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Benessere

Freddo e sensibilità dentale: perché succede e come combatterne gli effetti

22/01/2020

Con sensibilità dentale intendiamo la sensazione di fastidio che si avverte quando i denti reagiscono a uno stimolo esterno, che può essere di varia origine: termica, chimica o tattile. Ne sono un esempio l’eccessivo freddo, l’eccessivo caldo o un’alimentazione ricca di cibi acidi.

 

La causa dell’ipersensibilità dentale, tuttavia, non è tanto lo stimolo esterno in sé, ma piuttosto lo stato di esposizione della dentina, la struttura portante del dente che racchiude la polpa, attraversata da tubuli che contengono fibre nervose. La dentina è per sua natura sensibile e normalmente è coperta dallo smalto, che non permette il suo contatto con l’ambiente orale circostante.

 

Ma quali sono i fattori di rischio che aumentano il rischio di sensibilità dentale? E come porre rimedio? 

Ne parliamo con gli specialisti del Dental Center di Humanitas Rozzano.

 

Abrasioni, erosioni, parafunzioni: i fattori di rischio 

Se la dentina si scopre, o si rovina, il dolore sopraggiunge: tra le cause possibili, vi sono fattori traumatici abrasivi, come lo spazzolamento errato; fattori erosivi, come sostanze acide che entrano in contatto con i denti, ma anche fattori patologici, come le malattie parodontali.

 

Le abrasioni sono tra le più comuni: possono avvenire a causa di uno scorretto spazzolamento durante l’igiene orale, o l’utilizzo di uno spazzolino troppo duro per il proprio smalto, o anche di un dentifricio con effetto abrasivo. È molto importante evitare di usare una forza eccessiva durante lo spazzolamento, o una tecnica errata.

 

Le erosioni sono causate da un eccessivo consumo di alimenti e bevande acide, quali i succhi di frutta, spremute, agrumi, yogurt, o le bibite gassate.


Anche le parafunzioni, ossia tutti quegli atteggiamenti perpetuati nel tempo che spesso facciamo con labbra e denti senza accorgercene – mordersi le labbra, tenere in bocca il bastoncino della matita, appoggiarsi al mento, mangiarsi le unghie -, possono portare all’esposizione del tessuto dentinale. Una tra tutte, il bruxismo, ossia la contrazione involontaria dei muscoli della masticazione, che si manifesta con il digrignamento dei denti, specie nelle ore notturne. 

Anche alcuni trattamenti odontoiatrici realizzati in maniera poco professionale, come sbiancamenti, possono portare alla medesima problematica. 

Come si cura l’ipersensibilità dentinale?

La prima cosa da fare, in caso di sospetta ipersensibilità dentinale, è rivolgersi a uno specialista, che potrà individuare la causa del disturbo ed escludere altre patologie. 

 

Le terapie professionali variano in base alla gravità dell’ipersensibilità e prevedono l’utilizzo di principi attivi che hanno come scopo quello di evitarne la comparsa, attraverso il sigillo dei tubuli dentinali. Ad esempio:

  • Fluoruro di sodio o stannoso in gel da applicare sull’area sensibile;
  • Nitrato di potassio in gel;
  • Idrossinanopatite;
  • Fosfato di calcio e idrossido di calcio.

 

È anche molto importante attuare alcuni piccoli accorgimenti a casa:

  • Curare l’igiene orale in modo scrupoloso;
  • Adottare una corretta tecnica di spazzolamento (non spazzolare con eccessivo vigore) e utilizzare il filo interdentale;
  • Utilizzare un dentifricio per denti sensibili;
  • Usare uno spazzolino morbido;
  • Evitare bevande e alimenti acidi;
  • Sottoporsi a pulizia professionale periodica.

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