Cosa fare se le mani diventano (troppo) bianche

Una risposta esagerata (ipersensibilità) al freddo da parte del sistema che regola i piccoli vasi sanguigni. Un problema osservabile per lo più a livello delle dita delle mani e, meno frequentemente, a livello dei piedi, del naso e delle orecchie. Il “fenomeno di Raynaud” colpisce un adulto su 20, soprattutto donne, per lo più giovani. E’ caratterizzato dal fatto che le dita delle mani, tutte o solo qualcuna, diventano bianche con il freddo o, più raramente, per l’emozione. Per questo è detto anche “sindrome delle mani bianche”. Per saperne di più, ne parliamo con gli specialisti di Humanitas.

A che cosa è dovuto questo fenomeno?
Quando fa freddo i piccoli vasi della pelle si stringono per tenere caldo il corpo. Se però si stringono troppo e si chiudono, il sangue non passa e le dita diventano bianche (fase ischemica). Dopo un certo periodo questo spasmo si risolve e si ha un aumentato flusso di sangue che rende le mani rosse (fase eritematosa). Spesso fra queste due fasi ve ne è una intermedia, in cui il sangue ristagna nelle dita che diventano viola (fase cianotica). Questi tre passaggi, bianco-viola-rosso, sono caratteristici del fenomeno di Raynaud, anche se non sempre si verificano tutti.

Si tratta di un problema diffuso?
Il fenomeno di Raynaud è un problema episodico, cioè si risolve in un tempo più o meno lungo, spesso quando il paziente va al caldo. E’ molto diffuso, in particolare fra le giovani donne di età compresa fra i 16 e i 40 anni.

E’ legato ad una malattia?
La maggior parte di chi soffre del fenomeno di Raynaud sviluppa questo problema senza che ci sia una malattia sottostante: in questo caso si parla di fenomeno idiopatico, ossia senza causa conosciuta. In una piccola parte di chi ne soffre, invece, soprattutto se si tratta di donne in età più avanzata o di uomini, questo problema può essere secondario, ossia legato a cause di varia natura. Una di queste, soprattutto negli uomini, può essere il lavoro con apparecchiature vibranti, perché la vibrazione continua altera i piccoli vasi delle mani: in questo caso si parla di ‘Vibration White Finger’. Un’altra causa può essere l’uso di determinati farmaci. Altre volte, invece, il fenomeno di Raynaud può costituire la spia di patologie più complesse, per lo più malattie reumatiche, spesso ancora in stadio sub-clinico e quindi misconosciute. Capire se il fenomeno è idiopatico o secondario, e dunque scoprirne la causa esatta, è dunque fondamentale, anche per poter prescrivere la cura più adatta.

Come si cura?
In presenza di un fenomeno di Raynaud idiopatico, al paziente si consiglia di stare ‘caldo’. In alcuni casi si possono prescrivere vasodilatatori, magari da assumere solo in inverno, nei mesi più freddi. A volte, ma in casi estremamente rari, se questi continui episodi di vasospasmo provocano piccole lesioni della pelle, può essere necessario somministrare vasodilatatori in vena. La pelle dei polpastrelli non irrorata a sufficienza, infatti, può andare incontro a piccoli taglietti e fastidiose ulcerazioni.
Nel caso di fenomeno di Raynaud secondario bisogna vedere da che cosa è provocato. Se è secondario a determinati farmaci si prova a sostituirli; in presenza invece di una malattia reumatica, se ne prescrive la cura più adatta. Una delle malattie che comincia spesso con questo problema è la sclerodermia.

Dunque una corretta diagnosi è fondamentale…
Sì. In caso di fenomeno di Raynaud è sempre consigliabile recarsi da un reumatologo, che per porre un’esatta diagnosi si basa, oltre che sulla visita, sulle analisi del sangue e sulla capillaroscopia.

In che cosa consiste la capillaroscopia?
La capillaroscopia è un esame strumentale semplice, non invasivo, totalmente indolore per il paziente e facilmente ripetibile. Sfruttando la transilluminazione cutanea permette di osservare a piccolo ingrandimento, con un apposito microscopio, i capillari a livello delle unghie delle mani. In questa sede, infatti, i capillari decorrono parallelamente alla superficie cutanea e si rendono visibili, con una forma prevalente a U rovesciata, simile alle ‘forcine’.
Se il ‘quadro’ è normale, cioè se i capillari sono regolarmente allineati, hanno una conformazione e un calibro regolare, senza dilatazioni particolari, e occupano il campo osservato con densità omogenea, si diagnostica un fenomeno di Raynaud idiopatico. Se si riscontrano invece alterazioni morfologiche, quali aree capillari dilatate e distorte o addirittura zone nelle quali i capillari sono ridotti o assenti, si tratta di un fenomeno di Raynaud secondario, e il reumatologo può eventualmente prescrivere altri accertamenti e le cure più appropriate.

Redazione Humanitas Salute: