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Benessere

Asma da smog

29/01/2002

Questo periodo sembra essere quello più a rischio per i disturbi di carattere asmatico. Il traffico cittadino non è la causa dell’asma, sebbene sia sicuramente uno dei fattori scatenanti in grado di provocare le crisi respiratorie. Altri fattori responsabili delle crisi asmatiche sono le infezioni virali delle alte vie respiratorie come l’influenza, di cui si registra un aumento di casi proprio in questi giorni, o l’esposizione agli allergeni cui il soggetto è sensibilizzato.
L’asma è una malattia infiammatoria cronica delle vie respiratorie che nelle fasi di riacutizzazione provoca la comparsa dei sintomi. Una condizione che si associa all’asma è quella che si definisce iperreattività bronchiale: una risposta esagerata ad uno stimolo chimico/fisico o a una situazione ambientale che di solito, in persone normali, è del tutto innocua. “I primi segnali della crisi asmatica si manifestano con senso di mancanza e difficoltà di respiro, di oppressione toracica e spesso con una tosse secca e persistente – spiega il dott. Michele Ciccarelli, pneumologo di Humanitas. Fortunatamente sono disponibili diversi farmaci che consentono il controllo della malattia ed evitare il peggioramento progressivo della funzionalità respiratoria”.

Un aiuto dai farmaci
“Tra i farmaci che si sono dimostrati validi per la terapia dell’asma bronchiale ricordiamo i cortisonici e i broncodilatatori somministrati per via inalatoria. Si tratta di principi attivi la cui efficacia si potenzia reciprocamente quando assunti in associazione (cortisonico + broncodilatatore). Per i cortisonici ricordiamo la budesonide, il fluticasone, il beclometasone e la flunisolide, mentre per i broncodilatatori adrenergici a lunga durata d’azione segnaliamo il formoterolo e il salmeterolo. Da circa un anno si trovano in commercio anche preparazioni farmaceutiche in cui sono già associati, in maniera precostituita, entrambi i principi attivi. L’alternativa è utilizzarli in successione, prima il broncodilatatore e poi il cortisonico con un intervallo che nel caso del salmeterolo è di almeno 20 minuti mentre può essere inferiore per il formoterolo”.

A ciascuno il suo
“Il medico deve valutare quale è il farmaco più adatto alle caratteristiche del paziente e che avrà maggiore probabilità di efficacia terapeutica – spiega il dott. Ciccarelli. Quando si utilizzano farmaci per via inalatoria ci riferiamo a tre possibili modalità di erogazione. La più comune è l’aerosol classico per mezzo del quale la sospensione o soluzione del farmaco viene nebulizzata con un apparecchio pneumatico o ad ultrasuoni. Altre formulazioni si trovano in commercio sotto forma di polvere inalatoria da assumere direttamente per mezzo di un particolare sistema di inalazione (per esempio diskus, turbohaler). Vengono, invece, chiamati MDI i farmaci spray. Si tratta di aerosol pressurizzati in bombolette. Per erogare il prodotto è sufficiente una leggera pressione che provoca la fuoriuscita del farmaco; per questi dispositivi è sempre consigliato l’utilizzo di un distanziatore che si interpone tra la bomboletta e la bocca del paziente.
“La prescrizione andrà adattata tenendo in considerazione l’età del paziente, la gravità della malattia e il grado di compromissione funzionale respiratoria, le capacità del soggetto di coordinare gli atti respiratori con l’erogazione del farmaco. Ad esempio, nel bambino molto piccolo, che non è in grado di utilizzare correttamente uno spray o gli erogatori di polveri inalatorie, si preferisce prescrivere l’aerosol nebulizzato”.

Perché la sensazione di mancanza d’aria
“Nelle fasi acute, durante l’esacerbazione dell’asma – continua il dott. Ciccarelli – i bronchi si chiudono perché la muscolatura liscia, che è parte costitutiva della parete bronchiale, si contrae in modo persistente riducendo il calibro del bronco e quindi lo spazio disponibile per il passaggio dell’aria. In questo modo si avverte la sensazione di respirare meno aria o di far fatica a respirare (dispnea). Inoltre, l’ispessimento della mucosa e l’aumento delle secrezioni all’interno dei bronchi, che sono conseguenza dell’infiammazione, riducono ulteriormente lo spazio per il passaggio dell’aria”.

A cura di Lucia Giaculli

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