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Benessere

Allergie, quando il ‘‘fai da te’’ non fa bene

29/03/2004

Buona parte delle persone che soffrono di allergia ricorre all’automedicazione, molti poi non si curano affatto.

Secondo una ricerca presentata da Reactine in collaborazione con Eurisko, in Italia il 48% delle persone che soffrono di allergia non cronica si autocura e tende a reperire informazioni dal farmacista, solo il 22% si reca da un medico e, dato allarmante, esiste un 30% di persone che non si cura perché spesso non vive i propri sintomi come totalmente intollerabili o perché li confonde con raffreddori o congestioni sinusali.
Uno scenario che porta in primo piano l’importanza di impostare il ricorso all’automedicazione in modo responsabile attraverso l’utilizzo di farmaci da banco capaci di intervenire sui sintomi in modo sicuro ed efficace.
Ne parliamo con il dottor Michele Ciccarelli, responsabile dell’Unità Operativa di Pneumologia e Allergologia di Humanitas.

E’ importante il ruolo del farmacista nell’automedicazione?
“Certamente sì. “Considerando che molte persone allergiche non si rivolgono a un medico, il ruolo del farmacista è fondamentale per due motivi. Il primo perché suggerisce alla persona allergica (non cronica) un prodotto da banco sicuro ed efficace nel controllare i sintomi tipici dell’allergia e già questo è un approccio ben differente rispetto a quello dell’autoprescrizione, in cui la persona assume un medicinale, spesso etico, senza alcuna guida con i rischi conseguenti in termini di effetti collaterali o efficacia. Il secondo perché può rappresentare non soltanto un momento di automedicazione responsabile, ma anche un momento di scambio di opinioni che lo portano a consigliare alla persona l’opportunità di una precisazione diagnostica e del trattamento adeguato rivolgendosi ad un allergologo”.

Quando è opportuno andare da un allergologo?
“E’ sempre importante rivolgersi a un allergologo ai primi segnali di una allergia, senza sottovalutare o trascurare il problema, per diagnosticare e curare questa condizione. Il mancato trattamento o un trattamento inadeguato, infatti, si accompagna a un peggioramento dell’infiammazione, sempre presente nelle malattie allergiche, con un maggior rischio di evoluzione dei disturbi, inclusa la possibile comparsa di fenomeni asmatici. Solo il medico allergologo e con gli opportuni test di laboratorio è in grado di definire il tipo di allergia (e se di allergia effettivamente si tratta) e di consigliare il trattamento più efficace soprattutto se si devono prendere in associazione più medicinali. Inoltre, il medico è in grado di diagnosticare se la persona soffre di allergia in modo cronico e può, quindi, usufruire dei medicinali, secondo la nuova normativa, senza oneri a suo carico perché vengono rimborsati completamente dal servizio sanitario nazionale. Il farmacista, quindi, può fornire alla persona una risposta urgente e aiutarla a risolvere i sintomi in modo efficace e sicuro, ma solo il medico può diagnosticare il tipo di allergia e intervenire nel modo più corretto”.

Con la primavera arriva il ‘raffreddore da fieno’: quale farmaco consiglia per alleviare i sintomi?
“Se la persona soffre di rinite allergica il primo consiglio è di diagnosticare il tipo di allergene in causa per intervenire con misure preventive specifiche. Poi si potranno utilizzare farmaci ad uso topico (gli spray nasali) e per bocca (le compresse) a base di antistaminici, inibitori del rilascio di mediatori (cromoni) e steroidi. Questi farmaci consentono di ridurre i sintomi come gli starnuti, il prurito nasale, il bruciore e l’arrossamento degli occhi oltre alla loro eccessiva lacrimazione, senza indurre importanti effetti collaterali. Inoltre con gli antistaminici di ultima generazione è meno frequente ed intensa la sonnolenza che si manifestava con le molecole precedenti”.

A cura di Lucrezia Zaccaria

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