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Influenza stagionale, il picco non è ancora superato

30/01/2013

In Italia nella settimana appena trascorsa, 6,5 italiani ogni 1.000 sono influenzati. Una percentuale salita con decisione rispetto a quella di inizio gennaio. Ma questo può essere considerato il picco più alto del virus stagionale? La parola al dottor Michele Lagioia.

I numeri dicono che in Italia, nella settimana appena trascorsa, 6,5 italiani ogni 1.000 sono influenzati. Una percentuale salita con decisione rispetto a quella di inizio gennaio, quando il dato era fermo sul 3,7 per mille.

Ma questo può essere considerato il picco più alto del virus 2012/2013? Lo chiediamo al dottor Michele Lagioia, Direttore medico di presidio di Humanitas.

«No, l’incidenza è destinata a salire ancora per 3-4 settimane. È un calcolo che viene fatto tenendo conto della diffusione relativa allo scorso anno, quando il picco fu registrato attorno alla fine del mese di febbraio. Aspettiamoci dunque che i numeri salgano ulteriormente».

Numeri che sono già alti, peraltro. Quali sono al momento le fasce più colpite dal virus influenzale?

«In questo senso il dato più significativo è quello relativo ai bambini in età pediatrica, tra gli 0 e i 4 anni. Qui l’incidenza è molto alta, pari al 18,73 per mille. Poi ci sono i bambini più grandi, tra i 5 e i 14 anni, con un rilevante 12,67 per mille. Tra gli adulti, dai 15 ai 64 anni, si registra un tutto sommato tranquillo 4,96 per mille. Infine, il dato relativo alle persone anziane è davvero molto basso visto che corrisponde all’1,96 per mille. Una bassa incidenza dovuta al fatto che molte di loro si sono sottoposte al vaccino e che a questa età esiste anche una memoria immunologica maggiore».

Quale diffusione sta avendo il virus influenzale in Italia?

«Detto che i nuovi casi registrati nelle ultime settimane sono 379mila – su un totale di 1 milione e 650mila casi registrati dall’inizio della diffusione del virus – si evidenzia che le regioni di maggior diffusione sono Piemonte, Valle d’Aosta, Marche, Molise, Campania e Sardegna, con un incidenza media superiore al 9 per mille. Seguono Lombardia, Trentino, Liguria, Emilia Romagna, Umbria e Lazio stabili sotto il 9 per mille. Sicilia, Puglia, Toscana e Friuli sono addirittura sotto il 5 per mille. In generale bisogna però dire che l’incidenza è quella che ci si aspettava che fosse, sia dal punto di vista della diffusione che dal punto di vista dei sintomi».

A cura di Luca Palestra

 

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