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Benessere

Quando un figlio fa paura

02/12/2004

Un desiderio naturale, per una coppia, quello di avere un bambino. Un lieto evento che spesso, però, è accompagnato da molte ansie da parte dei neo-genitori. Sarò in grado di crescere al meglio mio figlio? Che futuro potrò offrirgli? Sono solo alcune delle domande che più spesso ci si pone. Ne parliamo con la dott.ssa Emanuela Mencaglia, psicologa di Humanitas.

Dottoressa Mencaglia, perché fa così paura avere un figlio?
“Perché segna un delicato e importantissimo passaggio di ruolo: da figlio a genitore, il che significa maggiori responsabilità, maggiore maturità. Logico, quindi, che subentri il pensiero di non essere in grado, di non essere all’altezza. Si ha la consapevolezza di ‘passare dall’altra parte’, di non essere più solo ‘gli occhi che vedono’, ma di essere giudicati. In questo conta molto il proprio passato, il proprio vissuto di figli nei confronti dei genitori. Non è un caso che figli di genitori separati, che hanno sofferto, hanno spesso più timore a creare una famiglia, e comunque si sentono in dovere di non far passare al proprio figlio quello che hanno vissuto loro stessi”.

E’ cambiato negli ultimi anni il ruolo dei genitori?
“E’ cambiato molto soprattutto quello del padre, perché oggi rispetto ad un tempo sono diversi i ruoli all’interno della coppia. Le donne lavorano, sono molto più indipendenti, e gli uomini partecipano più attivamente alla vita familiare, quindi hanno una consapevolezza maggiore del ruolo di genitore. Non dimentichiamo, poi, che spesso i genitori di oggi hanno avuto padri assenti, molto impegnati dal lavoro, e ne hanno sofferto. Quindi per il proprio figli cercano qualcosa di diverso, non vogliono ripetere quello che hanno giudicato un errore da parte dei loro padri”.

Oggi avere un figlio è una scelta più ragionata?
“Per le donne non sempre: non è raro che, alla soglia dei 40 anni senza figli, il desiderio di maternità diventi quasi una scelta obbligata. Per gli uomini invece la scelta è più ragionata. Anche perché oggi ci sono parametri concreti, primi fra tutti quelli economici, che inducono a pensarci bene prima di mettere al mondo un figlio”.

Un figlio cambia la vita di coppia?
“Assolutamente. Cambia i ritmi, le dinamiche. Da coppia si diventa famiglia, da due si diventa tre, e bisogna imparare ad adattarsi. In un momento in cui è il bambino che scandisce i tempi, è fondamentale che la coppia riesca a ricavare uno spazio per sé. Bisogna riuscire a maturare come individui, e questo aiuta anche a diventare dei buoni genitori”.

Un figlio può salvare un’unione?
“Generalmente è un errore decidere di diventare genitori per salvare un matrimonio, o comunque è una scelta molto azzardata: specialmente nei primissimi periodi, un figlio allontana l’uomo dalla propria compagna, perché il rapporto tra mamma e figlio all’inizio è simbiotico, non include nessun altro, anzi preclude ogni altro contatto. Per questo è molto difficile che l’arrivo di un figlio riesca a salvare un’unione già compromessa”.

Perché è spesso l’uomo il meno pronto ad avere figli?
“Forse perché l’uomo ha meno paura di confessarlo. E poi perché la donna, vivendo la gravidanza, ha più tempo e modo di abituarsi all’idea del figlio”.

E’ normale che l’idea di una gravidanza spaventi la donna?
“Tutte le donne hanno paura della gravidanza, anche se sono poche quelle che lo confessano. Al di là dell’aspetto ‘romantico’ ed emotivo legato alle gioie della maternità, è assolutamente normale essere spaventate, in particolare la prima volta. Stiamo parlando di un periodo in cui fisico si modifica in modo radicale, ad una velocità impressionante. Bisogna fare i conti con la sensazione di avere qualcuno dentro di sé, che vive e si muove in modo autonomo”.

Un’ultima domanda, riguardo alla paura di non poter avere figli…
“Non è in realtà così diffusa come si potrebbe pensare. E’ molto più facile pensare di essere fertili, perché nell’immaginario collettivo tutti hanno figli. Il fatto stesso di programmare la nascita di un figlio dopo i 35 anni – fatto oggi assai comune – significa non tenere conto della possibilità di non riuscire ad avere figli subito e senza problemi. Per questo, quando dopo tutti gli accertamenti del caso si scopre di essere infertili, è sempre un grosso shock.
Nelle coppie fertili, invece, la preoccupazione di non riuscire ad avere subito un figlio come sperato crea spesso ansia e stress. Due elementi che certo non aiutano: influiscono sui livelli ormonali e sul sistema neuroendocrino, quindi in qualche modo hanno un effetto negativo sulla fertilità. Non è un caso che molte coppie riescano a concepire proprio nel momento in cui smettono di pensarci”.

Di Monica Florianello

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