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Stagioni

Perché siamo meteoropatici?

27/10/2014

Perché siamo metereopatici? Con la psicologa di Humanitas Mater Domini, Pamela Franchi, capiremo cosa accade nel nostro corpo quando si avvicina la stagione invernale.

Negli organismi viventi numerose funzioni fisiologiche e parametri biologici hanno andamento periodico.
«Variazioni cicliche sono osservate nella produzione di diversi ormoni e neurotrasmettitori. La maggior parte dei ritmi biologici sembra regolata da orologi interni, sincronizzati da stimoli ambientali quali caldo e freddo, luce e buio e l’alternarsi delle stagioni. In particolare, l’osservazione dell’efficacia terapeutica dell’esposizione alla luce bianca, ha portato a ipotizzare che la riduzione della luce sia centrale nello sviluppo della depressione invernale» spiega la dottoressa Pamela Franchi, psicologa di Humanitas Mater Domini.

Come si caratterizza il SAD?

Il SAD (Seasonal Affective Disorder) caratterizzato da oscillazioni depressive del tono dell’umore associate a sintomi quali disturbi d’ansia, irritabilità, apatia, astenia, disturbi somatici, quali dolore e rigidità muscolare, cefalea, difficoltà in campo lavorativo e sociale.

Un altro importante sintomo lamentato è la tendenza all’ipersonnia, ci si sente dei veri e propri “orsi pronti per il letargo”. Inoltre, si può registrare un aumento dell’appetito con la tendenza a mangiare di più (ed eventualmente a ingrassare). Naturalmente i sintomi possono presentarsi in modo acuto o attenuato. 

Dobbiamo rassegnarci a essere meteoropatici?

Il nostro umore è influenzato da molteplici fattori, possiamo considerare l’impatto sul presente di ricordi e vissuti: ed ecco, allora, che una giornata uggiosa può evocare la memoria di momenti piacevoli, di benessere, come l’essersi trattenuti sotto le coperte magari in dolce compagnia…
Se invece non posso attingere al passato, posso sforzarmi di programmare un’attività piacevole, un valido stimolo ad affrontare l’arrivo dell’inverno che potrebbe farci sentire più apatici.

Quale “filosofia“, dunque, per affrontare il cambio di stagione?

Noi siamo esseri in continua trasformazione, esposti e vulnerabili al cambiamento. Il benessere non è quindi una condizione statica, come una perenne estate, ma è una continua ricerca di nuovi equilibri all’interno del mondo in cui viviamo (relazioni, affetti, ambiente, ecc.).

«Se è vero che alcune condizioni ambientali, relazionali e psicologiche possono causare malessere, allora impariamo ad aprirci al desiderio, non come bisogno determinato dalla mancanza di qualcosa, ma come espressione di una mancanza d’essere, strutturale della natura umana. Non esiste però un unico “oggetto del desiderio” che lo possa soddisfare integralmente: il desiderio può dirigersi verso tutti gli “oggetti immaginari” che possono in parte colmarlo», conclude la dottoressa Franchi.

Apriamoci alle fantasia e alla possibilità!

 

“Sole d’autunno inatteso, che splendi come in un di là, con tenera perdizione e vagabonda felicità, tu ci trovi fiaccati, vòlti al peggio e la morte nell’anima.
Ecco perché ci piaci, vago sole superstite che non sai dirci addio, tornando ogni mattina come un nuovo miracolo, tanto più bello quanto più t’inoltri e sei lì per spirare.”
Da “Ottobre” di Vincenzo Cardarelli

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