Stai leggendo A Natale è giusto concedere tutto?

Stagioni

A Natale è giusto concedere tutto?

15/12/2014

 Sarebbe corretto chiedersi se oggigiorno le concessioni riguardino solo il Natale o, se in verità, il regalo non sia una delle tante che caratterizzano la quotidianità dei bambini. La conseguenza è che questo periodo di festa possa essere in buona parte svuotato del suo significato.

Regali o premi?

“I regali di Natale non dovrebbero essere vissuti come premi, né rappresentare un incentivo ma, essere l’espressione dell’affettività e della realizzazione del desiderio del proprio bambino.
I “premi” veri e propri, invece, andrebbero negoziati con i figli per il raggiungimento di obiettivi verosimili e non troppo lontani nel tempo”, spiega la psicologa Pamela Franchi.

Festa o regali?

Soddisfare ogni desiderio, anche se solamente in quest’unica ricorrenza dell’anno, potrebbe ridurre il significato della festa al solo ricevere, al soddisfacimento meccanico di ogni richiesta, nell’illusione che questo da solo costituisca la felicità del bambino. La festa, invece, è l’occasione nella quale è possibile gioire nello stare insieme e, prima ancora, nei preparativi (“Com’è bello preparare insieme gli addobbi!”) e nell’attesa che comporta (“Come sarà divertente mangiare insieme il panettone e giocare a tombola!”). Saper vivere appieno tutto questo, aiuta la famiglia ad entrare in un’atmosfera affettiva che non si esaurisce con il solo festeggiamento.

Doni = affetto?

Il dono è solo una manifestazione dell’affetto e dell’amore. Per questo, il regalo più bello o costoso non lo porta necessariamente chi ti vuole più bene. Se i bambini sono piccoli, i doni li porterà Babbo Natale o Gesù Bambino, non i genitori, la nonna, lo zio…

Non possiamo illuderci di poter compensare le eventuali nostre mancanze con le concessioni, perché di attenzione e affetto i nostri figli hanno bisogno ogni giorno dell’anno.

Donare tutto = felicità certa

Non rispettare alla lettera le richieste espresse nella “Letterina di Babbo Natale”, lascia al bambino lo spazio di desiderare ancora, l’idea che la partita non sia chiusa e che quella cosa potrà arrivare in un’altra occasione. Tollerare una piccola frustrazione, in un clima di amore e di festa, è sempre più facile rispetto ad altri contesti.
“Il regalo non previsto, invece, apre alla curiosità e può consentire un’esperienza molto gratificante che può aiutare il bambino a crescere ed a sviluppare capacità ancora inespresse”, conclude la Franchi.

“La felicità non è avere quello che si desidera, ma desiderare quello che si ha”, Oscar Wilde

Articoli che potrebbero interessarti

Non perderti i nostri consigli sulla tua salute

Registrati per la newsletter settimanale di Humanitas Salute e ricevi aggiornamenti su prevenzione, nutrizione, lifestyle e consigli per migliorare il tuo stile di vita