A volte può capitare, in seguito a un intervento chirurgico, che compaia sulla zona operata un’ernia. Si tratta di un laparocele, riscontrabile in una percentuale che varia tra il 10 ed il 30% delle incisioni chirurgiche che coinvolgono la muscolatura addominale.

Intervenire sui laparoceli è una procedura chirurgica non banale, e grazie alle tecniche di chirurgia mini-invasiva che affiancano quelle tradizionali si riesce a ripristinare la funzione della parete addominale.

Approfondiamo l’argomento con il dottor Marco Platto, specialista in Chirurgia generale di Humanitas Mater Domini e Humanitas Medical Care Busto Arsizio, Lainate e Milano De Angeli.

Che cos’è il laparocele?

I laparoceli sono le ernie che compaiono su una cicatrice. Nel corso del tempo, in circa il 10% delle laparotomie – le incisioni chirurgiche addominali – si può formare un cedimento della parete muscolo-fasciale, attraverso il quale fuoriesce lo strato più interno della cavità addominale, il peritoneo.

Il peritoneo non ha capacità contenitiva e quindi fuoriesce dalla porta erniaria che si è formata, costituendo il laparocele.

I laparoceli si manifestano clinicamente come un gonfiore che compare in corrispondenza della cicatrice chirurgica. In alcune persone può essere asintomatico, in altre, specie se sotto sforzo, può causare fastidio o dolore e mostrarsi come una protuberanza dell’addome.

Laparocele: i fattori di rischio

I laparoceli possono comparire più facilmente in caso di alcuni fattori predisponenti, come:

–   il sovrappeso;

–   l’obesità;

–   il diabete;

–   l’età avanzata;

–   la pregressa infezione della ferita;

–   la tipologia ed estensione dell’incisione chirurgica utilizzata – più l’incisione è ampia, più aumenta il rischio di laparocele.

Laparoceli: le complicanze da non sottovalutare

Come tutte le ernie addominali, anche i laparoceli possono andare incontro alle complicanze: infatti hanno la tendenza a ingrandirsi, possono incarcerarsi e strozzarsi, ma anche determinare disturbi del trofismo del tessuto cutaneo che li ricopre.

In caso di laparocele è quindi estremamente fondamentale una valutazione specialistica chirurgica attraverso una visita. Lo specialista potrà infatti definire l’eventuale indicazione chirurgica alla riparazione del difetto parietale.

Laparoceli: come si esegue l’intervento?

Per trattare i laparoceli vi sono due principali modalità di intervento. 

La prima è quella tradizionale, che utilizza come via di accesso chirurgico la cicatrice stessa. Questo intervento permette l’isolamento e la riduzione del laparocele e il successivo posizionamento di una rete che permetta la chiusura della porta erniaria, cosa che a sua volta potrà evitare la fuoriuscita del peritoneo. Questo tipo di intervento viene di solito utilizzato per laparoceli di notevoli dimensioni.

La seconda modalità è il trattamento laparoscopico: si praticano sull’addome alcune piccole incisioni, che serviranno poi a introdurre nella cavità addominale gli strumenti chirurgici e una telecamera.

In un primo momento si riduce l’ernia, dopodiché si procede al posizionamento intraperitoneale di una rete, fissata con delle graffette alla parete addominale. Utilizzando questo metodo, si evita di incidere di nuovo la ferita chirurgica.

Laparoceli: i vantaggi di intervenire in laparoscopia

Optare per un trattamento laparoscopico per intervenire su un laparocele dovrebbe ridurre le complicanze di tipo infettivo, la formazione di raccolte di siero (sieromi), la durata della degenza e i tempi di recupero.

Ciò non significa, però, che il trattamento laparoscopico sia senza rischi: si tratta sempre di una procedura chirurgica che deve essere eseguita da chirurghi preparati ed esperti nelle patologie della parete addominale.