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Gastroenterologia

Malattia di Crohn: come si manifesta?

13/12/2020

La malattia di Crohn è una patologia cronica infiammatoria dell’apparato gastrointestinale le cui cause sono ancora sconosciute. In Italia ne soffrono circa 100000 persone e si stima che i casi siano in aumento. 

Poiché i sintomi di questa malattia sono simili ad altre patologie infiammatorie intestinali, a volte a chi ne soffre può essere diagnosticata la sindrome dell’intestino irritabile. Una diagnosi precoce però può migliorare il decorso della malattia ed evitarne le fasi più gravi: abbiamo parlato con gli specialisti di Humanitas di come riconoscere questa malattia e di qual è il percorso verso la diagnosi.

I sintomi possono essere diversi

La malattia di Crohn interessa solitamente l’ultima parte dell’intestino e il colon, ma può colpire ogni tratto dell’apparato digerente, compresi la bocca e l’ano, e per questa ragione i sintomi si diversificano in base all’area che viene colpita. Nei casi più comuni, ovvero quelli che colpiscono l’ileo e il colon, si manifesta con dolore addominale, crampi, diarrea e in alcuni casi anche con febbricola. Quando invece si manifesta nella parte superiore dell’intestino si presentano nausea e vomito; se interessa la zona perianale in quest’area possono comparire dolori, gonfiore e secrezioni. 

La sintomatologia locale, comune a molte altre patologie, nel caso della malattia di Crohn a volte è accompagnata da perdita di peso, mancanza di vitamine e oligoelementi (in particolare di ferro), presenza di sangue e muco nelle feci, blocchi intestinali e ulcere. Quando la malattia di Crohn non viene identificata nei primi stadi, dolori e gonfiori intestinali possono condurre alla formazione di ascessi, fistole e stenosi (restringimenti) intestinali che nella metà dei pazienti richiedono un intervento chirurgico entro i primi dieci anni dalla diagnosi. 

Oltre alle patologie infiammatorie dell’intestino, la malattia di Crohn presenta sintomi comuni ad alcuni tumori che interessano l’apparato gastrointestinale, ma anche a quelli che seguono l’ingestione di corpi estranei come stuzzicadenti, aghi, ossi di pollo o lische di pesce. Per questo la diagnosi avviene attraverso un percorso di test ed esami volto ad escludere altre cause dei sintomi manifestati.

Gli esami per la diagnosi

La malattia di Crohn può manifestarsi fin dall’età infantile, ma la maggior parte dei casi si presenta nei periodi della vita che vanno dai 25 ai 45 anni di età, e da i 65 e i 75 anni

Come abbiamo visto, la patologia non si presenta con sintomi specifici e univoci e per questo ci sono vari passi da seguire prima che possa essere diagnosticato. In un primo momento l’esame del sangue con interesse specifico su emocromo e proteina C reattiva, permette di scoprire se è in corso un’infiammazione, e lo stesso scopo hanno alcuni tipi di esami delle feci. In base al risultato di questo esame si può proseguire con un’endoscopia tramite la quale poter effettuare un esame istologico. Altri test che permettono di escludere che i sintomi siano causati da altre patologie sono TAC e l’ecografia delle anse intestinali, la risonanza magnetica e l’enteroscopia con biopsie.

Le terapie per la malattia di Crohn

Per alleviare i disturbi provocati dalla malattia di Crohn vengono utilizzati farmaci a base di cortisone e immunosoppressori

Le terapie più recenti prevedono anche la somministrazione di farmaci biologici, i quali possono avere più funzioni; alcuni si occupano di colpire le molecole che causano l’infiammazione o quelle che la peggiorano, altri invece deviano il percorso dei globuli bianchi allontanandoli dall’intestino infiammato. Per coloro ai quali la patologia si manifesta con ricorrenza di fistole può essere anche utilizzata la terapia a base di cellule staminali. Non esiste però un unico farmaco giusto per tutti, e per questo sarà lo specialista a valutare quale terapia è il caso di intraprendere. 

I possibili fattori di rischio

Non si conoscono ancora le cause esatte della malattia di Crohn. È stato però dimostrato che l’abuso di antibiotici in età infantile può aumentare la probabilità che nell’adulto si manifesti questa patologia, poiché questi farmaci provocano un trauma alla flora intestinale ogni volta che ne viene iniziato un nuovo ciclo. Anche il fumo è tra i fattori di rischio, e rappresenta anche una causa del peggioramento dei sintomi una volta che la malattia si è già sviluppata. 

 

 

 

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