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Infezione da cibo contaminato

01/01/2018

Come viene contratta l’infezione da cibo contaminato?

Le infezioni da cibo contaminato vengono contratte con l’assunzione di alimenti contaminati da patogeni. A volte, inoltre, i patogeni che contaminano il cibo possono essere contratti anche senza mangiarlo. È il caso della salmonella che può contaminare le uova e che può contaminare per contatto anche utensili o altri cibi. Anche il Campylobacter, batterio che può contaminare il pollo, può diffondersi in cucina veicolato dall’acqua.

Per questo è opportuno fare attenzione all’igiene in cucina, pulendosi le mani, lavando accuratamente utensili e superfici che sono state a contatto con un alimento prima di maneggiarne un altro e facendo attenzione al contatto tra cibi cotti e cibi crudi.

 

Quali sono le malattie e i sintomi correlati?

Non esiste un’unica sindrome collegata alle infezioni da cibo contaminato. I sintomi possono essere diversi da caso a caso in base al batterio, al virus o al parassita che le causa.

Un batterio o le tossine da esso prodotte possono ad esempio provocare sintomi gastrointestinali. Sono proprio questi i campanelli d’allarme più spesso collegati alle infezioni da cibo contaminato, soprattutto:

nausea

vomito

crampi addominali

diarrea

 

Che cos’è l’infezione da cibo contaminato?

Alla loro base delle infezioni da cibo contaminato ci possono essere patogeni molto diversi fra loro: batteri, virus o parassiti. Ad oggi risultano descritte più di 250 diverse infezioni determinate proprio da alimenti contaminati.

In molti casi si tratta di microbi presenti in animali apparentemente sani (in genere nel loro intestino) allevati a scopo alimentare. È possibile che le carni (incluse quelle avicole) vengano contaminate durante la macellazione mediante il contatto con piccole quantità di materiale intestinale.

Frutta e verdura fresche possono invece essere contaminate dal lavaggio o dall’irrigazione con acqua contaminata da residui di escrementi animali o umani.

Altri esempi sono la salmonella, che può infettare le ovaie della gallina contaminando le uova ancora prima della formazione del guscio, e quello dei frutti di mare, che possono accumulare batteri naturalmente presenti nell’acqua marina o riversati al suo interno con gli scarichi delle attività umane.

 

Cure e trattamenti

Il trattamento delle infezioni da cibo contaminato dipende dalla natura del patogeno che le ha provocate. In gran parte dei casi la prima regola da seguire è garantirsi un’idratazione adeguata; in questo modo si farà fronte sia alla disidratazione che alla perdita di elettroliti tipicamente collegate ai sintomi delle infezioni da cibo contaminato.

Per garantirsi un’adeguata idratazione è fondamentale bere acqua; nel caso in cui uno dei sintomi sia il vomito è opportuno sorseggiarne solo piccole quantità.

Inoltre anche l’alimentazione viene spesso resa difficile dai disturbi gastrointestinali. Per questo è necessario che dopo un’infezione da cibo contaminato si riprenda a mangiare gradualmente, scegliendo cibi facili da digerire come riso, patate, pane, cereali, carne magra e banane. Bisogna, invece, evitare i cibi grassi e quelli ricchi di zuccheri, i latticini, i prodotti contenenti caffeina e gli alcolici.

Per quanto riguarda i medicinali, negli adulti alcuni principi attivi possono essere utili per contrastare un’eventuale diarrea (ad esempio la loperamide), ma vengono controindicati in caso di presenza di sangue nelle feci. Non bisogna inoltre dimenticare che nel caso in cui l’infezione venga provocata da batteri o da parassiti i medicinali da banco potrebbero addirittura prolungare il disturbo.

Il ricorso agli antibiotici è invece variabile e a volte controverso. Alcuni studi suggeriscono che l’eritromicina potrebbe essere utile in caso di infezioni da Campylobacter, mentre in caso di salmonellosi il ricorso a questi farmaci viene sconsigliato, a meno che non ci siano sintomi extraintestinali e che l’età sia inferiore ai 3 mesi, o in presenza di malattie cronico-degenerative. Il trattamento di elezione in caso di infezione da Listeria è, invece, proprio a base di antibiotici (in genere ampicillina e gentamicina).

Può essere necessario il ricovero ospedaliero in caso di sintomi e complicazioni pericolose per la salute.

 

 

Disclaimer 

Le informazioni riportate rappresentano indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere del medico. In caso di malessere è consigliabile rivolgersi al proprio medico o recarsi al pronto soccorso.

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