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Voli aerei: sedili schiacciati, spazi stretti e salute a rischio

05/07/2010

 
Ci sono rischi per la salute per chi vola in classe economico-turistica?
I sedili sempre più stretti, che caratterizzano soprattutto le compagnie lowcost, possono aumentare il rischio di soffrire di diversi disturbi, comprimendo l’organismo e lo spazio vitale.

Rischi per la salute per chi viaggia nella classe economico-turistica degli aerei, soprattutto per i tragitti più lunghi come quelli che gli italiani si apprestano ad eseguire nei prossimi mesi. I sedili sempre più “schiacciati“, stretti e angusti che caratterizzano soprattutto le compagnie lowcost, infatti, aumentano notevolmente il rischio di soffrire di diversi disturbi comprimendo l’organismo e lo spazio vitale. Si passa da 73,7 cm di alcune compagnie low cost a 86,4 cm di alcune compagnie orientali.

E’ questo l’allarme lanciato dalla Società di igiene, medicina preventiva e sanità pubblica (SItI) che ha analizzato le distanze tra i sedili mettendo in guardia dai rischi sulla salute. L’insieme dei disturbi che colpiscono i passeggeri che siedono in queste postazioni è stata definita, non a caso, “sindrome da classe economica”. Non colpisce, infatti, chi ha la possibilità di viaggiare in Business o First class dove i sedili sono distanziati in modo tale che le gambe possano addirittura essere allungate.

Ma niente allarmismi: non si deve rinunciare ai viaggi, né spendere un capitale per un upgrade di livello, quanto, piuttosto, mettere in atto alcune fondamentali regole per prevenire i disturbi nell’attesa (auspicata dagli esperti) che intervengano gli organi di competenza regolamentando le distanze in modo uniforme. Ne abbiamo parlato con il dottor Stefano Ottolini, medico di pronto Soccorso in Humanitas e la dottoressa Lidia Rota, responsabile del Centro Trombosi di Humanitas e Presidente di ALT – Associazione per la lotta alla trombosi e alle malattie cardiovascolari.

Dottor Ottolini, si corrono pericoli per la salute sui voli aerei legati allo spazio angusto?
“Quando l’immobilità risulta forzata per molte ore come succede sugli aerei in cui lo spazio tra i sedili è limitato e angusto, in particolare se il viaggio è lungo come quelli intercontinentali, il rischio di incorrere in problemi di salute fisici è alto. I più comuni sono i dolori articolari (per esempio, alla cervicale o il mal di schiena), problemi di circolazione del sangue e conseguente gonfiore, peggioramento di artrosi e artrite e l’acuire di disturbi già preesistenti. Non sempre si tratta di problemi gravi o preoccupanti, ma possono minare il benessere del viaggiatore e lasciare strascichi nei primi giorni di vacanza. Il pericolo numero uno e temuto, invece, è la trombosi venosa profonda”.

La trombosi secondo i dati della SItI, colpisce 5 passeggeri su un milione mentre l’embolia polmonare 27 passeggeri su un milione. Dottoressa Rota, di cosa si tratta e perché i voli aerei sono un fattore di rischio per la trombosi?
“In pratica il sangue si coagula e forma dei grumi (i trombi) che occludono le vene, soprattutto degli arti inferiori, dove la circolazione è più lenta. Il trombo può sciogliersi da solo oppure frammentarsi andando ad occludere una arteria polmonare che provoca l’embolia polmonare. E i sintomi sono poco clamorosi. Lo spazio angusto sui voli aerei è un fattore di rischio perché non aiuta il cambio di posizione e questo favorisce il ristagno di sangue soprattutto nei punti più lontani dal cuore, quindi gli arti inferiori. Inoltre, spesso il passeggero si dimentica di bere, favorendo la disidratazione che incide, a sua volta, sulla concentrazione e coagulazione del sangue. In realtà, però, questa condizione di ‘immobilità forzata’ può capitare a chiunque mantenga per molto tempo la stessa posizione (quindi anche a chi viaggia in auto o sta seduto a lungo in ufficio), ma è più a rischio chi viaggia in aereo proprio perché, oltre a questo fattore, si associano anche la disidratazione e la diminuzione della pressione atmosferica”.

Quali sono i sintomi?
“I sintomi possono essere sfumati se il trombo non occlude una vena principale. Devono, comunque, allertare dolori al polpaccio simili a un crampo, gonfiore e infiammazione. A volte compare come un cordone rosso dolente sulla superficie della gamba (può trattarsi di tromboflebite superficiale). Se la situazione peggiora può verificarsi accelerazione del battito cardiaco con accessi di tosse ingiustificata fino a striature rossastre nel catarro (potrebbe trattarsi di embolia polmonare)”.

Ci sono persone più a rischio di altre?
“I fattori di rischio principali che, quando concomitanti, aumentano notevolmente il pericolo sono: la durata del viaggio maggiore di sei ore, scarsa disponibilità di spazio, se la persona è obesa o sovrappeso, se fuma, se soffre di vene varicose, se l’età è avanzata (sopra i 65 anni) e, soprattutto, se ha già avuto trombosi. Anche le donne in gravidanza, chi prende la pillola anticoncezionale o sta assumendo la Terapia ormonale sostitutiva e chi ha problemi cardiovascolari dovrebbe essere prudente”.

Come si possono prevenire i disturbi?
“Bere molta acqua durante il volo, almeno un bicchiere ogni ora. Evitare gli alcolici. Alzarsi e fare due passi (almeno ogni due ore) ed utilizzare le calze elastiche. Quando si è fermi nella propria postazione, inoltre, eseguire piccoli movimenti di flessione-roteazione delle caviglie per ristabilire la corretta circolazione, eventualmente togliersi le scarpe e non indossare indumenti stretti (biancheria, jeans, stivali). Se si ha già sofferto di trombosi o si è a rischio per familiarità, rivolgersi al proprio medico di fiducia prima del viaggio per eseguire eventualmente una profilassi con anticoagulanti”.

Dottor Ottolini, esistono altri tipi di fastidi legati ai voli aerei?
“Non sono legati all’immobilità forzata, ma esistono altri disturbi abituali. L’aria condizionata necessaria per la pressurizzazione, per esempio, spesso causa torcicollo o raffreddamenti per cui è opportuno ricordare di portare con sé una felpa da indossare all’occorrenza anche se si parte con 40 gradi e, soprattutto, un foulard per proteggere il collo e le vie respiratorie. Un altro disturbo piuttosto frequente, poi, è causato dall’altezza della quota di volo che, quando elevata, in alcune persone può causare nausea e mal di testa. In questo caso il consiglio è di utilizzare medicinali anti-chinetosi oppure i ‘braccialetti’ che, agendo con una pressione su uno specifico punto a livello del polso, come nell’agopuntura, hanno azione antinausea senza effetti collaterali”.

A cura di Lucrezia Zaccaria

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