistono molte persone che lo usano per gioco e questo non è bene”.

Impressionanti sono i dati delle stime che un mercato di 300 milioni di dollari che potrebbe lievitare a 6 miliardi in sei anni.
“Me lo aspettavo – aggiunge Graziotti – se un farmaco come questo esce dalla sfera di controllo medico i rischi di abuso e speculazione sono alti. Purtroppo la discriminante tra una persona impotente e un’altra che vuole migliorare le performance sessuali è sottile, difficile da trovare. Questo aspetto si è acuito quando alla prima azienda produttrice si sono affiancate altre due industrie farmaceutiche: è stata la concorrenza la vera svolta. Il risultato è che oggi se ne fa un uso improprio e l’enfasi con cui alcuni giornali non proprio scientifici parlano di deficit erettili, il cui reale significato sarebbe tutto da discutere, certo non aiuta ad inquadrare il problema nei suoi giusti confini. Purtroppo il messaggio – spesso distorto – arriva dritto al consumatore che vuole la pillola blu senza parlarne con il medico, considerando limiti e controndicazioni. E se oggi il pubblico è composto da persone di mezza età, domani potrebbe essere quello dei più giovani”.
Qual è quindi la soluzione? “E’ di fondamentale importanza – conclude Graziotti – il ruolo del medico di famiglia, che conosce il paziente, è in grado di consigliarlo al meglio per evitare errori clamorosi che potrebbero pregiudicare la sua salute”.

A cura di Raffaele Sala

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