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Globesity: un problema mondiale

16/04/2002

L’obesità è una delle patologie maggiormente diffuse nella società contemporanea (globesity: così è stato definito il problema in termini allarmistici dall’Organizzazione Mondiale della Sanità). Nel mondo sono più di un miliardo. Anche l’Italia segue la stessa tendenza: gli italiani obesi sono più di 4 milioni con un incremento del 25% rispetto al 1994.
È di questi giorni la presentazione al Governo del Piano Sanitario Nazionale, tra i cui punti più qualificanti ci sono la lotta all’obesità e la cultura dell’alimentazione.
Il dott. Roberto Sacco, responsabile del Dipartimento Chirurgico di Humanitas Gavazzeni, spiega quali sono oggi i vantaggi per il paziente obeso che si sottopone ad un intervento di bendaggio gastrico regolabile.

I grandi obesi
Si parla di obesità grave quando il peso corporeo è superiore del doppio al peso ideale o l’indice di massa corporea (Body Mass Index) è superiore a 40 Kg/mq. Tale indice è chiamato B.M.I. ed è un sistema che serve per porre la diagnosi di sovrappeso. L’indice personale è il risultato del rapporto tra il peso corporeo in chilogrammi e il quadrato dell’altezza in metri.

I rimedi chirurgici
Nell’ambito delle possibilità terapeutiche dell’obesità grave, l’approccio chirurgico rappresenta un’opzione che consente di ottenere risultati consistenti e duraturi nel tempo. In un periodo di momentanea crisi farmacologica in cui sono sotto accusa alcuni medicinali di cui è stata sospesa la vendita in Italia, una risposta alternativa è offerta dalle tecniche chirurgiche poco invasive che rappresentano una possibilità efficace per controllare questa condizione patologica.
Tante sono le tecniche proposte e tutte riconducibili a due meccanismi d’azione: quello malassorbitivo (volto a ridurre in modo più o meno selettivo l’assorbimento delle sostanze assunte con una dieta meno controllata) e quello gastrorestrittivo (che aiuta il paziente a controllare la quantità di alimenti assunti, riducendo il senso di fame). Se i primi interventi sono complessi tecnicamente e comportano maggiori problemi di tipo metabolico nel tempo, i secondi hanno il vantaggio di essere più semplici e di determinare scarsi effetti collaterali sul piano nutrizionale, inoltre hanno il vantaggio della reversibilità (ossia la possibilità di ripristinare l’anatomia e la fisiologia normale dell’organismo). Un discorso a parte va riservato al posizionamento di pace-maker gastrico, possibilità terapeutica ancora in fase di puntualizzazione sia tecnica che fisiopatologica, può costituire il futuro nella cura dell’obesità.

La tecnica del bendaggio gastrico regolabile
Tecnicamente viene posizionato intorno alla parte iniziale dello stomaco (fondo gastrico) un anello gonfiabile dall’esterno (e quindi regolabile nel tempo attraverso un piccolo serbatoio posto nel sottocute). Il posizionamento viene condotto in anestesia generale, in laparoscopia, che consente l’esecuzione dell’intervento tramite minime incisioni della parete addominale (da 5 a 15 mm) attraverso le quali vengono introdotti una telecamera e gli strumenti chirurgici necessari all’esecuzione dell’operazione. Con questo tipo di intervento chirurgico si crea, nella parte superiore dello stomaco, una piccola tasca gastrica del volume di 15-20 cc., ottenuta con l’applicazione intorno allo stomaco del bendaggio che lascia una apertura di calibro ridotto (12 mm circa), attraverso il quale il cibo passa lentamente dalla tasca superiore al resto dello stomaco e da qui nell’intestino. Il bendaggio viene lasciato in sede nel tempo e non si deve rimuovere.

L’esperienza di Humanitas Gavazzeni e i risultati ottenuti
Presso il Dipartimento di Chirurgia di Humanitas Gavazzeni di Bergamo, si sta sviluppando un programma di chirurgia bariatrica che ha come cardine l’utilizzo del bendaggio gastrico regolabile come opzione chirurgica di intervento gastrorestrittivo. Dal Maggio 1998 ad oggi sono stati trattati 324 pazienti affetti da obesità grave: di questi 277 sono stati sottoposti a bendaggio gastrico regolabile. L’indicazione è stata posta in soggetti (per lo più donne di età compresa fra i 19 ed i 65 anni) con un Indice di massa corporea superiore a 35. La natura esogena dell’obesità, ovvero l’assenza di cause endocrinologiche, metaboliche o psichiatriche, rappresenta il requisito indispensabile all’indicazione chirurgica, che può dipendere anche dai ripetuti fallimenti di approcci dietetici e/o farmacologici cui i pazienti si sono sottoposti senza risultati stabili nel tempo.
Il calo di peso è stato valutato nel tempo con riduzione dai 120,7 Kg di media (185 kg – 85 kg) a 106,9 kg il primo mese (calo medio del 10% del peso iniziale), 98,3 kg al sesto mese, 95,3 kg al primo anno, 82,6 kg al secondo anno e 78 kg (114 kg – 54 kg) al terzo anno. La riduzione di peso avviene in modo graduale, armonioso, senza particolari disturbi da parte del paziente.
La valutazione in termini di riduzione del BMI ha consentito nella casistica di Humanitas Gavazzeni di portare il valore da 43,5 di media iniziale (64,8 – 33,0) a 35,1 ad un anno e a 29,3 (38,7 – 22,8) dopo 3 anni dall’intervento. In tale modo si è raggiunto l’obiettivo di portare il valore di BMI inferiore a 30, limite fra normalità e sovrappeso.

Quali sono i vantaggi per i pazienti?
Importanti risultati si sono ottenuti oltre che in termini di calo ponderale anche valutando i diversi fattori di comorbosità che i pazienti presentavano: in particolare sono stati ricondotti nella norma i valori legati alla glicemia (con miglioramento e talora risoluzione di quadri diabetici) ed alla trigliceridemia, sono migliorati se non normalizzati i livelli di colesterolemia ed uricemia. Anche la pressione arteriosa sistemica si è normalizzata, in particolare le forme moderate medie, la cui eziopatogenesi è riconducibile anche al sovrappeso. Sul versante del benessere acquisito con il calo di peso notevoli miglioramenti si sono potuti constatare nei pazienti con dolori articolari, in particolare gonalgie e podalgie; alcuni soggetti in predicato per interventi di protesizzazione hanno potuto accedere all’intervento ortopedico dopo il trattamento dimagrante che consente di mantenere stabile nel tempo il calo di peso raggiunto.
Interessante è anche la valutazione sul piano psicologico, condotta dalla psicologa che opera nel team multidisciplinare (chirurgo, dietista, psicologa, fisiatra e fisioterapista) che segue tutti i pazienti trattati. La migliore percezione del senso di fame e sazietà, prima poco chiara e confusa, ottenuta con l’applicazione del bendaggio gastrico regolabile ha consentito ai pazienti di ottenere notevoli miglioramenti nell’accettazione e rivalutazione del sé corporeo (cura del corpo estetica e fisica). Ciò ha determinato una maggior sicurezza interiore e capacità decisionale: i pazienti hanno ripreso le redini della propria vita ed hanno ritrovato piaceri estetici ed interiori precedentemente sopiti.

A cura di Francesca Di Fronzo

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