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Alimentazione

Vino, attenzione alle quantità

24/03/2015

La regola da seguire è, come al solito, quella della moderazione. Una regola che per il consumo di vino si traduce nel classico bicchiere di vino di media gradazione. Sopra questa soglia – che nelle donne diventa mezzo bicchiere di vino – le cose si complicano. È bene ricordare, anche nei giorni in cui l’Italia celebra a Verona con Vinitaly la sua tradizione vinicola, che consumare troppo vino fa male.

«Non ci sono prove solide che il vino faccia bene al fegato, ma perché non diventi un danno è bene non superare certe soglie», sottolinea il dottor Pietro Invernizzi, responsabile di Medicina Generale ed Epatologia. Centro Ricerca e Cura delle Malattie Autoimmuni del Fegato dell’ospedale Humanitas. «L’alcol è in ogni caso una sostanza tossica per il nostro organismo, ma la quantità che introduciamo bevendo un bicchiere di vino (o mezzo bicchiere per le donne) con una gradazione classica intorno ai 12 gradi, non pregiudica le funzioni del fegato. L’importante è non esagerare, bere poco e rispettare pertanto questi limiti», continua lo specialista.

 

Il vino, unica bevanda inserita nella Dieta Mediterranea

«Mezzo bicchiere e un bicchiere di vino equivalgono rispettivamente a 20 e 40 grammi di alcol, all’incirca. Sono queste le soglie da tenere presenti per tutelare la salute e sono clinicamente irrilevanti – aggiunge il dottor Invernizzi –. Naturalmente il fegato comincia a risentire se il consumo di alcol si fa più intenso. I danni possono essere irreparabili, si può ad esempio essere colpiti da una forma fulminante di epatite oppure si può andare incontro all’epatopatia alcolica. Per non parlare, infine, anche del rischio di tumore», conclude.

Il vino è l’unica bevanda a essere stata inclusa nella Dieta mediterranea, il regime alimentare tutelato dall’Unesco che fornisce a chi la segue il giusto apporto dei nutrienti fondamentali. Diversi studi hanno messo in relazione il consumo moderato di vino, in particolare rosso, alla riduzione del rischio cardiovascolare, sempre considerando una quantità estremamente ridotta di consumo giornaliero.

 

                                                                          Risposte del dottor Pietro Invernizzi

Responsabile UO Medicina Generale ed Epatologia di Humanitas

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