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Inverno, nemico per la pelle

18/11/2002

Nella stagione fredda la cute diventa secca causando prurito e arrossamenti. L’unico rimedio? Coprirsi bene per evitare che la situazione peggiori.

La secchezza della pelle nel periodo invernale è dovuta a una minor produzione di lipidi cioè il grasso della cute. Ciò si determina proprio quando la pelle percepisce il freddo. Sono quindi le esposizioni a basse temperature e gli sbalzi improvvisi la causa principale. Ma quali sono i rimedi? Come si possono evitare fastidiosi arrossamenti o dolorosi taglietti della cute? La parola ai professionisti di Humanitas.

Come mai la pelle diventa secca e screpolata d’inverno?
La cute diventa secca quando diminuiscono le funzioni dedicate alla produzione dei grassi. Sono due i tipi di grassi prodotti dalla pelle. Il più comunemente noto è il cosiddetto grasso sebaceo, prodotto dalle ghiandole sebacee che nel periodo invernale possono essere meno attive. L’altro tipo di grasso è meno conosciuto e consiste nei lipidi interlamellari, prodotti dai cheratinociti cioè dalle cellule dell’epidermide. Sono conosciuti anche con il nome di Ceramidi. Questi hanno una funzione di barriera, ossia di impedire la perdita di acqua attraverso lo strato corneo, quello più esterno. Poiché durante i mesi invernali i lipidi interlamellari sono prodotti in quantità minore, diminuisce anche la loro funzione barriera, perciò aumenta la perdita di acqua e lo strato corneo diventa più secco.

Perché diminuisce la produzione dei grassi?
Quando la pelle sente freddo si innescano alcune reazioni che portano a una diminuzione della produzione dei grassi. In particolare i vasi sanguigni iniziano a costringersi, la cute diventa più pallida perché viene meno nutrita, perciò si mette a produrre meno grassi, soprattutto meno lipidi interlamellari.

Una maggiore secchezza della pelle favorisce la formazione di rughe?
No, la secchezza dello strato corneo, dovuta alla diminuzione del contenuto di acqua, non è la causa di rughe o grinze dalla pelle. In alcuni casi si possono formare microfratture della cute o fratture più evidenti come fissurazioni o ragadi. Ciò si determina proprio perché diminuendo il suo naturale contenuto d’acqua lo strato corneo diventa meno elastico e quindi non è più in grado di seguire i movimenti dei muscoli e della pelle stessa. Tuttavia è bene considerare che si tratta di un evento naturale. Pertanto la pelle diverrà sempre più secca nelle parti più esposte, cioè nelle estremità come le mani e le gambe. Infatti, più si va in periferia rispetto al cuore meno sangue circola.

Come si può prevenire?
Generalmente si pensa che una pomata o un idratante sia utile. Invece è un concetto sbagliato. Infatti la crema idratante è un prodotto ad alto contenuto d’acqua e può avere un’azione irritante, più che preventiva o curativa. Bisogna agire direttamente sulle cause. Perciò cercare di limitare le esposizione al freddo, coprirsi bene. Un consiglio per le donne è di evitare collant troppo fini e sottili perché non sono in grado di proteggere in modo adeguato le gambe dal freddo. Perciò meglio scegliere calze pesanti, ma anche usare i guanti per proteggere le mani e indossare indumenti pesanti. Ma il concetto più importante è di iniziare a non sottrarre i grassi dalla pelle durante l’inverno, quando la cute inizia a diventare secca. Perciò è necessario un cambiamento di abitudine nei lavaggi. Lo stesso detergente usato d’estate non è adatto nel periodo invernale perché i cosiddetti tensioattivi, cioè tutti i saponi che producono schiuma come il bagnoschiuma, il doccia-schiuma etc, sottraggono i lipidi alla pelle. Pensiamo che la cute per riprodurre i lipidi impiega più di 24 ore, pertanto se ci laviamo tutti i giorni o laviamo le mani più volte al giorno non c’è il tempo necessario per il loro ripristino. Quindi la cute diventa secca con conseguenze come la fissurazione, i pruriti e gli arrossamenti. Diminuendo il numero dei lavaggi e applicando subito dopo una crema emolliente potremo evitare i fastidi della cute secca invernale.

A cura di Lucia Giaculli

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