Stai leggendo Smog, quanto è avvelenata l’aria che respiriamo

Benessere

Smog, quanto è avvelenata l’aria che respiriamo

21/01/2003

A causa della concentrazione di polveri sottili sono in aumento asma, infiammazioni alle vie respiratorie e bronchiti croniche. Bambini e anziani che vivono in città e zone industriali i soggetti più a rischio.

Torna di stretta attualità il problema dell’inquinamento atmosferico nelle città. Lo smog causa attacchi d’asma, bronchiti e polmoniti, oltre che migliaia di ricoveri ogni anno. Ma quanto è malata l’aria che respiriamo? E come difendersi? La parola al dott. Michele Ciccarelli, responsabile di Pneumologia in Humanitas.

Dott. Ciccarelli, quali sono le persone più a rischio?
“Sicuramente i pazienti asmatici nei quali questi fattori ambientali favoriscono le riacutizzazioni della malattia e il peggioramento importante di tutti i sintomi correlati all’infiammazione delle vie respiratorie. Si manifestano con evidenti segnali quali tosse, mancanza di respiro e sibili espiratori. Inoltre, patologie come la bronchite cronica ostruttiva e l’enfisema polmonare rendono i soggetti più sensibili all’inalazione di sostanze irritanti. A causa delle infiammazioni croniche si ha una minore efficienza dei meccanismi di difesa delle vie respiratorie”.

E chi non è affetto da malattie respiratorie
“Vi sono due fasce della popolazione più esposte agli effetti dannosi dell’inquinamento atmosferico: i bambini e gli anziani. Nelle zone industriali è stato rilevato un aumento progressivo e preoccupante delle patologie respiratorie croniche. L’asma, per esempio, è più frequente nei bambini che vivono nelle aree urbane rispetto a quelli che risiedono in zone rurali. Inoltre i bambini esposti ad un alto tasso di inquinamento atmosferico tendono a sviluppare più episodi infettivi respiratori soprattutto nel periodo autunnale ed invernale. Anche gli anziani, principalmente quelli affetti da malattie cardiovascolari o patologie croniche, possono manifestare un serio aggravamento delle stato di salute come conseguenza di un ‘evento respiratorio’ innescato dagli inquinanti atmosferici”.

Quali precauzioni?
“È importante che si sottopongano a controlli periodici coloro che già soffrono di malattie respiratorie come gli asmatici e i bronchitici cronici. Inoltre, devono fare molta attenzione a segnali come il peggioramento dei sintomi quali la tosse e la dispnea, l’aumento della quantità o le modificazioni delle caratteristiche dell’espettorato”.

Quali consigli è necessario che seguano per evitare di peggiorare la loro condizione?
“Prima di tutto evitare di uscire in zone ad alta densità di traffico, dove il tasso di inquinamento è maggiore. Inoltre, è bene cercare di non svolgere attività che prevedano brusche escursioni termiche, come passare da ambienti ad alta temperatura a quelli a bassa temperature e viceversa. È anche opportuno tenersi alla larga da ambienti sovraffollati, per evitare un potenziale rischio di contagio da infezioni virali e batteriche”

Una dieta adeguata può aiutare a creare buone difese?
“Non esistono diete che possano salvaguardare l’organismo in modo assoluto dall’effetto degli inalanti irritanti. È però possibile aumentare le capacità di difesa assumendo sostanze che arricchiscono le riserve di anti-ossidanti contenute ad esempio in frutta e verdura fresca. Gli anti-ossidanti contrastano e riducono il danno provocato ad esempio dai radicali liberi o da altre molecole altamente reattive direttamente inalate prodotte nelle sedi dove si instaura un processo infiammatorio”.

A cura della Redazione

 

 

Articoli che potrebbero interessarti

Non perderti i nostri consigli sulla tua salute

Registrati per la newsletter settimanale di Humanitas Salute e ricevi aggiornamenti su prevenzione, nutrizione, lifestyle e consigli per migliorare il tuo stile di vita