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Benessere

Disturbi intestinali: quali esami e controlli fare?

10/01/2020

Sono molti i disturbi che indicano una scorretta funzionalità dell’intestino, e si manifestano in modi differenti da individuo a individuo. I più frequenti sono la stitichezza, il meteorismo, la diarrea o la tensione addominale. Effettuare gli esami necessari, spesso investigazioni rapide e non particolarmente invasive, può prevenire alcune patologie più gravi. Ne parliamo con gli specialisti di Gastroenterologia di Humanitas. 

Esami del sangue 

Un semplice esame del sangue di routine è un primo (ma ottimo) modo di tenere sotto controllo l’intestino. Tra i valori che analizza, infatti, c’è anche l’emocromo, che dà l’indicazione del colore del sangue e della quantità di cellule presenti, scongiurando o evidenziando la presenza di un’anemia. Anche un’indagine sulla proteina C reattiva può essere molto utile. Un aumento di questa proteina, infatti, può indicare la presenza di infiammazione intestinale.

Il test per la celiachia

Il test per la celiachia è fondamentale in caso di sintomi come l’addominalgia, ossia il dolore addominale, la diarrea e il gonfiore. La celiachia può provocare molti dei più comuni disturbi intestinali. Il test individua il dosaggio di alcuni anticorpi e altre molecole presenti nel sangue che indicano la sensibilità della persona al glutine, come la presenza degli anticorpi anti transglutaminasi (tTGA), anticorpi anti-endomisio (EMA) e anticorpi antigliadina (AGA). 

Calprotectina fecale

La calprotectina è una proteina che si trova nei neutrofili, un certo tipo di globuli bianchi. Durante un evento infiammatorio, i neutrofili accorrono nell’intestino e rilasciano la calprotectina.

Il dosaggio della calprotectina nelle feci è un esame che serve a verificare la presenza di neutrofili e quindi di infiammazione nell’intestino. 

Gli esami colturali sulle feci

Gli esami colturali sulle feci consentono di rilevare nel campione di feci la presenza di batteri e/o parassiti responsabili di infezioni gastrointestinali. Sul campione fecale si effettuano valutazioni di tipo macroscopico, chimiche e microbiologiche, alla ricerca di eventuali microorganismi patogeni.

L’esame del test del respiro

Il test del respiro, o breath test, è un esame diagnostico non invasivo che si effettua attraverso l’analisi di campioni di aria espirata. Il test consente di individuare alterazioni del sistema gastroenterico come contaminazioni batteriche, malassorbimento intestinale e alterazione del transito intestinale, che possono manifestarsi con flatulenza, meteorismo, diarrea, distensione e crampi addominali. Può anche riconoscere eventuali intolleranze alimentari, come quella al lattosio o al fruttosio. 

Ecografia delle anse intestinali

L’ecografia delle anse intestinali è un esame ecografico che utilizza una sonda particolare per vedere le pareti e le anse dell’intestino. È un esame di primo livello molto utile nel caso di sospetto di malattie intestinali. 

Colonscopia

A differenza degli altri esami descritti, la colonscopia è un esame invasivo. Viene eseguito anche sotto anestesia allo scopo di ridurre disturbi e fastidi al paziente. La colonscopia è l’unico esame che può riconoscere polipi o eventuali lesioni della mucosa intestinale, consentendo di esaminare con attenzione la parete interna del colon. L’esame consiste nell’inserimento di un tubo sottile e flessibile, attraverso l’ano, nel retto e poi nel colon, mentre si introduce aria per distendere le pareti dell’intestino. 

L’importanza di uno stile di vita sano

Per mantenere in salute l’intestino è bene condurre uno stile di vita sano e una dieta povera di grassi saturi e ricca di fibre. Bere almeno due litri di acqua al giorno e svolgere una regolare attività fisica sono essenziali a far sì che l’intestino abbia una funzione regolare ed equilibrata.

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