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Calvizie al femminile, perché le donne perdono i capelli?

28/11/2016

Capelli più sottili, una coda più corta del solito, una riga al centro sempre più estesa. Ecco le prime tracce della calvizie nella donna. Se infatti, comunemente, questa condizione viene associata agli uomini, non è infrequente riscontrarla anche nel sesso femminile: l’alopecia androgenetica può infatti tingersi di rosa e insidiare la chioma delle donne in particolare con l’arrivo della menopausa e negli anni a seguire.

Le prime avvisaglie di alopecia androgenetica possono manifestarsi anche prima dei 30 anni mentre diventa più frequente dopo i 50 anni. A differenza di quella maschile non si caratterizza per un arretramento dell’attaccatura dei capelli o per il diradamento della capigliatura al vertice del capo. Come detto si caratterizza invece per un allargamento della riga al centro e, soprattutto, per un assottigliamento del capello che rende visibile il cuoio capelluto. È come se i capelli si rimpicciolissero: sono più fini e non raggiungono più la lunghezza e il diametro soliti.

Questa forma di alopecia rappresenta la causa più frequente di perdita di capelli nelle donne

A cosa è dovuta? L’alopecia androgenetica ha una base genetica e probabilmente c’entra il ruolo degli ormoni vista la maggiore incidenza dopo la menopausa. La presenza in eccesso di ormoni maschili può portare all’alopecia ma anche in alcuni casi lo stop all’assunzione della “pillola”, ricorda l’American Academy of Dermatology. La perdita di capelli, poi, può interessare le neo mamme alla luce degli squilibri ormonali che caratterizzano la gravidanza e il parto, sebbene dopo alcuni mesi la chioma tenda a tornare folta come prima.

(Per approfondire leggi qui: “Troppo testosterone causa la caduta dei capelli negli uomini”, vero o falso?)

La predisposizione familiare dunque conta come «fattore di predisposizione principale, ma su questo background insistono fattori ambientali che possono accelerare la malattia», aggiunge il professor Antonio Costanzo, responsabile dell’Unità Operativa di Dermatologia di Humanitas e docente di Humanitas University. Inquinamento, stress, forte esposizione a sole e lampade abbronzanti, uso di farmaci (es. antidepressivi o contro l’ipertensione), consistente perdita di peso, fumo di sigaretta (sopratutto se si fumano tante sigarette al giorno), scarsa assunzione di proteine, eccesso di vitamina A, carenza di ferro e di vitamina D: «Tutti questi costituiscono fattori che “stressano” il follicolo pilifero. A questi si aggiungono i problemi endocrinologici che sono più frequenti nella donna (ad esempio i problemi tiroidei e la menopausa)».

Trattamenti estetici particolari e prolungati, uso di prodotti “aggressivi” e di alcuni strumenti per la cura dei capelli possono favorire l’alopecia?

«Stirare i capelli ricci, fare permanenti, colorare o tingere i capelli o farsi delle trecce troppo strette possono essere la causa della cosiddetta alopecia traumatica ma raramente contribuiscono all’insorgenza della alopecia androgenetica. In quel caso i trattamenti traumatici del capello fanno semplicemente cadere capelli “predestinati”», risponde il professore.

In quali casi la perdita di capelli può essere fermata? Se questi ricrescono allora non si trattava di alopecia androgenetica? «Alcuni tipi di alopecia, come il telogen effluvium e l’alopecia areata, non uccidono del tutto i follicoli piliferi. In questi casi la ricrescita può avvenire anche spontaneamente, senza alcun intervento terapeutico. Nel caso dell’alopecia areata è molto raro che possa esserci una ricrescita spontanea. Esistono terapie specifiche per l’alopecia androgenetica della donna, sperimentate clinicamente, che possono interrompere il meccanismo che porta all’assottigliamento del capello e alla sua successiva caduta».

(Per approfondire leggi qui: “Make-up, non rimuoverlo adeguatamente fa perdere le ciglia”, vero o falso?)

È possibile prevenire la perdita dei capelli con la dieta?

«Come gli altri organi, anche i capelli, per crescere forti e sani, hanno bisogno di vitamine e oligoelementi. In particolare la biotina (contenuta nei cereali integrali), vitamine del gruppo B (legumi), vitamina E (prezzemolo, carote e spinaci) e antiossidanti (verdure a foglia verde scuro, frutti di bosco, pomodori e tutta la frutta dalla buccia di colore giallo o arancio). L’apporto di queste sostanze può rallentare la comparsa dell’alopecia androgenetica», conclude lo specialista.

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