Fazio: prodotti farmaceutici, istruzioni per l’uso

Perché certi farmaci si possono acquistare liberamente? Quali consigli può dare il farmacista? Le medicine omeopatiche si possono comperare senza prescrizione medica perché comunque non fanno male? Abbiamo chiesto alla dott.ssa Maria Fazio, responsabile del Servizio di Farmacia di Humanitas, di fare chiarezza sull’argomento e di darci qualche linea guida per riempire con consapevolezza, e senza rischi, il “carrello” in farmacia.

Come si possono dividere i farmaci e i vari prodotti in vendita in farmacia?
“Si possono dividere in diverse categorie.
I farmaci dispensabili solo con ricetta medica possono essere dispensati al pubblico solo dal farmacista, esclusivamente in Farmacia, e unicamente dietro presentazione di una ricetta medica
I farmaci Senza Obbligo di Prescrizione (SOP) sono farmaci a tutti gli effetti (come quelli della categoria precedente) che possono essere dispensati al pubblico solo dal farmacista, esclusivamente in farmacia, ma senza l’obbligo della ricetta medica. Ciò grazie ai bassi dosaggi in essi contenuti o perché utilizzati per patologie di lieve entità.
I medicinali di automedicazione o farmaci da banco (OTC), dall’inglese Over The Counter, vicino alla cassa, sono medicinali che per la loro composizione ed il loro obiettivo terapeutico sono concepiti per essere utilizzati anche senza l’intervento del medico, sia per la diagnosi che per la sorveglianza nel corso di trattamento, e possono essere richiesti direttamente dal paziente. Infatti, i farmaci OTC sono destinati a porre rimedio a piccoli disturbi: ricostituenti, lassativi, vitamine, antiacidi, antiemorroidali, antinfiammatori, colliri.
I medicinali di automedicazione costituiscono un sottoinsieme della categoria più generale dei medicinali non soggetti a prescrizione medica. La legislazione vigente li considera come una categoria residuale di medicinali che non rientrano nelle definizioni di medicinale soggetto a prescrizione medica (ripetibile e non ripetibile), soggetto a prescrizione medica speciale, prescrizione limitativa o rilasciabile solo da centri ospedalieri o specialisti. Devono per questo possedere alcuni requisiti fondamentali: contenere principi attivi già largamente impiegati in medicina (la loro immissione in commercio non può essere inferiore a 5 anni); devono essere destinati a disturbi o sintomi di facile valutazione da parte dello stesso paziente; infine, devono avere confezioni di volume ridotto e per terapie di breve durata”.

Per quale ragione un farmaco è vendibile solo con prescrizione del medico e un altro no?
Dipende dal tipo di principio attivo, dalla dose, dalla gravità della malattia per cui il farmaco è indicato e, quindi, dall’eventuale sua pericolosità”.

Quello che non richiede prescrizione con che criterio va acquistato?
“Su consiglio del farmacista. Comunque, se il disturbo per cui si ricorre all’autoprescrizione persevera, è bene rivolgersi al medico.
Ad esempio, se una persona compra un farmaco per abbassare la febbre (antiepiretico) come il paracetamolo, ma non ottiene il risultato desiderato, deve rivolgersi al medico perché anche il paracetamolo, se assunto in dosi massicce, può dare problemi di tossicità a livello epatico. Inoltre anche la causa che scatena la febbre deve essere meglio indagata”.

Per quanto riguarda i farmaci “generici”?
“Sono farmaci in commercio da molto tempo il cui brevetto è scaduto. In genere sono venduti con il nome del principio attivo seguito dal nome dell’azienda che lo commercializza. Possiedono le stesse caratteristiche della specialità ma, rispetto a quest’ultima, sono più economici (per legge almeno il 20% in meno del prodotto con il nome commerciale).
Anche il Ministero della Salute suggerisce l’utilizzo dei farmaci generici che, se prescritti al posto della specialità medicinale, consentono un risparmio anche per il cittadino”.

Le medicine omeopatiche e naturali sono acquistabili liberamente: significa che il loro uso/abuso è innocuo?
“Pur non essendo compresi nella Farmacopea Ufficiale, sono normati da direttive CEE che l’Italia, così come altri stati membri dell’unione europea, sta lentamente recependo. Il farmaco omeopatico viene venduto solo con presentazione di ricetta medica e distribuito dalle farmacie presenti sul territorio nazionale perché, comunque, il suo uso/abuso improprio non apporta significativi vantaggi alla cura del disturbo per cui il medicinale omeopatico viene assunto”.

Come mai la maggior parte delle medicine omeopatiche non ha il foglietto illustrativo che dia indicazioni e posologia?
“Perché a livello nazionale non è previsto quest’obbligo”.

Che cosa sono i cosiddetti «parafarmaceutici»?
“Rientrano in questa categoria i dispositivi medici (siringhe, borse del ghiaccio…), i prodotti sanitari (apparecchi per aerosolterapia, bilance…), i cosmetici e gli alimenti per l’infanzia”.

Esiste una regola o un controllo di qualità che rende “migliore” un prodotto di bellezza o di igiene viene venduto in farmacia e non al supermercato?
“Il prodotto non è necessariamente migliore, ma in farmacia il cliente può farsi consigliare dal farmacista, un professionista competente che lo può aiutare per una scelta personalizzata. Il farmacista ad esempio può orientare la scelta di un deodorante in funzione di piccoli problemi segnalati dal cliente, ad esempio il precedente utilizzo di deodoranti che hanno sensibilizzato la cute del paziente”.

Quale potrebbe essere una sorta di codice per il buon uso della farmacia per l’acquisto sicuro?
“Chiedere sempre consiglio al farmacista: il rapporto di conoscenza e fiducia che si crea fra farmacista e cliente rappresenta un valido supporto ed aiuto per evitare spiacevoli inconvenienti legati all’utilizzo non congruo dei medicamenti”.

Di Francesca Blasi

Redazione Humanitas Salute: