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Alimentazione

Fegato grasso, più rischi con una dieta ricca di proteine animali?

10/11/2017

Una dieta ad alto apporto di proteine di origine animale rappresenterebbe un possibile fattore di rischio per l’insorgenza del fegato grasso, ovvero la steatosi epatica non alcolica, mentre il consumo di zuccheri mono- e disaccaridi non sarebbe associato negativamente a questa patologia. Il dato arriva da una recente ricerca condotta dall’Erasmus Medical Centre di Rotterdam (Olanda). Ne parliamo con il dottor Roberto Ceriani, Responsabile della Sezione del Day Hospital epatologico ed Epatologia interventistica di Humanitas.

La steatosi epatica non alcolica può pregiudicare la funzionalità del fegato e portare allo sviluppo di cirrosi e tra i suoi fattori di rischio c’è l’obesità. Lo studio, presentato all’ultimo International Liver Congress, ha suggerito un legame tra la composizione della dieta e l’insorgenza del fegato grasso.

La ricerca ha preso in esame i dati del Rotterdam Study, un importante lavoro di ricerca condotto in Olanda su 3440 individui (30% normopeso e 70% sovrappeso), di età media pari a 71 anni. Dalla valutazione delle abitudini alimentari è emersa un’associazione tra alto consumo di proteine animali e maggior rischio di sviluppare malattia epatica steatosica non alcolica.

Le questioni però sono controverse e dibattute in ambito di ricerca: «I dati che emergono sono talvolta contrastanti, soprattutto se confrontati tra popolazioni diverse e in ambienti diversi»​, ricorda il dottor Ceriani. «Sul consumo di proteine e rischio di steatosi sono stati condotti diversi studi con risultati divergenti: ad esempio, secondo uno studio tedesco pubblicato nel 2016 su Gastroenterology, una dieta ad alto contenuto proteico riduce il contenuto grasso del fegato nei pazienti con diabete di tipo 2 e steatosi, indipendentemente  dall’origine della proteina o dai cambiamenti di peso corporeo», puntualizza l’esperto.

Fruttosio e fegato grasso

L’altro dato emerso dalla ricerca olandese riguarda il consumo di zuccheri. Sebbene le linee guida alimentari mettano in guardia dal consumo di alimenti contenenti fruttosio – ricorda l’autrice dello studio – la ricerca non ha indicato un’associazione pericolosa tra zuccheri monosaccaridi come il fruttosio e disaccaridi con il fegato grasso di per sé.

Anche a proposito di questa relazione le conclusioni della ricerca scientifica sembrano in disaccordo: «Recenti pubblicazioni, tra cui uno studio condotto in Italia e pubblicato su Journal of Hepatology lo scorso febbraio, – ricorda il dottor Ceriani – hanno evidenziato che nei giovani obesi la dieta ad alto contenuto di fruttosio può avere maggiori probabilità di sviluppare gravi danni epatici cronici assimilabili ai danni da alcol negli adulti».

 

Come comportarsi allora per prevenire il fegato grasso? «Il denominatore comune – conclude lo specialista – rimane una dieta sana ed equilibrata e una corretta applicazione all’attività fisica​».​

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