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Benessere

Una pillola al giorno toglie il medico di torno?

21/02/2006

Un recente studio effettuato da specialisti americani della Stony Brook School of Medicine di New York e pubblicato sull’autorevole Journal of American Medical Association conferma che l’acido acetil-salicilico è in grado di proteggere da disturbi cardiovascolari sia uomini che donne, ma indica che lo fa in modo diverso. E cioè che nei primi tutela soprattutto il cuore, nelle seconde soprattutto il cervello. Inoltre, l’indagine sosterrebbe che i farmaci il cui principio attivo è appunto l’acido acetil-salicilico, agiscono positivamente solo su coloro effettivamente a rischio. Il che è in netto contrasto con la convinzione di molti che una ‘pillola’ al giorno tolga il medico di torno…
Con l’occasione dell’ennesima ricerca sull’acido-panacea vediamo di chiarirne pregi e limiti con l’aiuto del dott. Edoardo Gronda, cardiologo.

Sono trascorsi 100 anni dall’intuizione del chimico tedesco Felix Hoffmann a proposito della magica sostanza nella corteccia dei salici. Due anni dopo, era il 1899, una nota casa farmaceutica sintetizzava l’acido acetil-salicilico dando inizio alla produzione di un farmaco basato su di esso. Si stima che ormai, ogni anno, oltre 100 miliardi di pastiglie vengano assunte per alleviare dolori di varia natura, contrastare la febbre e proteggere da eventi coronarici.
Quest’ultimo utilizzo ha circa 30 anni. Anche a basso dosaggio l’acido acetilsalicilico agisce sulle piastrine, quelle particelle che circolano nel nostro sangue e che rivestono un ruolo molto importante nel processo di coagulazione. L’acido acetilsalicilico riduce infatti l’adesività delle piastrine e quindi contrasta la loro tendenza ad aggregarsi e formare pericolosi trombi all’interno di un vaso. Quindi, conseguentemente, riduce l’eventualità di infarto cardiaco e ischemie cerebrali la cui causa principale è proprio l’ostruzione di vasi sanguigni.
Ma veniamo a quanto risulta agli esperti americani che hanno confrontato studi a cui hanno partecipato oltre 95 mila persone (di cui più di 51mila donne). Dal vasto campione è emerso che l’acido acetilsalicilico protegge maggiormente il genere femminile dagli ictus (riduzione del rischio del 17 per cento) mentre non lo tutela da attacchi di cuore. E che in quello maschile, invece, è più efficace nella difesa del cuore (riduzione del rischio del 32 per cento) mentre ha un’azione irrilevante contro il pericolo di ictus. Perché? Per ora l’unica ipotesi è che venga metabolizzato in modo diverso a seconda del sesso di chi la assume. L’altra indicazione importante è che tali benefici sono assicurati solo a chi è a rischio di malattie coronariche, non ad altri.
Chiediamo quindi allo specialista chi è da considerare a rischio. “Sono i portatori di esiti di infarto miocardico o comunque di malattia coronaria, eventi ischemici cerebrovascolari, vasculopatia periferica, ipertensione arteriosa, diabete mellito, dislipidemia, obesità e fumo”, risponde il dott. Gronda, che precisa anche: “Nella donna in menopausa, e cioè privata dell’azione protettiva degli ormoni estrogeni, la presenza di tali fattori fa aumentare il rischio relativo”.
A tutti questi soggetti, come prevenzione anti-trombotica, viene generalmente prescritta un basso dosaggio(70-100 mg) giornaliero di acido acetilsalicilico. Agli altri non serve, anzi. Una certa forma di autocura, o meglio di autoprofilassi, si è però molto diffusa. Che cosa ne pensa il nostro cardiologo? “L’acido acetilsalicilico è molto potente, si deve essere consapevoli dei suoi possibili effetti indesiderati e delle possibili interazioni con altri medicinali: insomma, la sua assunzione, quando non è occasionale, deve essere sempre prescritta dal medico“. Nessun farmaco infatti è esente da possibili effetti collaterali indesiderati. Nel caso dell’acido acetilsalicilico possono andare da un’irritazione gastrica a lesioni allo stomaco di tipo ulceroso che possono provocare occasionali emorragie.
Non solo. “Negli anziani, la cui funzione renale è meno efficiente, può determinare una riduzione di filtrazione e quindi della produzione di urina – aggiunge il dott. Gronda -. In particolare, inoltre, in coloro che soffrono di insufficienza cardiaca questo effetto sembra collegarsi all’incidenza di scompenso cardiaco. Di fatto, l’acido acetilsalicilico a scopo profilattico in chi soffre di insufficienza cardiaca è da considerare con cautela”.

Di M. Cristina Sparaciari

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