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Difendersi dai pollini di primavera

17/03/2005

Sono già alle porte. E con loro, per molti di noi, starnuti, bruciore agli occhi, naso chiuso, difficoltà a respirare, persino forme asmatiche gravi. Contro i pollini e le allergie di primavera, prima ci armiamo e più le nostre difese risulteranno adeguate ed efficaci. Ecco i consigli della dott.ssa Francesca Puggioni, specialista di Allergologia, per arrivare più forti alla prossima primavera. In particolare, per chi ancora non sa bene di essere allergico o non conosce esattamente il suo nemico!

Dottoressa, qual è la prima cosa da fare?
“Chi ha avuto anche un solo sintomo di allergia nella scorsa stagione, se non l’ha già fatto, deve subito fissare una visita dall’allergologo. I sintomi possono essere di tre tipi: oculari, cioè lacrimazione, prurito, rossore, bruciore e anche leggero gonfiore; nasali, ovvero starnutazione a salve, prurito, rinite con ostruzione nasale o rinorrrea (scolo acquoso); infine bronchiali, e parliamo allora di tosse secca e stizzosa o con poco catarro, fino all’asma bronchiale (mancanza di respiro con sibili, costrizione toracica”.

Che cosa fa l’allergologo?
“In seguito alla visita e ai sintomi riferiti dal paziente, stabilisce se sottoporlo ai test cutanei (prick-test) ed eventualmente ai test di funzionalità respiratoria (spirometria, test di provocazione). Una volta individuato il ‘colpevole’ – o i ‘colpevoli’ – dei sintomi allergici, si potrà prescrivere l’appropriata terapia”.

Ma questa terapia sarà sufficiente a difenderlo già da quest’anno?
“Se la stagione dei pollini a cui si è risultati allergici non è ancora arrivata, la terapia sarà preventiva e sicuramente più efficace: consiste sostanzialmente nella somministrazione di farmaci a doppia azione, che preparano la mucosa a reagire meno e riducono i sintomi.
Se, invece, i primi pollini che ci infastidiscono sono già nell’aria, per quest’anno possiamo solo intervenire direttamente sul sintomo: con colliri, spray nasali e bronchiali, inalatori. Ma, l’anno prossimo, sarà buona norma muoverci prima”.

E chi di sintomi non ne ha mai avuti ma si ritrova a starnutire a salve all’improvviso?
“Ovviamente potrà intervenire solo con la terapia sintomatica, ma sempre previa visita allergologica”.

Che cosa, invece, non va mai fatto all’ultimo momento?
“L’autoprescrizione di farmaci da banco, che possono anche causare poliposi nasale o deterioramento cronico della mucosa. Inoltre, non si devono mai sottovalutare sospetti di asma, che vanno subito sottoposti al medico specialista. Si devono evitare i prodotti naturali, perché potrebbero contenere proprio piante o principi a cui si è allergici anche se non indicati in etichetta (per legge questi prodotti non devono specificare l’esatto contenuto, né la percentuale dei vari ingredienti). Analogamente bisogna stare attenti ai cosiddetti ‘rimedi della nonna’: farsi una tisana di finocchio se si è allergici alla Betulla vuol dire rischiare lo shock anafilattico; mettere due bustine di camomilla sugli occhi gonfi qualora si sia allergici alle Composite (Artemisia e Ambrosia) può innescare una cross-reazione con aggravamento di gonfiore e rossore. Infine, meglio evitare rimedi drastici come l’iniezione di cortisone, che andrà effettuata solo secondo prescrizione medica”.

Abitudini e stili di vita possono aiutarci a rendere la pollinosi meno fastidiosa o grave?
“Certo. All’allergico si raccomanda: di non sostare a lungo nei prati o in zone di campagna; di lavare frequentemente le parti scoperte dopo l’esposizione all’aria aperta per evitare di ‘ricontattare’ l’allergene eventualmente lì depositatosi; di tenere conto delle zone geografiche, perché, ad esempio, in montagna l’impollinazione può avere stagionalità diverse rispetto alla pianura, ed inoltre certe piante si concentrano in particolare in alcune zone (chi è allergico all’olivo dovrà sicuramente evitare la Liguria in primavera); considerare le ‘cross-reazioni’ alimentari (che vengono indicate dall’allergologo): per esempio, chi è allergico alle graminacee può avere reazioni altrettanto spiacevoli a pesca, melone, albicocca, kiwi, chi invece è allergico alle betulacee (ontano, betulla, nocciola) eviti mele e tutti i tipi di noci e nocciole”.

Ma dalla pollinosi ci si può solo difendere anno per anno o si può anche guarire?
“L’unica cura della malattia, riconosciuta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), è il vaccino. Le terapia farmacologiche, infatti, agiscono ‘a valle’, sul sintomo. Il vaccino, invece, agisce ‘a monte’ sull’allergene specifico, con due effetti importanti: blocca l’evoluzione della malattia (il 90% dei rinitici diventa asmatico e, normalmente, ogni soggetto allergico peggiora via via i sintomi o aumenta le allergie) e diminuisce notevolmente i sintomi”.

Tutti gli allergici possono farsi vaccinare?
“Sì: dai 6 anni in poi, se si risponde a determinati requisiti, da valutare a cura dell’allergologo. E arrivando con un certo anticipo rispetto alla stagione dei pollini. Si tratta di un’‘immunoterapia allergnespecifica’, quindi mirata per ogni singolo allergene, che può essere somministrata per via sublinguale a casa (gocce e pastiglie) o per via sottocutanea con iniezioni da fare rigorosamente in ambiente ospedaliero”.

Il vaccino ha controindicazioni o effetti collaterali?
“Secondo le linee guida OMS le controindicazioni principali sono: neoplasie, malattie cardiovascolari gravi, immunodeficienze e malattie neuropsichiche gravi. Gli effetti collaterali sono molto rari e riguardano essenzialmente la somministrazione per via iniettiva del vaccino. In ogni caso vengono preventivamente illustrati dallo specialista al momento della prescrizione in base alla condizione clinica del paziente”.

Di Elisabetta Ranieri

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