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Benessere

Allergie e pungiglioni

14/07/2003

La vita all’aria aperta che si conduce nei mesi estivi è fonte di benessere, ma può nascondere insidie. Tra queste troviamo quelle portate dagli insetti, in cui è più facile imbattersi nei mesi caldi. Se per certe persone le punture di alcuni di essi sono solo fonte di un fastidio o un problema di entità limitata, per altre sono causa di vere e proprie allergie. Occorre considerare che queste interessano soprattutto alcune categorie di lavoratori, come apicoltori o agricoltori, ma chiunque può esserne soggetto.
Quali sono gli insetti pericolosi, come si riconosce l’allergia e cosa deve fare per difendersi chi ne soffre? Ne parlano a “Humanitas Salute” le dottoresse Antonella Lecchi e Lucia Testoni, dell’Unità Operativa di Allergologia dell’Istituto Clinico Humanitas.

Quali sono e chi colpiscono gli insetti pericolosi
In Italia sono principalmente tre le specie di Imenotteri in grado di provocare allergie: le api (genere Apis mellifera), le vespe (genere Polistes) e i calabroni (Vespula crabro). Altri insetti, quali per esempio le zanzare, le zecche, le pulci, non causano allergie, ma possono essere responsabili, con la loro puntura, di irritazioni e fastidio e possono anche trasmettere malattie. Le allergie agli Imenotteri sono sicuramente più diffuse nei soggetti esposti per motivi professionali, quali apicoltori e agricoltori, che possono anche venir punti più volte contemporaneamente. Le allergie alle punture di Imenottero possono insorgere in qualunque momento della vita di un individuo, anche se in precedenza uno stesso tipo di puntura non aveva provocato nessuna reazione.

Le manifestazioni
Nei veleni di questi Imenotteri sono contenute sostanze ad attività tossica o irritante primaria che causano in tutti i soggetti una modesta reazione locale eritemato-pomfoide pruriginosa e spesso dolente che regredisce spontaneamente in poche ore. Inoltre sono contenute sostanze ad attività allergenica in grado di sensibilizzare i soggetti in cui il veleno sia stato inoculato. In alcuni individui la puntura di Imenottero può provocare una reazione locale estesa (ad esempio in caso di puntura ad una mano si verifica edema del braccio) che spesso richiede una terapia sintomatica.
Le reazioni allergiche vere e proprie sono mediate da anticorpi specifici (IgE) e possono manifestarsi con diversi quadri di gravità: orticaria generalizzata con prurito e malessere, angioedema (gonfiore di diverse parti del corpo, comprese le mucose delle vie respiratorie), costrizione toracica, broncospasmo, dolori addominali, nausea e vomito, dispnea fino ad arrivare ad iniziale obnubilamento dei sensi e allo shock (collasso cardiocircolatorio).

Come comportarsi
Ai soggetti con allergia ai veleni di Imenotteri devono essere prima di tutto forniti importanti consigli: controllare che non esistano nidi di vespe o di api nelle vicinanze delle loro abitazioni e, nel caso ce ne siano, farli eliminare; evitare, se possibile, di lavorare e di camminare in zone dove facilmente si trovano nidi di api e di vespe, quali le zone di pic-nic, i frutteti, i giardini ecc.; evitare di consumare bevande dolci che attirano questi insetti; indossare sempre indumenti che proteggano le varie parti del corpo, quali camicie con maniche lunghe e pantaloni lunghi; evitare di indossare abiti molto colorati e di usare profumi, lozioni e prodotti cosmetici che possano attirare gli insetti. In caso di presenza di api e vespe, evitare di scacciarle con gesti bruschi; non viaggiare in macchina con i finestrini aperti, soprattutto d’estate; se si va in moto o in bicicletta è bene indossare il casco e degli indumenti protettivi. Evitare, se possibile, di praticare attività sportive all’aria aperta, soprattutto nel periodo estivo-autunnale, e munirsi di zanzariere o altri presidi che possano evitare l’ingresso nelle abitazioni degli insetti. Essi devono inoltre tenere sempre a portata di mano un insetticida specifico.

In caso di puntura
Nei soggetti sensibilizzati i rischi di reazioni gravi, in seguito a punture successive di Imenotteri, dipendono soprattutto dalla severità della reazione che essi hanno manifestato nel precedente episodio. In linea di massima non è possibile prevedere la gravità di queste allergie; pare che essa dipenda anche dal tempo che intercorre tra due punture successive: tanto questo è minore, tanto più grave può essere la reazione, ma non ci sono certezze e regole al riguardo.
I soggetti che abbiano già avuto delle manifestazioni allergiche devono sempre avere con loro delle fiale di antistaminici e di corticosteroidi, ma soprattutto di “fast jet”. Si tratta di un preparato di adrenalina autoiniettabile e predosata, con cui ci si può praticare una piccola iniezione in qualunque parte del corpo al fine di contrastare lo shock. È molto facile da usare ed è utilissimo, perché spesso questi incidenti si verificano in campagna o in situazioni in cui la persona è sola e lontana dal pronto soccorso. Naturalmente è sempre consigliabile il ricorso a un presidio ospedaliero, anche dopo tali cure di primo intervento.

Come riconoscerle
Per diagnosticare queste allergie è fondamentale un’anamnesi accurata. Questa permette di identificare il tipo d’insetto che ha provocato la reazione. Spesso è possibile riconoscerlo in base alle caratteristiche del pungiglione che, nel caso dell’ape, per esempio, è seghettato e rimane nella sede della puntura. È molto importante anche avere informazioni riguardo il numero delle punture, il tempo intercorso tra la puntura e la comparsa delle manifestazioni, così come identificare il quadro delle reazioni. La diagnosi clinica va comunque confermata mediante test di laboratorio specifici. La terapia iposensibilizzante specifica (vaccino) nel caso di allergia a veleno di Imenotteri si effettua solo in soggetti con reazioni generalizzate gravi e con positività ai test allergologici, oppure a chi abbia i test positivi e reazioni di media intensità, ma che sia ad alto rischio d’esposizione (operatori di alcuni settori a rischio professionale).

A cura di Giorgia Diana

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