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Viaggiare sicuri ai tropici

06/12/2004

Il vaccino per la malaria si è dimostrato efficace nel prevenire l’infezione che ancora miete ogni anno oltre un milione e mezzo di persone, due terzi delle quali sono bambini in età prescolare. Ma per prevenire un’infezione malarica, il turista che sceglie mete tropicali per la propria vacanza deve affidarsi ancora a misure di profilassi sia farmacologica sia comportamentale”.

Le mete più a rischio
Le mete più a “rischio-malaria” sono le zone in cui la presenza dell’infezione è continua e la trasmissione all’uomo assicurata da zanzare infette del genere Anopheles: Africa sub-sahariana, centro e sud-America, medio Oriente e sud-est asiatico, oltre ad alcune isole nell’Atlantico, nel Pacifico e nell’Oceano Indiano. Naturalmente il rischio di contrarre una malaria varia da una zona all’altra e, inoltre, è legato anche alla tipologia del turista e del soggiorno, e alla durata della vacanza.
Come spesso accade anche per altre malattie infettive per varie ragioni i soggetti a rischio di ammalarsi più gravemente sono i bambini, le donne in gravidanza, i soggetti immunodepressi e gli anziani, anche se ogni persona di qualsiasi età ed in buona salute che si reca per la prima volta o sporadicamente in zone a rischio malarico può contrarre la malattia.
Quanto alla tipologia del soggiorno, va da sé che i viaggi più ‘avventurosi’ e prolungati (oltre le 2-3 settimane) con itinerari in zone di foresta o lungo il corso di grandi fiumi, magari dormendo in tenda o in camper, sono a maggior rischio. Ciò però non significa che una vacanza tropicale prevista in hotel anche lussuosi e sul mare, ad esempio Mombasa o Malindi in Kenya, Zanzibar o alcune isole caraibiche, non debba prevedere misure preventive anti-malariche. E mi preme sottolineare questo perché sono ancora troppe le persone che fanno l’equazione errata ‘paradiso tropicale’ uguale a ‘paradiso ambientale’.
Peraltro, anche in zone endemiche malariche molte capitali, alcuni grandi centri urbani ed anche certe località di villeggiatura sono “malaria-free”: per fare ancora alcuni esempi – ma solo alcuni! – certe grandi città dell’India, Nairobi, Bangkok e località turistiche tailandesi come Pattaya, Phuket e Chiangmai, Colombo capitale dello Sri Lanka, molte capitali di centro e sud America.

Qualche consiglio pratico
In una parola: prudenza. Che tradotta in termini pratici significa: andate senza timori dove desiderate, ma alcune settimane prima della partenza (non è mai troppo presto!) informatevi presso centri e ambulatori con personale medico specializzato in malattie infettive e/o tropicali per avere adeguate informazioni su come prevenire un’infezione malarica, ma anche sulla necessità eventuale di effettuare alcune vaccinazioni (per esempio contro febbre gialla, epatiti A e B, meningite, tifo ecc.) e su come comportarsi in riferimento soprattutto all’alimentazione, all’abbigliamento e a quant’altro. In proposito è auspicabile – ma purtroppo non tutte le agenzie di viaggio lo fanno – una maggior collaborazione con la classe medica specialistica da parte dei ‘tour operators’ e che medici di base e farmacisti oltre che amici, presunti ‘esperti’ per precedenti esperienze di viaggio, si astengano dal dare consigli in tema di ‘travel medicine’, che competono solo a chi è veramente specializzato in questa nuova branca della Medicina.
Da ultimo, è sconsigliabile anche, quantomeno chi non è medico, dall’accontentarsi di ‘visitare’ alcuni siti Internet, senza che le informazioni acquisite non siano discusse ed avallate dallo specialista che potrebbe comunque integrare o aggiornare tali note informative.

A cura della Redazione

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